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ENJA RECORDS
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AA.VV.
Ballads the World Vol. 4

1. Remember me - Jenny Evans (England)
2. Home - Myriam Alter (Argentina)

3. Peace - Chet Baker (USA)
4. Azul Amento - Rosanna & Zélia (Brasile)
5. Insensatez - Dusko Goykovich (Brasile)
6. Malinconie - Antonio Faraò (Italia)

7. Balladi - Gilad Atzmon (Israele)
8. Mistytorway - Jean Louis Matinier (Francia)
9. A Child is Born - Walter Norris (Usa)
10. Frunza Verde, Sol de Peschte - Nunu! (Romania)
11. Fado - Maria Joao (Portogallo)
12. Blue Bolero - Abdullah Ibrahim (Sud Africa)

Probabilmente le selezioni (il termine compilation non mi aggrada) non hanno bisogno di recensioni. Si presumono, comunque, gradevoli visto che dovrebbero essere il meglio di qualcosa (anno, label, genere, etc…). Ma tale assioma non è sempre valido, soprattutto perché da qualche tempo a questa parte, la musica jazz viene accomunata a produzioni squisitamente mercantili che nulla hanno a che vedere con il jazz; oppure vengono messe in commercio compilation (adesso il termine è appropriato) che si fregiano di essere "il meglio della musica jazz" e via dicendo.

Ovviamente non è il caso di questa selezione prodotta dall'ENJA RECORDS, dove le scelte hanno un main theme legato al suono dei popoli, alla voce dei popoli, seppur ricondotta nell'ambito della musica jazz.

Le nazioni coinvolte sono diverse: dall'Inghilterra ad Israele, dalla Francia al Sud Africa, dal brasile all'Italia. Sembra apparire un filo conduttore, melanconico quanto basta, a legare i dodici brani selezionati presenti nel Cd. Potrebbe essere un tema etnico appartenente alla cultura jazz del mondo, ma il vero tema comune è l'eleganza degli stessi brani selezionati.

Si apre con una sofferta versione di Remember me di Purcell, eseguita con passione vocale da Jenny Evans, per incrociare la bellissima Peace di Chet Baker, dolce icona opportunamente consona ai nostri giorni.

Soave e struggente è l'esecuzione del talentuoso pianista italiano Antonio Faraò dal titolo Malinconie, che delizia l'udito in piano solo e che, a sua volta, passa il testimone alla tormentata Balladi dell'Israeliano Gilad Atzmon.

Tenebroso il Fado di Maria Joao che ci riconduce nella storica mestizia portoghese.

Anche la versione del classicissimo Insensatez di Jobim, eseguito magistralmente da Dusko Goykovich, contribuisce a dare a questo lavoro quella piacevole sensazione "notturna" e di piacevole mistero. Sensazione acuita dal Bolero di Abdullah Ibrahim e dal brano di Myriam Alter, Home (con il grande Dino Saluzzi al bandoneon).

Una selezione da gustare sorseggiando un buon bicchiere di vino in compagnia o da soli, meglio se al chiar di luna.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia







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Data pubblicazione: 31/10/2004

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