Laura Pigozzi: Buongiorno a tutti. Siamo qui per parlare della voce, dei suoi problemi e delle sue possibilità. Ci sono due o tre cose nuove che vorrei dirvi, nuove anche per chi ha seguito il seminario l'anno scorso, in modo da fare un passo successivo rispetto a quanto già detto.
Ma non vorrei togliere la possibilità a tutti voi naturalmente di esprimere quelle che sono le vostre domande, le vostre curiosità, le questioni che vi arrovellano il cervello sulla voce, magari da tanto tempo. Per cui, se siete d'accordo, comincerei con un giro di domande, come al solito, così tanto per scaldare l'ambiente e per conoscerci un po'.
Armando Mario: Noi ci siamo conosciuti l'anno scorso a questo seminario. Da un anno sto con una ragazza che fa la musicista...
Laura Pigozzi: Mi fa piacere, ne siamo tutti contenti… (risa tra i partecipanti…)
Armando Mario:…volevo chiederle se, in base a questo rapporto molto buono, è possibile che si abbia un miglioramento della voce. Da quando, cioè, ho questa buona intesa con la mia partner (io sto davvero molto bene), mi sto accorgendo che la mia voce è diversa, è migliore. E' possibile che dipenda anche da questo? Ecco volevo chiedere questo anche ad altri, nel caso abbiano esperienze simili, chiedere a lei…..
Laura Pigozzi: Certo, certo… qualcun altro ha qualche ricordo di questa magnifica esperienza di un nuovo fidanzato/a?……(commenti di sottofondo). E' una esperienza consigliabile, sotto ogni profilo. Effettivamente, lo dico per chi non lo sa, mi sono occupata spesso di rapporti tra psiche e canto, perchè sono anche psicanalista, oltre che insegnante di canto, e queste mie due passioni spesso confluiscono anche nelle mie ricerche.
Chiaramente la voce è una specie di cartina tornasole di tutti i nostri stati d'animo, per cui nella voce, nella sua grana, possiamo leggere molto bene tante cose. Ad esempio, quando un allievo arriva a lezione capisco subito, da come parla, ancora prima che vocalizzi o canti, se c'è qualcosa che va bene o che non va affatto, per lui, in quel momento. Questa trasparenza della voce è quindi, ovviamente, una cosa positiva ma anche, in un certo senso, negativa della voce, poiché può condizionare una performance, nel momento in cui non stiamo bene.
Guardate, per svolgere una qualsiasi attività creativa, prima di tutto bisogna star bene. Capite dunque che, per stare sull'esempio proposta da Armando, scegliersi bene il proprio partner non è cosa così secondaria...
Un compagno/una compagna che ci sostenga e che non ostacoli le nostre scelte e i nostri desideri, è qualcosa di indispensabile per chi vuole occuparsi con serenità della propria creatività.
L'altra cosa importante, altrettanto importante, è avere una buona tecnica, che costituisca una base solida, che ci supporti anche quando non siamo in perfetta forma. Per cui, quando capita di non stare bene (e può capitare anche con i migliori partners), la nostra tecnica non permetterà alla nostra perfornance di scendere al di sotto un certo livello. Quindi per quanto noi stiamo male o siamo scontenti, o nel caso in cui abbiamo, più semplicemente, delle affezioni alla gola, ecc., la nostra base tecnica sarà la nostra sicurezza.
Dunque, la risposta ad Armando è sì, c'è un legame tra lo stato psicofisico e la voce. La voce gode quando noi godiamo e così gli altri possono godere della nostra voce. C'è una strettissima relazione tra voce e stati d'animo. Quando ascoltiamo qualcuno, sentiamo già dalla voce, prima che con la testa, se quella persona ci sta dicendo qualcosa in modo sincero o no. A volte si dice una cosa pensandone un'altra, e da una certa incrinatura del timbro vocale, si capisce che il pensiero del parlante è esattamente il contrario di quello che sta dicendo. La voce suona come falsa. C'è una nota stonata che registriamo, senza che si producano reali stonature nel suo suono. Si tratta di esperienze quotidiane no? "Ah, come sei carina oggi!", dice la falsa amica e te lo dice con una tale voce che tu capisci immediatamente che quel giorno era meglio per te non uscire! (..risate…)
La voce è proprio un po' lo specchio della verità, come gli occhi, ma meno manipolabile. Ad ogni modo, se stiamo bene, abbiamo anche una bella voce. Il fatto di costruirsi una vita con equilibrio, circondandoci di persone che ci danno e non ci tolgono e che ci aiutano a coltivare la nostra passione, quindi che non creano un muro rispetto alla nostra passione, ci è di molto aiuto perché cantare è facile, ma cantare bene è molto difficile e costa tanti sacrifici. E' un lavoro che dura anni: questa voce che non viene fuori e che non è come noi la vogliamo, su cui lavoriamo, lavoriamo, lavoriamo, un lavoro a volte frustrante. Se in aggiunta abbiamo anche un compagno o una persona che ci ostacola, tutto diventa ancora più faticoso. Cercarsi dei pateners che amiamo e che ci aiutino a coltivare le nostre passioni è molto importante: abbiamo già troppe cose che ci tolgono energia nella vita quotidiana.
