Questa cosa è in assoluto la più importante di tutte.
La prima delle priorità. E' l'unica arma importante di chi non studia musica
ma possiede una forte musicalità. BISOGNA ASCOLTARE, ASCOLTARE, ASCOLTARE.
Le persone più dotate musicalmente "sanno" istintivamente cosa "rubare" da quello
che ascoltano. Lo scopo primario dell'ascolto è l'IMITAZIONE…
Quindi ascoltiamo, poi COPIAMO…Brutta parola, vero? Copiare…ci ricorda la scuola,
quando dovevamo nascondere ai professori i nostri maldestri tentativi di farci passare
il compito dei compagni di classe…E' forse per questo che questa pratica viene assolutamente
trascurata da molti neofiti? Perché l'associamo mentalmente con qualcosa da nascondere,
di cui ci dobbiamo vergognare?Vi faccio una proposta: perché non cambiare punto
di vista ed associare l'ascolto dei grandi jazzisti alla parola ESEMPIO? Un buon
insegnante deve saper fornire spiegazioni chiare di ogni aspetto del canto jazz
e dell' improvvisazione, ma poiché studiamo MUSICA, cosa c'è di più efficace di
quello che ASCOLTIAMO con le nostre orecchie? Chi più dei grandi può fornirci una
serie di risposte valide su tanti quesiti?
Ancora una volta se mi permettete torno ad un esempio tratto dal mio percorso
personale. Sono rimasta "folgorata" dal jazz a soli 12 anni, ascoltando casualmente
un disco di Thelonious Monk.
Da allora sono diventata una appassionata ascoltatrice di jazz (e all'inizio più
di quello strumentale!)…a quell'epoca non mi sognavo neppure di poter cantare quelle
cose che ascoltavo dai miti del jazz…nonostante la mia giovanissima età mi rendevo
perfettamente conto di quanto quella musica meravigliosa fosse difficile da suonare
(o cantare)…Però è stato fondamentale per me assimilare lentamente, seppure indirettamente,
quel linguaggio per molti anni, anche se come semplice appassionata.
Perciò oggi mi meraviglio profondamente di quanti aspiranti allievi/e hanno una
conoscenza spesso scarsa o quasi inesistente della musica dei grandi maestri del
jazz, e ancor più del "repertorio" che un buon musicista/cantante di jazz dovrebbe
conoscere. Del resto dovrebbe essere una cosa scontata che si desideri cantare o
suonare la musica che più si ama!
Una prima fase di ascolto per così dire "passivo" farebbe sicuramente bene a
chi vuole avvicinarsi al jazz da musicista…un ascolto passivo, anche se più superficiale,
presenta il vantaggio di non veicolare tensioni nocive collegate all'ascolto come
"oggetto" di studio in sé e per sé, e costituisce solo una piacevole (ma utilissima!)
attività ricreativa. Ma quando passiamo al ruolo di allievi, ecco che l'ascolto
deve trasformarsi da passivo in "attivo", il che presuppone un altro livello di
attenzione, preparato a sua volta da un attenta valutazione di COSA ascoltare, e
COME ascoltare. Su questo argomento vorrei tornare in seguito nelle lezioni successive.
Per ora limitiamoci a fissare alcuni punti, e innanzitutto la differenza tra ascolto
INTENSIVO ed ESTENSIVO.
Quest'ultimo si riferisce alla quantità di materiale ascoltato: è ovvio che più
materiale ascoltiamo, conosciamo e cataloghiamo, più disponiamo di una grande varietà
di stimoli cui attingere. E' auspicabile che la nostra cultura musicale si allarghi
dal jazz al mondo latino-americano, alla musica classica ed a qualunque altra cosa
possa fornire stimoli adeguati al nostro cervello ed al nostro cuore. Il mondo latino-americano
in particolare è ricchissimo in stimoli da un punto di vista ritmico (e non solo)…pensate
alla bossa nova e al samba brasiliano, ai ritmi cubani, al tango argentino, e chi
più ne ha, più ne metta! E poi tutti sappiamo quanto i jazzisti abbiano attinto
a questo repertorio…non è certo un caso!
Come allievi di jazz ci interessa molto l'ascolto intensivo, che è quello più
mirato sul repertorio, cui accennavamo prima. Ascoltare per approfondire nei grandi
musicisti l'aspetto ritmico, analizzare il fraseggio, trascriverne gli assoli, ecc.
può dare a ognuno di noi, che non dovremmo mai smettere di essere allievi anche
quando diventiamo maestri, grandi insegnamenti.
Dunque con la presente sezione si conclude questo primo ciclo di lezioni sul
canto jazz che volevano essere un excursus introduttivo sull'argomento, utile (si
spera) a coloro che vogliono avvicinarsi all'arte dell'improvvisazione e farsi un'idea
di quale sia il lavoro da svolgere ed i vari aspetti da approfondire.
Mi farebbe piacere ricevere i pareri di allievi e docenti a riguardo e attendo
proposte su specifici quesiti da affrontare prossimamente e che possono interessare
i lettori di queste lezioni.
Buon studio!
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Data pubblicazione: 29/01/2012
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