Stasera al Blue Note avremo modo di ascoltare la morbida e poetica voce del sax tenore di Charles Lloyd, accompagnato da un affiatata sezione ritmica e da una pianista di eccezione: Geri Allen. Con questa formazione è già stato in tour, eseguendo una serie di bellissimi concerti. Charles Lloyd, mitico tenorsassofonista ora sessantacinquenne, è una leggenda della West Coast americana formatosi alla scuola di John Coltrane. Di sangue metà cherokee e metà irlandese, inizia la sua carriera a Los Angeles, affiancando e a volte sostituendo Ornette Coleman ed
Eric Dolphy. L'apice del suo successo lo tocca verso la metà degli anni '60, raggiungendo l'incredibile vetta di vendita di un milione di copie del suo album "Forest Flower" registrato live al Festival di Monterey. Viene ammesso al
Fillmore di San Francisco, dove erano di casa acclamati artisti quali Janis Joplin, Jimi Hendrix, Grateful Dead ed altri mostri sacri della musica rock. Nessun jazzman aveva mai raggiunto simili traguardi prima di allora.
Conosce la sua massima notorietà negli anni '60 con il quartetto "Flower Power". Il gruppo era formato da giovanissimi musicisti estremamente talentuosi e promettenti: alla batteria c'era infatti Jack De Johnette, e il pianista era nientemeno che Keith Jarrett. Con questo gruppo conquistò le platee rock di tutto il mondo, esibendosi anche in Unione Sovietica.
Desideroso di approfondire lo studio delle religioni orientali e di dedicarsi alla meditazione, si allontana dalle scene per una decina d'anni, per ripresentarsi nuovamente alla ribalta della scena musicale agli inizi degli anni '80, fiancheggiato da Michel Petrucciani, indimenticabile pianista e artista, scoperto anch'egli dal grande tenorsassofonista.
Nel 2001 esce un doppio album di Charles Lloyd: "Lift Every Voice" con Geri Allen al pianoforte,
John Abercrombie alla chitarra, Marc Johnson e Larry Grenadier
che si alternano al contrabbasso e Billy Hart alla batteria. Si tratta di una raccolta di spirituals, folk songs, hymns (inni), standards, love songs e protest songs. E' la risposta di Charles Lloyd ai tragici fatti dell'11 settembre 2001. Quella sera avrebbe dovuto suonare al Blue Note di New York, ma a causa della grave sciagura che aveva colpito la città la serata venne rinviata al venerdì successivo.
Nel 2004 Charles Lloyd
pubblica per la ECM " Which Way Is East"
in cui raccoglie delle registrazioni effettuate con il compianto Billy Higgins alla
batteria, chitarra e vocals pochi mesi prima della sua scomparsa.
Si presenta ora al pubblico del
Blue Note di Milano, accompagnato da una sezione ritmica composta unicamente da musicisti di colore. Al pianoforte (Charles Lloyd ha dimostrato costantemente nella sua carriera, attraverso le sue scelte quanto fosse per lui importante l'accompagnamento pianistico) troviamo una dotatissima Geri Allen, una delle migliori pianiste presenti sulla scena musicale contemporanea: nel 1988 viene scritturata da Wayne Shorter; nel 1990
Ron Carter e Tony Williams la definiscono "strabiliante pianista degna di stare vicino a Mary Lou Williams"; nel 1995 viene incoronata
"Lady of Soul" per l'album Jazz dell'Anno ai Soul Train Awards. Originaria di Detroit ha suonato con musicisti d'avanguardia quali Steve Coleman e l'M-Base Collective. Ha inciso con
Anthony Cox, Andrew Cyrille, Charlie Haden, Paul Motian,
Ron Carter, e recentemente con Mal Waldron.
Al contrabbasso troviamo un giovane e raffinato Reuben Rogers e alla batteria un altrettanto giovane e dotato
Eric Hartland.
Abbiamo modo di assistere a un set veramente affascinante: accompagnato da una sezione ritmica
molto affiatata e con una pianista del calibro di Geri Allen, Charles Lloyd ha catturato la completa attenzione del pubblico in sala con la voce eterea e morbida del suo sax tenore che ci rimandava ad atmosfere etniche ed orientaleggianti. Abbiamo anche avuto modo di apprezzarlo al flauto traverso, in brani poetici e spirituali. Un gran bel concerto con musiche contemporanee ad alto potere evocativo. Più di una volta, durante il concerto, mi sono ritrovata a osservare, con gli occhi della mente, degli scenari che lui ed il suo gruppo avevano dipinto con le loro note ed i loro ritmi davanti ai miei occhi…. Per questo mi sorge spontaneo il confronto con le opere pittoriche dei grandi impressionisti: con i fraseggi del suo sax, Charles Lloyd, e la sua eccellente sezione ritmica riescono a dare delle pennellate luminose alla loro tela, creando zone di luce e ombra proprio come farebbe un Maestro sulla sua tela.
A fine concerto ci complimentiamo con Charles Lloyd e con tutti i suoi musicisti per la musica, le emozioni e le sensazioni che ci hanno offerto, e ci viene incontro un uomo estremamente affabile, gentile e aperto al contatto umano. Magnifica serata.
28/11/2009 | Venezia Jazz Festival 2009: Ben Allison Quartet, Fabrizio Sotti trio, Giovanni Guidi Quartet, Wynton Marsalis e Jazz at Lincoln Center Orchestra, Richard Galliano All Star Band, Charles Lloyd Quartet, GNU Quartet, Trio Madeira Brasil, Paolo Conte e l'Orchestra Sinfonica di Venezia, diretta da Bruno Fontaine, Musica senza solfiti del Sigurt�-Casagrande Duo...(Giovanni Greto) |
15/11/2009 | I Triad Vibration al Blue Note di Milano: "Una bellissima serata, il sound dei Triad Vibration è coinvolgente, energetico, ipnotico, riporta alle radici...si passa da contaminazioni jungle, tribali, funky, etniche a influenze world music, jazz, latin jazz, blues, e addirittura house." (Eva Simontacchi) |
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Data pubblicazione: 01/08/2004
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