Francesca Moio: come si fa a controllare l'emozione? E' l'insicurezza che fa avere paura?
Laura Pigozzi: naturalmente il palcoscenico più lo si frequenta e meno fa paura. L'insicurezza, comunque, è propria dell'essere umano; le persone appaiono più o meno sicure. Non crediate però che le persone che appaiono sicure lo siano davvero, spesso si tratta di una maschera. Oppure è il frutto di un lavoro fatto su se stessi. Ad esempio, quando io dico che sono timida, c'è gente che non può crederlo, ma è vero io sono timidissima. Il canto per esempio mi ha aiutato moltissimo a tirar fuori il piacere di dare qualcosa; perché è questo che noi dobbiamo cercare quando cantiamo; dobbiamo cercare di stare bene sul palco per far star bene chi ci ascolta, perché nella nostra voce trasmettiamo anche quelle cose positive o negative che non sono controllabili. Quindi, al di là del fatto che la nostra voce possa piacere o no, il fatto che questa voce veicoli qualcosa di buono per l'altro, è quel che davvero l'altro sente e ti rimanda poi sotto forma di energia, una energia che si trasmette e circola tra le persone. L'insicurezza è di tutti, cioè non ci sono persone al di sopra di questo. L'uomo nasce prematuro: nel senso che, tra gli esseri viventi, l'uomo è l'animale che ha bisogno, per il tempo più lungo rispetto ad ogni altra specie, delle cure materne. In questo lungo svezzamento l'insicurezza può trovare un argine, oppure può radicalizzarsi. In generale, possiamo anche sostenere che l'insicuro può esssere una persona che si pone delle questioni, non necessariamente cioè è una persona che ha di meno. Può darsi che invece abbia di più, più attenzioni, più sensibilità. L'insicuro ha una ricchezza che può utilizzare. Come? Pensando, ad esempio, che l'emozione ci sostiene quando cantiamo. Senza emozionarsi non si canta bene. La nostra esecuzione sarà magari buona, ma fredda. La voce ha il potere di trasformare la paura che chiude lo stomaco, che ci paralizza, in un'energia, in una passione che possiamo trasmettere a chi ci ascolta. Certamente a qualcuno di voi sarà capitato di stare su un palco con una grande platea e di sentire, dal palcoscenico, salire un'energia che dà la carica e che fa fare, a volte capita, una esecuzione davvero emozionante. L'insicurezza, cioè, è un punto di sensibilità e senza sensibilità non si fa arte. Ovviamente non bisogna lasciare che ci domini, ma trasformare quel momento di panico in un momento di piacere, anche per noi. Non è facile, ma continuando ad avere relazioni con il palcoscenico e quindi a fare serate, la paura si ridimensiona. Soprattutto bisogna stare attenti che non cada mai, perché un po'di insicurezza, un po' d'emozione e un po' di paura, sono necessari. Io ce l'ho ancora, e ne sono contenta. Bisogna mantenerla un pochino: è ciò che ti mette in circolo l'adrenalina che fa sì che tu, cantando, riesca a comunicare qualcosa.
Elisabetta: vorrei chiedere: quale tipo di alimentazione bisogna tenere per curare la voce?
