La
laringe è la fonte di produzione del suono. Si tratta di un organo mobile
formato da cartilagini, la più voluminosa delle quali è la cartilagine
tiroidea, o pomo d'Adamo, visibile sulla parte anteriore del collo. Questa
cartilagine è la più voluminosa di tutte e costituisce una sorta di scudo
protettivo per le altre cartilagini della laringe.
All'interno
della cavità laringea troviamo le due corde vocali.
La figura 1 mostra le corde vocali chiuse (stato di fonazione) e
la figura 2 le corde aperte (stato di riposo). Quando le corde sono aperte
abbiamo la fase di silenzio: l'aria passa e permette la respirazione. Quando le
corde si avvicinano e vibrano c'è produzione di suono, prodotto dal passaggio dell'aria.
fig.1. Corde in fonazione
fig. 2. Corde a riposo
Le
figure vanno viste come in sezione orizzontale laringea.
Immaginando
di scendere, dall'alto, all'interno della laringe, prima delle corde vocali vere e proprie, incontriamo
le false corde vocali. Dunque si può
dire che le corde vocali sono 4: due superiori, false, con funzione protettiva,
e due inferiori, vere, con funzione fonatoria. Le false si chiamano così perché
non servono a cantare (se stimolate, producono un suono sordo e rauco).
Tra
le vere e le false c'è uno spazio di circa 2 mm.
Le
false corde sono più sottili e quasi prive di fasci muscolari, le corde vere
sono invece spesse e corredate di importanti fasci muscolari.
D'ora
in avanti parleremo sempre e solo di quelle vere.
Il
suono si produce utilizzando il passaggio dell'aria tra le corde, unitamente
all'azione dei muscoli vocali che sono, a loro volta, comandati dai centri
nervosi cerebrali.
L'importante
funzione cerebrale nella fonazione spiega il motivo per cui il canto sia
un'attività sia fisica che psichica, dunque perché i disturbi dell'umore
o i traumi possono giocare un ruolo inibitore sulla voce.
Lo spazio allungato in cui le corde vocali sono collocate si
chiama glottide o rima glottica. La misura della lunghezza
della glottide, e dunque delle corde vocali,
è di circa 14-20 mm nella donna e 18-25 mm nell'uomo. La misura della
larghezza della fessura tra le corde, varia a seconda dei movimenti delle
corde. Aumentando l'altezza del suono le corde si avvicinano sempre di più fino
a chiusura quasi totale nei suoni alti. La misura di massima apertura si
ottiene durante il riposo (il silenzio) ed è di circa 7 mm.
Le differenze timbriche della voce dipendono anche dallo
spessore delle corde: le corde più sottili
appartengono a persone con
voce più
leggera ed acuta; corde grosse producono invece suoni più tondi e gravi.
Per chi avesse desiderio di
"vedere" le proprie corde,
ricordo che con un semplice esame di controllo foniatrico (da effettuare
periodicamente), ognuno può guardarle comodamente sul monitor dell'apparecchio
medico. E' una bella "presa di coscienza" che ci aiuta a visualizzare uno
strumento "invisibile" quale è quello che i cantanti usano (a differenza di
altri musicisti). Possiamo così dare un maggior senso di realtà a questo nostro
strumento musicale interno e, con la convinzione che davvero laggiù c'è
qualcosa, possiamo essere invogliati a trattarle meglio. Cosa che i cantanti
troppo spesso non sanno fare e sottopongono le loro povere corde ad eccessivi e
dannosi carichi di lavoro
La laringe è un organo mobile che può salire e scendere. Con
l'esercizio (da fare con l'insegnante) si cerca di ottenere un movimento
laringeo morbido, senza "salti".
Evitare un abbassamento o un innalzamento eccessivo della laringe.
La laringe si appoggia alla colonna cervicale che,
attraverso il sistema osseo, mette il corpo in risonanza. Il vero suono
scaturisce da tutto il corpo. Recenti studi hanno dimostrato che è possibile
rimodellare la struttura del corpo di un individuo, modificandone la voce.
