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Liberi! Liberi di rincorrersi, cercarsi, trovarsi, sfuggirsi, sostenersi. Tessere minuto dopo minuto la trama di una simbiosi musicale assolutamente perfetta, magica, vera, densa di musica, di storie, di poesia.
Biondini e
Girotto
agguantano lo stesso sottile filo che li unisce e si slanciano laddove non sapevano di potervi giungere. Brano dopo brano scoprono una tale affinità che diventa più rimarcata proprio nel momento in cui l'uno
diviene complemento dell'altro.
Due strumenti, solo due, sono capaci di coinvolgere l'ascoltatore trascinandolo nei loro percorsi e senza accorgersene ci si ritrova avvolti da una musicalità talmente ricca di sfumature che non si fa a tempo a coglierne tutte le peculiarità che già si è in un nuova storia. Quella degli Aires Tango (un nome, una lunga storia) con unisoni e piroette dove i due viaggiano sicuri. Quella della Terra Madre di
Biondini, carica di pathos, quella dei Desaparecidos dove
Girotto riesce ad esprimere il terrore delle storie di questi ragazzi. L'incredibile
Mosaico di Biondini dove i virtuosismi energici di
Girotto
diventano a tratti grida di suoni estremi ottenuti solo grazie alla grande
passionalità che entrambi sono capaci di iniettare all'interno di questa
musica. La dolcissima e bellissima A Francy, dove il moxeno flute di Girotto disegna una dedica che si staglia nel silenzio oscuro e intimo di un amore importante. L'improvvisazione totale che inframezza Sorrisi, un momento in cui sembra quasi ovvio rilassarsi e lasciarsi andare completamente, appagati. Il lento, quotidiano lavoro dell'Abeja en le Jardin che controlla tutti i suoi fiori. E poi gli svariati incontri popolari di Ciudad, Antartico, Choroso dove i due viaggiano in sintonia come due ballerini compagni da tempo e consci del punto esatto dove l'altro andrà a trovarsi. La chiusura è affidata al tango, come l'apertura, un tango dedicato alla luna, quella che probabilmente ha illuminato i due artisti nella realizzazione di questo album eccellente.
Liberi quindi, da ogni schema, da ogni regola. Svincolati dagli stili, intenti a fare musica, solo musica. Una musica sempre pronta a impadronirsi di chi ascolta e a mantenerne in ostaggio i sentimenti, le emozioni. Su tutti, una sentita nota di merito particolare va a Mosaico
e A Francy, eseguite in modo unico.
Marco Losavio per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 21/06/2005
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