Laura Pigozzi: diciamo che ci sono due momenti importanti nell'alimentazione di un cantante. Il primo è la dieta quotidiana che deve essere molto equilibrata, ad esempio carboidrati a mezzogiorno e proteine la sera… non è una dieta per dimagrire, attenzione, ma è una dieta che segue il ciclo energetico del corpo. Sappiamo per esempio che i carboidrati la sera sono meno digeribili quindi la sera si evitano, si mangiano al mattino, si mangiano a mezzogiorno e non la sera… con poco alcool e poco caffè. Un'altra cosa da tener presente è che ci sono delle persone pur non soffrendo di ernia iatale, possono avere dei raspini in gola dovuti al fatto che ci sono degli alimenti che non sono per loro tollerabili: per esempio le verdure a costa bianca la sera o il caffè (a qualunque ora del giorno) possono essere la causa del fastidio e possono non saperlo. I pomodori, ad esempio, possono portare acidità e l'acidità non fa bene alla voce. Naturalmente questo non vale per tutti, ma ci possono essere degli alimenti che, per persone un po' più sensibili, possono essere a rischio.
Elisabetta: gli zuccheri?
Laura Pigozzi: gli zuccheri vanno bene… perché sono quelli che ci danno energia e sono quelli che danno lucidità e forza da utilizzare quando ci esibiamo… Ci sono poi degli alimenti che sono utili prima della performance vocale. Si tratta di alimenti ad alto contenuto salino che operano una sorta di vasocostrizione che dona un po' più di tono al nostro timbro. Questi alimenti sono le acciughe, i capperi, il grana o parmigiano, il prosciutto crudo, le olive … quindi questi alimenti andrebbero presi senza pane, poco prima della nostra esibizione, ed in quantità moderata. Ricordarsi che quando si canta si deve mangiar poco, perché usando il diaframma, la zona deve rimanere libera. Inoltre se si mangiano quantità eccessive di cibi salati, si ha una grande sete… e quindi avremo l'effetto di secchezza delle fauci che è un'altra cosa da evitare. Ovviamente gli alimenti non passano dalle corde vocali, voi sapete che noi abbiamo l'epiglottide, che è la parte superiore della laringe che fa da valvola tra i due tubi, uno che va verso i polmoni e uno che va verso lo stomaco, quindi in realtà quello che noi mangiamo non passa dalle corde ovviamente, però aiuta dando delle modificazioni a livello delle tensioni dei tessuti.
Daniela Gastaldi: io volevo sapere quanto può influire negativamente quello che noi respiriamo, nel mio caso polveri, ecc……
Laura Pigozzi: Prima di risponderti volevo completare la risposta precedente parlando di alcool. Molto spesso i ragazzi dicono: Ah..ma se bevo poi canto meglio! Se uno beve un bicchiere può anche darsi che gli serva per avere quel minimo di disinibizione che aiuta sul palco. Però il vino, l'alcool o i super alcolici fanno perdere concentrazione, fanno perdere il controllo della voce….pensiamo di cantare meglio perché ci sembra tutto più facile, in realtà non ci accorgiamo se siamo calanti o stoniamo…quindi alcool con moderazione…perché apparentemente siamo più bravi ma in realtà abbiamo meno controllo sulla qualità della voce.
Per rispondere alla domanda di Daniela, diciamo che quello che noi respiriamo è fondamentale, dovremmo vivere al mare perché lo iodio è una cura naturale, una medicina fantastica per le corde. Se per es. andiamo in bicicletta in città, bisognerebbe usare la mascherina. Anche l'aria troppo fredda fa male. Le polveri sono dannosissime….
Comunque, anche in situazioni di aria pulita, bisogna respirare con il naso, perché i peli del naso filtrano e lungo il percorso fino alla gola, l'aria si riscalda. L'aria fredda è micidiale ed è bene indossare sempre delle sciarpine leggere anche d'estate…soprattutto con gli sbalzi cado-aria condizionata.
Daniela Gastaldi (lavora in una fabbrica ed è sempre a contatto con sostanze e polveri nocive; le domandiamo se ha cambiato lavoro ci risponde): Ho cambiato solo la postazione, ma mi rendo conto quando canto ad esempio in un locale molto fumoso la mia voce ne risente.
Laura Pigozzi: Guardate io penso che bisognerebbe disertare i gestori dei locali non attrezzati di buoni impianti di aspirazione … sono stata la settimana scorsa a sentire un allievo che cantava in un bel pub, a Milano, ma alla fine del primo tempo mi sono scusata e sono dovuta andare via perché non era tollerabile stare in quell'ambiente asfissiante. Per me bisognerebbe rendere deserti questi posti dove non viene curata l'aria perché è una mancanza di rispetto per gli avventori e per gli artisti. Perché cantare in mezzo al fumo fa male, le corde non ne godono di certo. Ricordiamoci che in caso di alta esposizione al fumo, si possono avere edemi cordali. La respirazione, che normalmente decongestiona le corde, se viene fatta su aria sporca, le congestiona e le infiamma.