Intervento di Laura Pigozzi a Radio24 nella trasmissione Essere e Benessere di Nicoletta Carbone
Inserito il 11/9/2001 alle 15.51.54 da "robidemo" Commento: Mi sembra un'ottima iniziativa ! Brava.
Inserito il 20/9/2002 alle 14.43.38 da "paolamei" Commento: Scopiazzamenti e inesattezze varie non fanno di queste 'lezioni' una buona cosa, sopratutto per chi inizia. Studiare, studiare, studiare sopratutto la fisiologia del passaggio. Mit Liebe Paola
Inserito il 25/10/2002 alle 0.55.36 da "ylerock" Commento: e' molto chiaro . e' quello che mi aveva spiegato la mia mitica insegnante di canto jazz. brava!.... chi non capisce e scrive scarso secondo me e' solo strageloso!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Inserito il 15/1/2003 alle 18.30.28 da "massariel" Commento: Molto interessante! Posso fare una domanda nella speranza di ottenere risposta? Mi ha colpito il discorso relativo allo spessore delle corde in base al quale viene emesso un suono più o meno grave (o acuto). So di avere forse un timbro più acuto che grave, ma sono in grado di emettere suoni molto diversi anche "gravi". Da cosa dipende? Le mie corde vocali sono grosse o sottili? Ad es. una cantante come Mina in grado di produrre suoni così differenti, che tipo di corde vocali può avere? Forse sono coinvolti altri elementi che ci consentono di creare suoni più o meno gravi? Grazie e complimenti Elena
Inserito il 24/2/2003 alle 10.58.40 da "laura.pigozzi" Commento: Cara Elena, come per tutte le cose la struttura fisica predispone…ma non dispone completamente. Il lavoro modifica la connotazione somatica. Anche se ovviamente è più facile per chi ha corde spesse ottenere anche suoni acuti di testa, piuttosto che per chi ha corde sottili ottenere buoni bassi. “Le pliche vocali sono suscettibili di assottigliarsi istantaneamente potendo così avvicinarsi ora come degli spessi cuscinetti, ora come delle lamelle sottili. La variazione di spessore della plica determina il passaggio da un registro all’altro” (La Huche Allali, La voce: anatomia e fisiologia, p.115) Ciao! Laura Pigozzi
Inserito il 27/11/2003 alle 16.17.03 da "xsannino" Commento: grazie per i suggerimenti e complimenti
Inserito il 2/12/2003 alle 19.59.14 da "ironmaiden89" Commento: Con un controllo foniatrico è possible osservare eventuali danneggiamenti alle corde vocali?
Inserito il 3/12/2003 alle 15.37.35 da "laura.pigozzi" Commento: Risposta a ironmaiden89. Certamente un controllo foniatrico è sempre utile per chi canta. Io consiglio ai miei allievi almeno una visita di controllo (foniatrica o otorino-laringoiatrica) all'anno. La visita foniatrica dà informazioni indispensabili sulla funzionalità dell'apparato vocale e quindi anche del sistema cordale. Un esame accurato delle corde, soprattutto sul piano anatomico, viene rivelato specificamente nelle visite otorino-laringoiatriche. Un caro saluto Laura Pigozzi
Inserito il 9/1/2004 alle 11.56.52 da "missjuliette" Commento: Esiste qualcosa che possa rendere le corde vocali piu' spesse? ginnastica,medicine o quantaltro?
