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Talos Festival 2017

Ruvo di Puglia, 3 - 10 settembre 2017
di Vincenzo Fugaldi

Roberto Otaviano - De Leo - Talos Festival 2017Talos FestivalTalos FestivalTalos FestivalCanzoniere Grecanico Salentino - Talos Festival 2017
Eugenio Colombo - Talos Festival 2017Eugenio Colombo - Talos Festival 2017Eugenio Colombo - Pino Minafra - Talos Festival 2017Evan Parker - Talos Festival 2017Evan Parker - Talos Festival 2017Faraualla - Talos Festival 2017
Hernst Rejiseger - Talos Festival 2017Ihab Radwan - Michel Godard - Talos Festival 2017John Surman - Talos Festival 2017Michel Portal - Talos Festival 2017Michel Portal - Talos Festival 2017Michel Portal - Talos Festival 2017
Canzoniere Grecanico Salentino - Talos Festival 2017Hernst Rejiseger - Talos Festival 2017Michel Portal - Vincent Peirani - Talos Festival 2017Orchestra Sinfonica Bari - Talos Festival 2017Peppe Barra - Talos Festival 2017Pino Minafra - Talos Festival 2017
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È tornato, dopo una forzata pausa di un anno, il festival della cittadina in provincia di Bari, per la direzione artistica di Pino Minafra. Diviso in due sezioni, un'anteprima dedicata alla promozione della peculiare tradizione bandistica pugliese e il festival internazionale, il Talos si contraddistingue per ricchezza di idee, varietà di proposte, superamento di steccati fra i generi musicali e fra le arti.



Il coinvolgimento del coreografo Giulio De Leo ha innovato sostanzialmente le proposte pomeridiane sin dal pomeriggio iniziale della sezione internazionale del festival. Dopo un breve concerto in solo in cui ha improvvisato in modo magistrale su tre strumenti (flauto basso, flauto traverso e sax soprano) tra suggestive composizioni istantanee e utilizzi non ortodossi dello strumento, Eugenio Colombo ha interagito con un ensemble di danzatori composto da persone della terza età, impegnate nell'esecuzione di coreografie complesse con la guida di due danzatrici, con risultati sorprendenti, spiazzanti e poetici in piena sintonia con le parole che fanno da cornice al Talos, melodia, ricerca, follia. Il pomeriggio seguente, Dario Cecchini, leader e creatore dei Funk Off, dopo l'esecuzione di alcuni brani jazzistici e pop al sax baritono, e un blues in cui è stato raggiunto dai baritoni di Nicola Pisani e Francesco Caligiuri, ha unito i suoi suoni alle coreografie itineranti dei bambini di Ruvo tra le vie della cittadina. Molto differente il solo di Evan Parker, che ha utilizzato il suo sax soprano come consueto in un lungo brano eseguito con la tecnica della respirazione circolare, per poi passare a suggestioni monkiane, sempre all'insegna di un radicalismo puro e integrale. Roberto Ottaviano ha sposato la sua performance dedicata ai migranti all'improvvisazione dei danzatori della Compagnia Menhir, che hanno interagito con il suono assertivo e pulitissimo del sax soprano che si articolava in brani brevi ed efficacemente comunicativi, con immancabili richiami lacyani, fino al brano finale in cui il coreografo De Leo ha coinvolto il pubblico presente in una danza liberatoria. A conclusione del pomeriggio, il concerto degli allievi della masterclass di Eugenio Colombo e Nicola Pisani (che avevano partecipato il giorno precedente alla coinvolgente performance di danza e musica Arcipelago affidata a giovani fra i 16 e i 26 anni), e il concerto della Big Band del Conservatorio di Bari in un repertorio di standard di Basie, Quincy Jones, Schifrin, con ospite Cecchini.

La prima serata in Piazzetta Le Monache era affidata all'Orchestra Sinfonica Città Metropolitana di Bari diretta da Giovanni Rinaldi, che ha eseguito due brani. Il primo, composto dal percussionista Luigi Morleo, sul palco insieme all'altro percussionista Maurizio Lampugnani e alle percussioni africane dei SudJembé, con ospite Ernst Reijseger, con toni da orchestra hollywoodiana, empatico e coinvolgente grazie ai colori delle percussioni e all'esuberante creatività del violoncello dell'ospite olandese. Il secondo vedeva la rielaborazione di brani delle Faraualla effettuata da Gabriella Schiavone e dallo stesso Morleo.

Dell'atteso duo Michel Portal-Vincent Peirani non si potrebbe dire meglio: non nuovo a duetti di grande successo – si pensi a quello con Bojan Z ma soprattutto, per affinità di strumenti, a quello con Richard Galliano – con Peirani, Portal sembra aver trovato la perfezione, il felice approdo di una ricerca musicale che dura da lunghissimo tempo, spaziando dalla canzone, alla musica classica e contemporanea, al jazz nelle sue più varie coniugazioni. Una marcata differenza generazionale totalmente annullata dalla forza della musica, dall'apertura di entrambi al dialogo e all'interazione, con esiti di affascinante pienezza melodica, che si declinavano in splendide composizioni di entrambi, da Blow Up del clarinettista a Choral e B et H del fisarmonicista.
 