Un'altra questione importante, in casa durante gli inverni secchi tenete sempre un umidificatore, perché la voce sta bene al caldo e all'umido… quindi mai aria fredda e secca ma preferite sempre caldo umido e quando non abbiamo la possibilità di umidificare l'ambiente, beviamo, perché le nostre fauci devono essere sempre umide. Cerchiamo sempre di avere comportamenti quotidiani che portino ad una buona igiene orale.
Francesca: … per quanto riguarda gli esercizi?
Laura Pigozzi: Gli esercizi sono importanti, da fare sempre sotto l'orecchio attento dell'insegnante per evitare strapazzamenti ed errori. Vi ho portato delle foto di corde vocali. Nel tempo mi sono accorta che anche cantanti da lunga data non avevano mai visto l'anatomia delle loro corde. (Laura mostra le foto.) Ecco, vedete, sono fotografie, non disegni, e sono tratte da un libro di medicina. Sono ottenute con una sonda inserita in gola, la prospettiva è verso dall'alto della laringe, vediamo quindi le corde e la glottide, che è lo spazio tra le corde, cioè quello spazio tra le corde che, se è chiuso, produce il suono e, se è aperto, permette di respirare. Queste sono le nostre corde, quelle a cui dobbiamo la nostra voce e che dobbiamo mantenere sane.
Si parla di corda ma in realtà si chiamano labbra, i primi anatomisti le chiamavano labbra…non so cosa ne pensiate ma anatomicamente, infatti, somigliano molto … (risata generale in quanto si allude alla forma esterna vaginale delle grandi labbra) all'organo sessuale femminile esterno.
(Laura mostra la cartilagine del pomo d'Adamo della laringe invitando gli allievi ad emettere un suono vocalizzato su una "a ", mentre si toccano il pomo d'Adamo…). In corrispondenza del punto in cui sentite la vibrazione sono sistemate le corde vocali, in senso orizzontale. Quindi la nostra colonna d'aria sale dai polmoni, aiuta ad aprire le corde, e, in caso di fonazione, si ha un movimento velocissimo di apertura e di chiusura delle corde, in cui i lembi si toccano ‘sfarfallando', per così dire, e l'aria si trasforma in suono.
Che cosa può succedere alle corde? Può succedere che usandole male le corde si stressano, provocando una ipotonia (dal greco poco tono), che ha come effetto un abbassamento della voce, quindi le nostre corde invece di essere belle toniche diventano come le corde di una chitarra scordata e non c'è più un buon suono. L'ipotonia si può curare con esercizi di logopedia basati sulla tecnica del respiro. Quindi quando le nostre corde sono stanche, proviamo a sdraiarci per terra e cominciamo a fare una respirazione profonda e non necessariamente quella diaframmatica, ma quella prediaframmatica, quella in cui la nostra pancia diventa un piccolo panettoncino per effetto dell'abbassamento diaframmatico e poi espiriamo con una "s" che controlla l'emissione.
(Laura invita gli allievi a provare la respirazione): inspiriamo dal naso ed espiriamo come se imitassimo il suono di un palloncino che si sgonfia; cominciamo a svuotarci partendo idealmente dal pube, perché ricordiamoci che si canta con tutto il corpo, soprattutto con la parte centrale. Il collo è solo una zona di passaggio, è importante, ma la zona dove dobbiamo sentire al lavoro è quella centrale del tronco. E' lì che avviene l'appoggio.