Inserito il 19/1/2004 alle 13.51.57 da "laura.pigozzi" Commento: Risposta a missjuliette_NOSPAM_@libero.it Non esiste nulla che cambi la conformazione anatomica delle corde (fortunatamente). Certamente l'esercizio costante le rende più elastiche e toniche, quindi capaci di produrre suoni migliori. Ciao! Laura Pigozzi
Inserito il 17/2/2004 alle 2.22.26 da "tobiassammet" Commento: Salve, sono un ragazzo di 22 anni, scrivo dalla Sardegnia, precisamente da Oristano. Cercavo su internet, informazioni su seminari e lezioni, ed ecco che sono arrivato qui. Canto da circa 6 anni, ma più intensivamente da 2, sono un barittono con punte da tenore, ho ricevuto lezioni di canto moderno, appunto solo in questi ultimi 2 anni, infatti sono decisamente migliorato, respirazione, uso del diaframma, voce di testa ecc.. Proprio quest'ultima però, mi crea non pochi problemi. Ho un gran "sbalzo" di estensione, tra voce e falsetto, il falsetto arriva ben oltre la voce, mi ritrovo praticamente con due voci, che ancota non riesco ad usare, cioè, qualche volta riesco a fare bei vocalizzi, altre volte e quando li devo fare, non ci reisco! io canto HardRock/Heavy Metal, ho una voce nasale, con un gran volume, devo ammettere che mela cavo molto di piu sui bassi, non mi interessa fare vocalizzi sovraumani, quello che mi piacerebbe, e imparare la tecnica, saperla utilizzare e lavorarci su per migliorarla. il mio insegniante, mi ha spiegato il suo mettodo, che consiste in questo: Intonare una nota con la voce di petto, e poi intonare la stessa con il falsetto, facendo questo vien fuori una sorta di "singhiozzo" e li, entrare di diaframma.. So che sembra un pò pazza la cosa.. Cmq se mi puo aiutare, sarò felicissimo.. Per me è molto importante il canto.. Grazie! Luca.
Inserito il 18/2/2004 alle 23.56.20 da "laura.pigozzi" Commento: Rusposta a tobiassammet@interfree.it Caro amico, se capisco bene la situazione che mi descrivi, mi pare di poter dire che sia necessario per te cercare di collegare le due voci, quella di petto e quella di testa. Non è difficile andare in alto con la voce di testa (quello che tu chiamoi falsetto). La cosa davvero complicata, ma indispensabile, è lavorare sul passaggio tra queste due voci in modo da renderle omogenee ed averne una sola. Naturalmente occorre innanzitutto rendere agile la laringe (esercizi appropriati che ti spiegherà il tuo insegnante, come ad esempio un vocalizzo su scala di quinta fatto a 'gradini' progressivi). E poi lavorare con vocalizzi sull'area del passaggio. Questo lavoro è duro ed il suo risultato una vera conquista. Un carissimo saluto, Laura
Inserito il 28/7/2004 alle 19.50.39 da "flodol13" Commento: Cara Laura, mi chiamo francesca, e ho trovato molto interessanti le tue pagine. Quando ero molto piccola avevo cominciato la carriera di promettente star della musica leggera italiana... eh eh, partecipando qua e là a varie manifestazioni canore della mia provincia (ascoli piceno).poi per un motivo o per l'altro non ho proseguito aspirando ad altro. Ironia della sorte, con il canto non è finita solo la mia potenziale celebrità, ma dopo ben 15 anni ho scoperto di avere dei seri problemi al sistema fonatorio a causa della mia incapacità di parlare correttamente. Quando lo racconti alla gente sogghigna o al massimo non capisce. nessuno si rende conto di quanto sia difficile saper parlare. all'età di 18 anni anni e periodicamente -adesso ne ho 25- mi tornano e si riassorbono degli enormi noduli alle corde vocali. Come riuscire a spiegare a tutti che saper parlare non è così facile come credono, per lo meno quando non lo fai naturalmente... io non uso il diaframma ad esempio. ora non so cosa fare. ricomincerò la logopedia come già in passato. quello che mi preoccupa è il mio "sogno nel cassetto": l'insegnamento. Ho la tipica malattia dell'insegnante senza ancora avere un posto da insegnante!...curioso!eh?!Cmq volevo dirti che sarebbe bene a mio avviso parlare di queste cose ai bambini ed ai giovani perchè sembrano una cosa così sporadica i polipi e la scorretta fonazione ma sono invece patologie diffusissime. un bacio
Inserito il 26/8/2004 alle 16.18.06 da "laura.pigozzi" Commento: RISPOSTA A FRANCESCA: Carissima Francesca, ti ringrazio moltissimo della tua preziosa testimonianza. Effettivamente, come dici, sull'argomento voce c'è una superficialità preoccupante che può essere fonte di comportamenti patologici. La tua storia può essere molto utile ai ragazzi che iniziano a cantare e che spesso lo fanno senza preoccuparsi troppo degli aspetti tecnici. Per quanto ti riguarda, ti auguro di incontrare terapisti che sappiano restituirti una buona tecnica diaframmatica e di appoggio vocale, in modo che tu possa coronare il tuo sogno di diventare insegnante e, chissà, di ritrovare anche la tua voce nel canto. Ti abbraccio affettuosamente, Laura Pigozzi
Inserito il 10/9/2004 alle 20.01.54 da "gianlu.moro" Commento: GRAZIE...sei una di quelle persone che danno davvero tanto conforto, anche se il mezzo è realmente materiale e privo di contatto umano. Sto capendo tante cose.
