Le secolari pietre che formano l'ipogeo della masseria "Il Trappeto" di
Monopoli, hanno accolto
Irio De Paula,
uno dei più grandi chitarristi della cultura brasiliana.
La sua reinterpretazione dei classici "Garota
de Ipanema" di Jobim e "Aquarela do Brazil"
composta da Ary Barroso nel lontano '39, riscaldano subito l'atmosfera di un pubblico
attento alle mille sfumature nella conduzione del fraseggio e della dinamica sempre
"carica" di poesia, soprattutto nei momenti di "pianissimo" quasi sussurrato, in
cui le corde della chitarra sembrano far "vibrare" il silenzio e tutta la delicatezza
di quel "sentimento" malinconico tanto noto in ogni parte del mondo, quando si pensa
alla Bossa Nova.
In "Canto de Ossanha" di Baden Powell
e Vinicius de Moraes e "O Que Serà" di C.Buarque
de Hollanda, le introduzioni armoniche dal sapore flamenco, e la presenza della
caratteristica "batida", stile inventato da Joao Gilberto nel tipico modo
di suonare la chitarra. La mano destra di
Irio De Paula
si muove morbidamente senza mai arpeggiare, alternando il pollice sui bassi, spesso
con il "tapping" della mano sinistra e conferendo grande lirismo ai due temi principali,
pensati anche con le "mille" espressioni del viso.
Ad anticipare la chiusura è la volta di "Manha
de Carnaval" arrangiata come una ballad dal sapore più jazzistico ed
infine "Mulher Rendeira" giocata tutta sulla
morbidezza ritmica dell'accompagnamento nei suoni gravi della mano destra.
Irio De Paula,
quindi, resta sempre un grande poeta del suono, ispirato - e visivamente emozionato-
nel far rivivere le radici della sua terra e della storia di un popolo che si racconta
cantando.
Nono appuntamento della rassegna Jazz Art, curata da Fabrizio Detommaso
e Viero Affatato:
Gianluca PetrellaTubolibre Quartet, che nell'atmosfera magica della masseria Il Trappeto
di Monopoli in provincia di Bari, ha regalato brividi e adrenalina. Il ricordo
del buon "vecchio rock" con il brano "The Wind Cries Mary"
di J. Hendrix, crea un'atmosfera fatta di suoni sempre "nuovi" e mai scontati, sia
per gli arrangiamenti, che per la libertà espressiva di tutti i musicisti.
Mauro Ottolini al
susafono
che riesce a far vibrare come un contrabbasso, Gabrio Baldacci alla Fender
Stratocaster e Cristiano Calcagnile alla batteria, vengono spinti sempre al limite
delle possibilità dal loro leader
Gianluca Petrella,
non a caso giudicato dalla critica come uno dei migliori trombonistiin circolazione.
In "Black and Tan Fantasy" di Duke
Ellington, invece, il panorama cambia completamente, quando il tema enunciato
in stile dixieland dal trombone e dal
susafono
viene rielaborato con maestria da Gabrio Baldacci che trasforma completamente
il suono della sua fender stratocaster, sfiorando le corde con un archetto per violino.
"Charlie M" degli Art Ensemble of Chicago
e "Mr Rencore", vengono suonati in stile funk,
sino ad arrivare alla bellissima cover di "Teardrop"
dei Massive Attack e al riarrangiamento "dissonante" di "Epistrophy"
di T.Monk, con la partecipazione del sassofonista Gaetano Partipilo.
Il bis viene più che acclamato da un pubblico calorosissimo, ed è la volta
di "All the world is green" di Tom Waits
a ricordarci che la musica è una, come sembra abbia voluto suggerirci
Gianluca Petrella,
che si tratti di jazz, rock, dixieland, funk o blues.
Mauro Ottolini With Gianluca Petrella Live Marabu' Napoli