Terre Sommerse - 2009
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Open Orchestra Featuring John Tchicai
The Spiritual Man
1. Way To Nowhere
2. Bernoulli Strata
3. The Spiritual Man
4. Ceglie Open City
5. Last Call
John Tchicai - tenor sax, wooden
flute, voice
Stefano Maltese - alto, soprano saxophone, Indian flute, tin
whistle, voice
Pasquale Innarella - tenor saxophone, voice
Mario Fragiacomo
- trumpet, flugelhorn, voice
Angelo Olivieri - trumpet, pocket trumpet, voice
Luca Bonvini - trombone, slide trumpet, voice
Tony Cattano
- trombone
Gianni Lenoci
- piano, electronics, voice
Antonio Borghini - double bass, voice
Marcello Magliocchi - drums, percussioni, voice
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E' a Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi
che si consuma, durante l'edizione 2008 del
Open Jazz Festival, l'incontro tra il sassofonista danese John Tchicai e
l'Open Orchestra formata da alcuni dei più validi, anche se non tutti molto noti,
musicisti italiani di jazz. Un incontro da incorniciare e da documentare come ha
fatto opportunamente l'etichetta discografica "Terre Sommerse" con questa
splendida produzione discografica che riprende appunto il concerto tenuto in piazza
Plebiscito il 25 luglio dello scorso anno.
Dieci musicisti che celebrano il jazz scandagliandone le varie sfaccettature
aggiungendo una vitalità espressiva e partecipativa decisamente esclusiva. Un dirompente
settetto di fiati con, di fianco a Tchicai, musicisti come Stefano Maltese,
Pasquale Innarella,
Tony Cattano,
Mario Fragiacomo,
Luca Bonvini e Angelo Olivieri, che produce una elettrizzante interazione
ricca di swing, di magmatica materia sonora: elementi stimolanti che i contrappunti
del pianoforte di
Gianni Lenoci e le dinamiche ritmiche della coppia Antonio Borghini-Marcello
Magliocchi rendono indiscutibilmente travolgenti.
La traccia d'esordio è caratterizzata da un ritmo incessante, ossessivo
nella sua essenza, che consente di testare l'effettivo clima vibrante che sprigiona
la performance dell'orchestra. Durante i quasi sedici minuti di "Whay To Nowhere"
c'è spazio per i soli di Tchicai, Cattano, Maltese, Fragiacomo
e Innarella. Ognuno di loro ha una cifra stilistica propria, personalissima,
e questo consente una varietà lessicale cangiante che impreziosisce il brano. In
"Bernoulli Strata", a seguire, sembra sollevarsi un'onda di idee in stato
fermentativo irto di spigolature e vorticose dissonanze che migrano verso ambiti
d'avanguardia e free. La traccia che dà il titolo al cd, ispirata ad un poema dello
scrittore cinese Chang Chung Yuan, ha un prologo articolato tra ricercatezze espressive
e vocalità gospel che l'esuberanza dei fiati prova a sopraffare. Il brano si sviluppa
poi attraverso un'intensa improvvisazione. E' abbagliante l'illuminazione swingante
di "Ceglie Open City", traccia n.4, una sorta di fuochi d'artificio in cui
trovano sfogo l'esclusivo duetto di un sorprendente vocal-man, ben impersonato da
Tchicai, e la tromba di Angelo Olivieri mentre a chiudere una delle
porzioni più travolgenti di tutto il cd e un solo di Innarella. L'intro della
conclusiva "Last Call" con protagonista ancora il danese, questa volta al
sax e al flauto, sembra richiamare umori etnici presto imbrigliati nella fitta rete
interattiva di cui è protagonista la sezione fiati, un brano strutturalmente ben
definito venuto fuori dalla preziosa scrittura di Tchicai.
Nei fatti, nei suoni, nel feeling una serata magica quella che ha suggellato
l'incontro di Ceglie Messapica che premia le due parti in causa: John Tchicai
e un gruppo di valenti musicisti italiani. Documento imperdibile.
Giuseppe Mavilla per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 01/02/2010
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