Un concerto in solo di Ernst Reijseger è sempre un evento, e anche il concerto di Ruvo lo è stato, nonostante la scelta – dovuta alle condizioni atmosferiche – di effettuarlo all'interno del Palazzetto dello sport, luogo piuttosto inadatto. Il violoncellista, uno dei maestri assoluti della musica improvvisata europea, ha suonato da par suo, eseguendo anche la nota Raykwela nella quale imbraccia il violoncello come una chitarra, preparando lo strumento con delle mollette che ne trasformavano il suono, percuotendolo e utilizzandolo in modi non ortodossi sempre nuovi e creativi, con un gradevolissimo senso umoristico che lo ha portato anche a girare tra il pubblico con lo strumento, mantenendo costantemente la capacità di comunicare e catturare l'attenzione, anche mediante l'utilizzo del canto e del fischio, ma anche con brani colmi di bachiana classicità.

Accompagnato dal suo quintetto, Peppe Barra ha spaziato con il suo inconfondibile senso dello spettacolo fra brani tradizionali della sua Napoli e altri recenti, con omaggi a Bob Marley, Gaber e altri, recitando con grande arte Giambattista Basile, raccontandosi, mostrando una comicità travolgente, dialogando con un pubblico coinvolto e plaudente.

John Surman è sin dai primi anni della sua notorietà uno specialista della esibizione in solo, che ha portato a rari livelli di perfezione in una lunga serie di dischi registrati per l'etichetta Ecm. Alternandosi fra soprano, clarinetto basso e flauto dolce, con il supporto delle abituali fascinose basi elettroniche, l'artista inglese ha espresso la sua peculiare cifra improvvisativa delicata e coinvolgente, pregna di innumerevoli suggestioni provenienti da varie epoche.

La Notte della Banda, in una Piazzetta Le Monache colma all'inverosimile, ha affiancato l'organico di 43 elementi della Banda di Ruvo, protagonista di importanti attività discografiche e concertistiche, a vari ospiti. Dopo l'inizio affidato alla direzione di Michele Di Puppo e al consueto sorprendente repertorio operistico, La Banda ha mostrato la propria versatilità affidandosi alla direzione di Eugenio Colombo con ospite il sax di Dario Cecchini, che a sua volta l'ha diretta in una sua composizione in stile funky, poi a Livio Minafra con le Faraualla in Dio pazzo, Dio pane, a Ihab Radwan nella suggestiva composizione di Michel Godard Su l'onda d'amore, a Peppe Barra in una coinvolgente ed esilarante versione in musica composta da Livio Minafra della fiaba La vecchia scorticata di Giambattista Basile, e a un plateale scatenatissimo finale con Pino Minafra nella sua Fantozzi.
 
La serata finale ha dapprima visto l'esibizione del duo fra Michel Godard (basso el., tuba, serpentone) e Ihab Radwan (oud). I due hanno recentemente pubblicato il loro «Doux désirs» per l'etichetta salentina Dodicilune, e in concerto hanno confermato l'ottima impressione data dall'ascolto del cd, eseguendo composizioni di struggente melodicità, intrise di delicata nostalgia. Mentre Godard è nome ben noto in Italia, non altrettanto si può dire per l'egiziano Radwan, che ha suonato il suo strumento con perizia e intensità, sposando mirabilmente la poetica del francese.

La chiusura del Talos era affidata al Canzoniere Grecanico Salentino, che grazie all'intuito del direttore artistico veniva affiancato, dopo alcuni brani del suo repertorio eseguiti con la formazione usuale, dagli ottoni del Talos Bass Brass Ensemble (due flicorni tenore, due flicorni baritono, due tromboni e due tube) e ospitava gli interventi solistici di Godard, Pisani e Ottaviano. La sezione bassa della banda incontrava così le frequenze alte del Canzoniere e la direzione di Pisani, Ottaviano e Livio Minafra, aggiungendo un colore inedito ai ritmi del gruppo.

Più che mai si percepisce che questo festival è espressione di un'intera cittadina che vi partecipa con l'entusiasmo e il calore di un nutrito gruppo di giovani volontari, con una foltissima partecipazione ai concerti, con l'intervento degli enti pubblici (Comune e Regione), il partenariato di varie associazioni, la collaborazione delle principali realtà socio-culturali locali e il sostegno di alcune imprese. Un esempio virtuoso di politica culturale – e di politica tout court - che andrebbe preso a modello, senza dimenticare che esso trae la propria forza dalla competenza, dalla volontà e dalla passione del direttore artistico e dei suoi familiari che lo sostengono nella sua capacità di sognare e realizzare i propri sogni per migliorare la propria comunità.







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Data pubblicazione: 23/09/2017

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