Inserito il 11/9/2004 alle 17.28.41 da "laura.pigozzi" Commento: risposta a gianlu.moro@tiscali.it Grazie, le cose che dici mi hanno commosso ed emozionato. Sono davvero una bella restituzione per la passione che metto nelle cose che faccio. Un caro saluto, Laura Pigozzi
Inserito il 17/1/2005 alle 2.24.34 da "leon_ardho" Commento: Penso che molto di cio che riguardi il canto chiami in causa un elemento:la capacita di ascoltare.Molte volte ho invitato le cantanti con cui lavoro ad ascoltare gli acuti di Celin Dion per vedere come lei riesca ad emetterli in maniera melodica e musicale usando una voce mista molto gradevole.Ma mi capita che mi guardano come per dire "ke e' sta voce mista? e poi propio tu che canti cosi male (e' vero purtroppo!!)mi vieni a parlare di tecnica?" Stasera ho letto in questo sito cose che avevo gia intuito o che almeno avevo considerato plausibili (mi ci voleva giusto un' autorevole conferma) Il mio orecchio musicale e' infallibile e mi aiuta a capire tante cose ma la voce invece risulta un po bruttina secondo me per un problema che tu hai trattato:io penso di avere la voce piena e la voce di testa completamente divise, o canto con l'una o con l'altra. Sono quindi costretto ad usare solo la voce piena (con notevole sforzo)con il risultato che il suono risulta piuttosto secco , privo di profondita e non molto espressivo.A riguardo mi ha colpito la tua frase che alcuni cantanti possono ritrovarsi 3 voci scoordinate tra di loro(spero di aver capito bene cosa volevi dire) Ho studiato lirica 2 anni ma poi ho preferito smettere (ma la passione resta) GRAZIE E COMPLIMENTI!
Inserito il 24/1/2005 alle 16.52.44 da "laura.pigozzi" Commento: Risposta a Leonardo: Ha perfettamente ragione. Per cantare bene bisogna anche saper bene ascoltare. Ma purtroppo per imparare alcune tecniche, ad esempio la voce mista che Lei molto opportunamente cita, occorre studiare molto e non solo saper ascoltare. Proprio per l'impressione di naturalezza che la voce mista ha, non ci si rende conto della quantità di studio che richiede! La voce mista è proprio l'effetto della risoluzione di quel passaggio tra voce di petto e di testa. Solo così abbiamo un'unica voce in tutta l'estensione e non due voci dissimili. Lo studio della lirica è sempre molto interessante... però i lirici non usano, a quanto mi risulta, la voce mista, che si impara quindi meglio in un corso di canto moderno. Spero di non offendere nessuno, sostenendo questa tesi che è supportata dalle mie osservazioni su allievi di canto moderno che provenivano da studi lirici e ai quali ho dovuto insegnare questa tecnica. Tenuto conto che gli studi lirici sono, per altri argomenti, importantissimi. Un caro saluto, Laura
Inserito il 7/2/2005 alle 13.46.29 da "tononialessia" Commento: sono un ragazzo di 17 anni,canto canzoni originali senza problemi di bocelli e di musica leggera, volevo sapere quando e cosa può dire che la mia voce ha smesso di cambiare.il cambio voce lo avuto 4 anni fa ho un estensione che ha voce normale arriva fino a un SI e vado a lezioni da una soprano ,tendo verso la lirica ma non canto lirico "vero".volevo sapere inoltre perchè il mio insegnante di puianoforte(che non m'insegna canto) sostiene che diventerò un baritono e mio fratello gemello un tenore; mio fratello possiede una voce un pò più chiara di me , ma abbiamo le stesse estensioni +o- ,canzoni di una certa tonalità alta non riesce a farle mentre io sì,ha una voce non molto impostata e non riesce a tenere acuti lunghi, mentre io si e senza molti problemi.grazie vorrei una risposta al piu presto in particolare quando potrò sapere che la mia voce non cambierà più.ps: non abbiamo disturbi alle nostre voci tuttora e le controlliamo abbastanza bene.