(La classe prova……) E' sostanzialmente questo tipo di respirazione che permette alle corde di ossigenarsi. Ecco un esercizio che potete anche fare da soli, anche se queste indicazioni non sostituiscono affatto quelle di una eventuale logoterapia, intendiamoci: sdraiati, in posizione comoda, per chi ha mal di schiena, con le gambe piegate. Inspirare in quattro tempi, teniamo la pancia piena per quattro tempi, questa cosa serve ad educare il respiro, poi espiriamo emettendo una "s" per quattro tempi e poi teniamo la pancia totalmente vuota per altri quattro tempi. Questo tipo di esercizio ossigena le corde educando il respiro. Questo non vale solo per i cantanti, ma per tutti quelli che hanno bisogno di ossigenare il corpo. Una volta diventati bravi con questo esercizio si passa a sei tempi, a otto e a dieci tempi, ma con molta calma. Finchè non siete bravi su uno step non passate ai successivi. Attenzione: fare sempre dei set di tre o quattro volte, non di più altrimenti c'è un iperventilazione che può far girare la testa. Questo è un esercizio utile, sempre… Allora ossigenandole noi ridiamo vigore alle corde,
mantenendole in uno stato di salute e di benessere. La cosa importante è che questo tipo di respirazione è utile anche per cose più gravi dell'ipotonia. Noi naturalmente cerchiamo di non arrivare all'ipotonia, che viene spesso sottovaluta anche dai medici, ma ricordiamoci invece che può essere un'anticamera dei noduli. Perché sei noi abbiamo un'ipotomia e viene diagnostica e chi ce la diagnostica ci dà gli esercizi di logopedia per affrontarla, la cosa si può risolvere. Ma ho visto casi in cui, non diagnosticata, il soggetto continua a cantarci sopra.
Allievo: l'ipotonia come si manifesta, cioè come ce ne accorgiamo?
Laura Pigozzi: la voce diventa stanca, come se facessimo tanta fatica, come se ci pesasse cantare; una voce un po' soffiata e soprattutto si vede anche dalla postura del cantante, anch'essa stanca, il soggetto non sta più bene eretto… la fatica è la caratteristica fondamentale di questa fase.
Ennio Canu: ma l'ipotonia non ha periodi alterni? Mi spiego se un giorno uno ha la voce ipotonica non è che il giorno dopo torna ad essere normale? Se la cosa è patologica dal momento in cui ci si avvia in quella strada il problema diventa continuativo… perché magari può esserci anche il periodo di particolare stanchezza e di stress
Laura Pigozzi: io parlo di ipotonia cordale, una cosa cioè che non potete decidere voi, ma l'otorino o il foniatra, l'ipotonia generale della persona sappiamo incide sulla voce, in quel caso sono stanco e depresso e tutto questo si ripercuote sulla voce …ma non è detto che sia ipotonia cordale.
Ennio Canu: … e da lì non c'è un ritorno se non ci si avvia ad una cura…
Laura Pigozzi: Esatto. L'ipotonia cordale si decide con esami specifici. Non basta una diagnosi di stress, perché questa è una situazione a cui regiamo soggettivamente, diversamente dunque. Qualcuno si deprime in caso di malessere e qualcuno reagisce in maniera opposta cioè in maniera maniacale. Qualcuno cioè, può contrastare questa emissione stanca, questa mancanza di tono con un iperattività. Allora è difficile diagnosticarla solo guardando il soggetto ed è per questo che l'ipotonia va diagnosticata con analisi ed esami. Ricordatevi che chi canta tanto, è bene che ogni anno o ogni due faccia un controllo, anche in assenza di sintomi.
Anna Perrone: … chi soffre di tiroide può avere qualche problema in più?
Laura Pigozzi: dipende molto da come si conforma il problema tioroideo, però potrebbe anche non comportarne assolutamente. Certo nel caso di ipotiroidismo grave, la voce è roca. Ma qui i problemi sono ben più gravi che preoccuparsi della qualità della voce.
Tornando all'ipotonia, nel caso in cui non venisse curata con la logopedia, non è raro che si trasformi in una ipertonia, cioè un irrigidimento delle corde, con voce molto secca metallica, un po' stridula; si sente, cioè, che c'è molta tensione; ed è facile vedere anche il soggetto che, nel canto, irrigidisce il collo; tutte le fasce muscolari sono in tensione e si vede il collo che è sotto sforzo. Il nostro collo non deve faticare, occorre invece aprirlo perché la voce sia bella e libera.
Francesca: se il collo è rigido la laringe non riesce a muoversi, quindi qual è la posizione che bisogna tenere?
