Il recente lavoro di
Domenico Caliri,
che per metà compare nel nome del gruppo, si avvale, oltre che del leader alla chitarra
elettrica e agli effetti, dell'affiatata coppia ritmica, composta da Antonio
Borghini al contrabbasso e da
Cristiano Calcagnile
alla batteria, entrambi presenti in un altro interessante disco, 'Chant',
edito sempre dall'etichetta mestrina ed uscito nel 2004.
Il CD, prodotto nella consueta elegante confezione cartonata, presenta
14 brani, composti tutti dal chitarrista messinese, ad eccezione di 'Art
Deco', definita dal leader nelle note di copertina, un "omaggio a
Don Cherry, una poesia melodica che spesso mi piace citare nei concerti del
CAL TRIO".
Difficile da etichettare, la musica di
Caliri
spazia da un jazz delicato, che può ricordare certe atmosfere friselliane - è il
caso di 'Per una foglia',
eseguito in solitudine come omaggio alla moglie Laura - ad uno contemporaneo/creativo,
estremamente variabile nel ritmo, nella timbrica, nel tema - pensiamo a 'Centro
storico' - a uno spezzettato e pulsante jazz rock degli anni '70 ('Credici'),
ad un rock grintoso, zeppo di distorsioni, quasi una cupa jam-session, come nel
brano iniziale 'Ubi Maior'.
Tecnicamente i tre musicisti si dimostrano assai versatili. Il leader, come
ogni buon chitarrista moderno, si compiace di padroneggiare una cospicua serie di
sonorità, timbri ed effetti, usando spesso lo strumento distorto o con il wah-wah
come nella graziosa 'Jacovitti',
nella quale
Calcagnile libera la sua fantasia controllata, mentre Borghini
mantiene un accompagnamento scarno, ma solido affinchè il brano non debordi.
Calcagnile,
diventato una presenza frequente nel veneziano, è ormai una sicurezza sia come leader
- nel caso del citato 'Chant', che come collaboratore nei più diversi contesti
- Stefano
Bollani, Cristina Donà, Rova Saxophone quartet - fino al recente, ahimè
disertato concerto, con il violoncellista canadese Tristan Honsinger al teatro
Candiani, nel cui gruppo figurava anche Borghini. Quest'ultimo si dimostra
musicista attento ad ascoltare gli altri e delicato solista come nel lungo assolo
all'interno di 'Lei e il gatto'.
Ottima l'incisione per un'etichetta attivissima che sta ritagliandosi uno spazio
sempre maggiore nel panorama del nuovo jazz italiano.
Giovanni Greto per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 11/08/2006
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