Inserito il 8/2/2005 alle 13.18.14 da "tononialessia" Commento: sono sempre io volevo sapere cosa è questa voce mista ,in cosa consiste?ma la voce di testa è il falsetto?
Inserito il 12/2/2005 alle 2.19.11 da "poliuto75" Commento: salve a tutti e complimenti per il lavoro svolto. Sono un cantante lirico e per caso son capitato su questa pagina web che ho trovato interessante.Volevo solo fare alcune precisazioni sulla Voce mista. Ho letto che la voce mista è pressocchè sconosciuta agli operatori lirici mentre sarebbe una prerogativa del canto cosidetto leggero o moderno (o meglio ancora aggiungerei naturale),mi dispiace dovervi dis-illudere ma l'uso della voce mista petto/testa è di fondamentale importanza nello studio del canto di agilità ottocentesco sopratutto per il versante delle voci tenorili che di questo artificio ben conoscevano gli esiti fenomenali a livello di estensione e di agilità.Ahimè un certo canto cosidetto di forza praticato negli anni che vanno dal 1° dopoguerra ad oggi ci ha fatto dimenticare tutto questo in favore di cantanti spara acuti e basta e tra l'altro nemmeno così acuti.Oggi le cose ,per fortuna cominciano ad andare meglio e ci sono cantanti in grado di ridare dignità alla voce mista in un determinato repertorio. Uno di questi è Juan Diego Florez che potrebbe cantare una canzone esattamente come un difficile passaggio di agilità senza cambiare nulla nella sua voce. Con Stima.
Inserito il 25/2/2005 alle 9.26.44 da "laura.pigozzi" Commento: Risposta a : tononialessia@libero.it Ciao Toni, il problema della classificazione vocale è una problema delicato e dipende da diverse variabili. Innanzitutto occorre capire che 'tipo' di corde hai, in termini di lunghezza e spessore. E qui già si ha un inquadramento di base. Poi, ammettendo che le tue corde siano, ad es., baritonali, non è detto che con l'esercizio tu non possa prendere note tenorili. Però sul piano anatomico, che è quello più decisivo, rimarrai comunque un baritono. La migliore classificazione si ha tenendo presente i dati anatomici delle corde e l'estensione raggiunta dopo qualche anno di studio di canto. Ma, se vuoi un consiglio personale, non ti angustiare più di tanto della classificazione della tua voce: questo è un problema secondario. Non ti preoccupare neppure se la tua voce cambierà di nuovo: certo che cambierà, anche se la muta l'hai già avuta, con lo studio la voce cambia. Goditi più serenamente il gusto del canto e divertiti di più! Un caro saluto. Laura Pigozzi
ps. la voce mista è quella voce intermedia tra il parlato e il lirico che serve a saldare le due voci per non far sentire il passaggio, che deve appunto essere morbido. Nella voce mista la posizione della laringe è intermedia tra le due posizioni.
Inserito il 27/2/2005 alle 22.01.24 da "cazzatosaverio" Commento: Carissima Laura, sono una ragazza giovane appassionata di teatro e canto, e altre materie inerenti alle materie dello spettacolo, e pratico tutte queste attività, utilizzo il diaframma, ma mi hanno riscontrato un ispessimento delle corde vocali...ora sono in pausa, non posso recitare e cantare e sto malissimo...lei pensa che con la logopedia e le dovute precauzioni avrò di nuovo quella bella voce di prima? Aspetto una sua risposta... sogno di fare l'attrice, ma senza voce... Grazie se mi risponde e grazie per i suoi approfondimenti.