Laura Pigozzi: vediamo di chiarire la questione. La mia laringe sta nel collo e deve avere spazio, anche perché la laringe è un organo mobile, può scendere, salire e basculare. Sugli acuti ovviamente un po' sale, ma noi che ci occupiamo di canto moderno, dobbiamo far si che non salga troppo, altrimenti produciamo la voce lirica. Allora cosa succede se io piego il collo? Succede che la mia laringe non ha più spazio e produco una voce intubata; quindi il cavo faringeo, il collo, deve stare morbido. Se io piego la mia faringe, cioè il mio collo, la laringe viene costretta, ma lo stesso se io alzo il mento, magari pensando di prendere meglio gli acuti, invece riduco lo spazio faringeo e il suono rimane strozzato. Bisogna cantare con una posizione del collo piuttosto dritta, con lo sguardo avanti e basso, in modo che il collo sia comodo e la zona cervicale non sia compressa, in modo, cioè, da avere l'ampiezza massima della faringe. Quando invece guardiamo in alto pensando di prendere l'acuto, strozziamo malamente il suono.
Francesca Moio: in una mia esperienza precedente mi è stato insegnato a prendere l'acuto guardando verso l'alto e spingendo ma non con il diaframma… penso, ma non sono sicura, si trattasse di voice craft..
Laura Pigozzi: quando si canta non bisogna creare tensioni di nessun tipo.. certamente la nota va pensata e non ostacolata nell'emissione, e soprattutto nel modo di emetterla. Per esempio un buon trucco per pensare alle note alte è guardare con gli occhi verso il basso (senza piegare il collo!) e fare un gesto di apertura con le mani e le braccia. Proviamo insieme:
(la classe prova l'emissione di un La alto, prima normalmente, e poi, una seconda volta, con il movimento di apertura delle mani e guardando il movimento, cercando anche di pensare che a quella apertura corrisponda l'apertura del collo e provando a sentire la differenza rispetto al suono prodotto precedentemente sulla stessa nota).
Avete visto come il suono prodotto nel secondo caso, con il movimento di apertura, risulta più sostenuto e più pieno. Succede invece spesso che, nel prendere una nota alta, la gola si stringe: questo succede soprattutto quando non siamo educati al canto. Infatti, il meccanismo di chiusura della gola è una sorta di difesa della gola stessa, rispetto alla difficoltà correlata alla nota alta. Se noi invece diamo al nostro cervello un impulso contrario, come un segnale di apertura fatto con le braccia, la reazione di difesa è un po' più neutralizzata, e la gola si chiude meno. Mi spiego meglio: la nostra testa (la nostra paura) dice "caspita è alta questa nota" e subito si attiva il meccanismo di difesa e di chiusura. Invece, se nel momento stesso in cui ho questo pensiero, guardo il movimento di allargamento delle mani e delle braccia, è come i due impulsi contraddittori si annullassero e la gola evita la dannosa chiusura. Cioè, giustamente su una nota alta il collo chiude perché si protegge, ma dal momento che noi stiamo imparando a fare dei suoni in modo da non stressare la laringe e abbiamo bisogno di questi piccoli trucchi soprattutto quando, facendo i vocalizzi, arriviamo in una zona critica, che per ognuno è diversa, guardiamo basso e pensiamo a qualcosa che si apre. Questo ci aiuterà.
Daniela Gastaldi:.. durante una serata? Lo pensiamo soltanto?
Laura Pigozzi: Guarda, ho un allievo che è il cantante di una delle prime cover band italiane, e quando gli ho spiegato questo trucco, mi ha detto: "finalmente riesco a fare delle cose meravigliose", quindi con una mano tiene il microfono e con l'altra apre….
Francesca: MI è capitato di cantare in una maniera un po' diversa e mi è stato detto che soffrivo di ingolfamento di laringe… ci sono delle volte che mi sembra di cantare in una maniera strana, tipo Anastacia… quando io faccio questa voce ho la sensazione di essere una rana…questa voce però mi permette lo stesso di andare su…
Laura Pigozzi: Guarda certi modi un po' spinti di usare la voce, finchè vengono usati come abbellimenti del canto che fai una volta ogni tanto su pezzi particolari, va bene, ma se questo è il tuo modo normale di cantare, le tue corde potrebbero sovraccaricarsi di lavoro. Cioè la tecnica della voce spinta si può usare solo, a mio parere, su una buona base di tecnica classica, quando cioè sappiamo come appoggiare il suono. Allora diventa una marcia in più, quando diventa un modo per dare un po' più "di gas" su certi punti melodici.
Francesca: … a me facevano fare gli addominali oppure dovevo prendere un libro e spingerlo contro l'addome…
Laura Pigozzi: i suoni prodotti sotto sforzo, senza una tecnica di base sottostante e, soprattutto, pensati come modalità abituale di canto, possono produrre un irrigidimento del collo.
