Chick Corea Stefano Bollani Piano Duo – 3 luglio 2011 - Tortona (AL), Piazza Duomo di Andrea Gaggero foto di Massimiliano Farinetti
Stefano
Bollani si unisce un pezzo di storia del piano jazz, grande musicista,
forse non sufficientemente stimato nonostante i premi che continua a ricevere, che
risponde al nome di Chick Corea.
Affermare che sia Corea ad unirsi a Bollani non è del tutto corretto, ma questa
è l'impressione che suscita l'ascolto di oltre due ore di musica: dalla scelta di
ampia parte del repertorio, alla volontà di trasformare il concerto in un happening,
dal ruolo di sostegno e propulsione ritmico armonica che Corea svolge per tutto
il tempo, sorretto da una sincera umiltà che gli permette di essere sovente al servizio
dell'altro pianista, tutto sembra confermare l'assunto. Certo è che il ruolo di
Corea appare insieme insostituibile e accessorio.
Il concerto si apre su un fitto dialogo
di sapore hindemithiano per poi sciogliersi in note sparse e ripartire su un tempo
serrato. Fin dalle prime note emerge prepotentemente il profondo interplay tra i
due pianisti e la grande capacità di ascolto reciproca.
Subito dopo
Stefano
Bollani improvvisa sulle armonie di Sophisticated Lady che, detto
per inciso, rimane uno dei brani più seducenti della storia del jazz; Corea infine
cita più da vicino il meraviglioso profilo tematico-armonico pur senza esporlo compiutamente
ma rendendolo riconoscibile e sostiene Bollani dimostrando la sua profonda conoscenza
della storia di questa musica.
Il pianista milanese è il più energetico e, perlomeno inizialmente fors'anche un
poco teso per l'occasione, ma la tensione si stempera e il pianoforte rimane un
compagno, un amico, una ellingtoniana "mistress" e poi "…quanto ci si divertiamo
a pizzicare la cordiera e usare la cassa come uno strumento a percussione!",
frasi che rimbalzano tra i due, poi un serrato gioco, infine ammiccamenti vari che
sfociano in un blues parkeriano a ricordarci che la storia di questa musica è lì
dietro le spalle e che non è loro intenzione sconfessarla o allontanarsene troppo.
Si apre qui una chiave di lettura/decodifica della musica del duo: schemi melodico-armonici
tratti da brani celebri, standard mirabilmente collegati tramite parti più o meno
ampiamente improvvisate sulla base di un interplay quasi stregonesco.
La magia si ripete con il bel tema di TeusOlios (reso
immortale da Joao Gilberto) che viene qui, esposto con la giusta souplesse da Bollani
a cui si deve probabilmente attribuire anche la scelta.
Il concerto fa una pausa, troppo presto, per consentire di accordare
i pianoforti, e nella seconda parte è Corea in primo piano e la differenza in termini
timbrici e di voicing tra i due risulta evidentissima: bruno e pastoso il suo timbro,
flessivo e sereno nell'articolazione delle frasi il pianismo di Corea fa da contraltare
al suono squillante e all'articolazione energica e arabescata di Bollani. La differenza
traspare persino nel seguente, più noto brano a firma Dorival Caymmi, quel Doralice
reso celebre per la sua presenza in quell'archetipo della bossa nova, che è tutt'oggi
Getz-Gilberto. Bollaniano fin nella scelta è il pianista milnese ad esporne
il tema ed va ad affrontare il brano con "giovanile slancio".
Corea in solitudine ci ricorda come anche lui discenda "per li
rami" da Bill
Evans. Emerge poi il tema di Blue Bossa che si inasprisce e contrae
ritmicamente. L'ellingtoniano Take The A Train è preso ad un tempo esageratamente
veloce e strapazzato da Bollani. A Corea il compito di tentare di ristabilire un
equilibrio. Poi un tema arioso che conferma la straordinaria capacità d'ascolto
di Corea e di mettersi al servizio della musica.
Poi il coreano irresistibile Spain si trasforma presto in un happening che
coinvolge il pubblico invitato a riprodurre, come un monumentale coro, le semplici
frasi esposte dal pianoforte.
Concerto di alta qualità musicale e di grande spettacolarità,
che ha forse sofferto un poco della irruenza e incontenibile inventiva ed energia
del Nostro, Corea per tutto il concerto ha svolto "anche" il ruolo di mentore e
sostegno ritmico-armonico con una umiltà e dedizione alla musica rare, ha tentato
anche di riportare ad un ambito più sereno e riflessivo la musica, riuscendovi quasi
sempre.