Il flautista Stefano Benini prosegue
nel suo intento di diffondere e approfondire l'uso del flauto in ambito jazzistico.
E lo fa anche attraverso i suoi lavori discografici sempre caratterizzati da una
certa varietà di temi attraverso i quali il musicista veronese sviluppa il suo linguaggio
musicale.
Nel recente Fortynine Forever è ben
coadiuvato dal suo quartetto che include Marcello Tonolo al piano,
Danilo Gallo
al basso, Walter Paoli alla batteria e Sbibu alle percussioni, ospiti
di rilievo: Pietro
Tonolo al sax e Giordano Grossi al basso, ma solo in alcuni brani.
Undici quelli presenti nel cd, di cui nove a firma del leader, che spaziano tra mainstream,
bop e modern jazz, con qualche trasbordo nel free jazz. Temi di facile assimilazione
ed improvvisazioni, ottimamente sviluppati, danno modo al leader di prodursi in
alcune occasioni anche in un esercizio di virtuosismo che può non guastare se serve
a catturare qualche ascoltatore in più. E così si susseguono
Clip Seven, dalla struttura tipicamente jazz,
Baya, frenetica e sgusciante, prima vera occasione
di tutto il cd per esprimere qualcosa di meno convenzionale. Poi, subito di seguito,
il brano-frammento, Logic one, con l'intervento
di uno dei due special guest,
Pietro Tonolo.
In 060804 (Strange Logic), brano composto
dal contrabbassista
Danilo Gallo,
pregevole il dialogo del suo sax con il flauto del leader che genera in
continuità una ballata ricca d'atmosfera.
Ma Benini ci sorprende con Desert, brano
dal sapore esotico sgorgante di suoni descrittivi e ipnotizzanti tra i quali si
inserisce un solo dell'ottimo contrabbassista
Danilo Gallo.
L'ultima citazione è riservata a Free for three,
un omaggio in trio ad un jazz libero e creativo, senza il piano di Marcello Tonolo,
prezioso il suo contributo negli altri brani, ma con un ispiratissimo Sbibu per uno dei momenti più intensi dell'album. In
Fortynine Forever Stefano Benini esibisce
le sue qualità di strumentista e compositore ma non chiarisce l'ambito che predilige,
è una rinuncia voluta o una scelta rinviata?
Giuseppe Mavilla per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 22/02/2009
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