Francesca…. Mi è sempre stato detto di non cantare in questa maniera al di fuori delle lezioni…
Laura Pigozzi ecco appunto….
Francesca… a volte mi accorgo che mi viene più facile andare su; facendo così però la voce perde bellezza…
Laura Pigozzi: perde armonici… domandiamoci cosa succede quando la vostra collega va in alto in quella maniera, cioè caricando sulle corde. Ricordiamoci innanzitutto che noi abbiamo due grandi casse di risonanza che sono la cassa toracica e la testa, il collo come vedete è un passaggio, noi siamo fatti un po' come un violino, come una chitarra, nella cavità toracica risuonano i bassi nella testa gli alti… il collo serve al passaggio, alla miscela, sevolete, tra bassi e alti. Per avere una bella voce dobbiamo avere una voce piena di alti ma anche costruita su solide fondamenta che sono i bassi… che cosa succede, invece, se io lavoro facendo forza sulla chiusura del collo?… chiudo gli armonici bassi del petto e la voce risulterà fastidiosamente acuta. Il mio suono sarà anche brillante ma manca di colore, di armonici, di ampiezza.
Elisabetta: anch'io ho fatto voice craft e secondo me è una buona tecnica… io non mi sono mai sentita appesantita sulle corde vocali anzi… le ho sentite alleggerite perché facendo ancoraggio con il collo e le spalle comunque avevo la potenza per poter fare delle note anche piccolissime … ed era il mio corpo che faceva tutto il resto. Io non ho mai avuto la sensazione di chiudere il collo…il mio insegnante ogni tanto mi tirava da dietro per darmi l'ancoraggio e farmi allargare il collo…è ho ottenuto una voce che neanche pensavo di avere…e anche un esercizio con la vibrazione delle labbra (l'allievo fa l'esempio).
Laura Pigozzi: Sì, quell'esercizio lo conosco, è ottimo e lo uso molto anch'io con gli allievi. Non è propriamente un esercizio di voice craft, è di S. Riggs e serve per andare verso gli alti non alzando troppo la laringe e quindi non usando il registro lirico. L'importante è, quando si insegna un suono aggressivo, insegnare anche una buona tenuta.
Naturalmente sulla voce ci sono tante scuole di pensiero; ad esempio, noi non sappiamo, a tutt'oggi, come si produce la voce… (reazioni di incredulità nel pubblico)....davvero. Ci sono due teorie che si fronteggiano, sull'argomento. C'è la teoria mioelastica che sostiene che la colonna d'aria che spinge sulle corde, viste come passive, le fa aprire e chiudere; oppure la teoria cronassiale che sostiene che le corde siano dotate di un innervazione propria, dunque attive, e che tale innervazione permette loro di aprirsi e chiudersi. Quindi queste due teorie, che non hanno ancora trovato un punto in comune, sono le due teorie principali sulla produzione della voce, ma come potete capire completamente diverse, una pensa alle corde in maniera passiva, una pensa alle corde come attive. Oggi rimane ancora un mistero su come si produce la voce.
A mio parere una delle poche cose certe, è che il lavoro della voce parte dal centro del corpo. C'è qualcuno di voi che fa danza moderna? Nel canto è un po' come nella danza moderna: parte tutto dal centro. Quindi tutto il movimento parte da lì, allora se noi abbiamo un lavoro che parte dal centro, le spalle non devo sapere neanche di averle, il collo non lo devo allargare pensando di allargarlo… il collo si allarga perché non penso a lui. Se penso troppo al collo, il mio collo si riempie di tensione, quindi io devo non avere tensioni come nella danza il movimento partendo dal centro diventa armonico grande perché al resto non penso.
Ci sono due attività sportive che fanno bene al canto: una naturalmente è il nuoto perché amplia la cavità toracica e l'altra è la danza moderna perché ci insegna a lavorare partendo dal centro del corpo. C'è un recupero della naturalità nel canto corretto che deve seguire come siamo fatti noi, il nostro corpo non prevede tensioni, ma prevede che quando abbiamo recuperato una stazione eretta abbiamo lavorato in questa zona centrale per tenerci su, quindi è questa la zona che conta… il collo è solo una parte di passaggio non ci dobbiamo pensare. Qui il suono si produce perché l'aria si trasforma in suono, ma in realtà l'energia del suono si produce qua, più in basso,.. dall'appoggio.