Inserito il 14/3/2005 alle 9.26.15 da "laura.pigozzi" Commento: Risposta a saverio@libero.it Cara amica, certamente con riposo ed esercizio fatti sotto la guida di una logopedista la sua voce tornerà quella di prima. Di questo non si deve preoccupare, purchè osservi il riposo e svolga con cura gli esercizi consigliati. Il problema è casomai interrogarsi sul motivo per cui si è causato questo inspessimento. Lei dice di cantare usando il diaframma, ma mi permetta di avanzare qualche piccolo dubbio: un uso corretto della voce difficlmente porta ad un ispessimento cordale (che può essere anticamera di problemi più complessi). Probabilmente, oltre ad un non corretto uso della voce, c'è anche un superimpegno a cui lei sottopone le sue corde. Cantare e recitare va benissimo, ma si ricordi di rispettare la sua voce. Un affettuoso saluto, Laura Pigozzi
Inserito il 14/3/2005 alle 9.31.21 da "laura.pigozzi" Commento: Risposta a poliuto75@libero.it Caro amico, grazie molte per la precisazione utile ed accurata. Un caro saluto Laura Pigozzi
Inserito il 7/12/2005 alle 2.48.45 da "ilarydb" Commento: Buonasera, è incredibile come più si studia canto e più ci sia da scoprire... E poi è difficile quando si incontrano tante correnti di pensiero diverse....probabilmente anche perchè ci sono diversi tipi in impostazione (per esempio quella lirica o leggera)Io sono una cantante di musica leggera, dagli standard (Jazz, blues, revival) agli attuali , mi piace e trovo utile confrontarmi con tanti stili diversi, ma non lirica (anche perchè ho pieno rispetto del mondo classico e lo trovo molto diverso da chi si improvvisa con un falsetto "pieno"). So che la respirazione che insegnano ai cantanti lirici è molto diversa (per esempio alcuni gonfiano la pancia in avanti)mentre il metodo della mia insegnante è molto simile al suo (allargare lateralmente e spingere dal basso). Per questo non ho mai voltuto assolutamente incontrarmi con quel tipo di impostazione perchè ho paura (e so) che andrebbe ad influenzare, a mio avviso, negativamente la mia impostazione. Tutta via ho la sensazione che più ci si avvicini alla completa conoscenza della voce (vedi grandi artisti) e più tutto tende ad amalgamarsi...cioè ho sentito Barbra Straisand, Dion, Houston e altri che possono cantare brani classici (come l'Ave Maria) con un timbro così bello e ricco che sembrerebbe più lirico che falsetto. Forse le persone di colore hanno per natura un falsetto più ricco di armonici o forse è una questione di impostazione (anche perchè molti non sono di colore) e di vibrato , non capisco...lei che ne pensa? Ho scoperto stasera il suo sito e lo trovo molto interessante, lo leggerò con più calma perchè sicuramente merita. Sono abituata a pensare al canto come una serie di registri e quindi interpreto i suoi "passaggi" come il cambio tra questi che dovrebbero risultare con lo studio il più naturali possibili. Una cosa però non l'ho capita bene: sono abituata a pensare al falsetto più che come una "linea di passaggio" come una diversa impostazione (tipo registro dell'organo) infatti anche i muscoli del viso cambiano e il suono della voce è diverso (com'è normale che sia) da utilizzare quindi per abbellimento o per dare diversi colori e/o là dove necessario per raggiungere note acute che non è bello prendere con voce piena (così io definisco la voce di diaframma /petto spinta sulle note più alte ..tipo mib3, fa3 ecc...)Quindi non riesco proprio a vedere il falsetto come un passaggio...ma come un qualcosa di diverso proprio e sono incuriosita molto dal tema "Voce di testa" o effetto "flauto" (tipo Aguilera o Carrey che arrivano a prendere con il falsetto, ma forse non si chiama così, note altissime tipo fa4 e ho la sensazione che in questo registro i muscoli del viso vadano rialzati nuovamente al contrario del falsetto) Avrei piacere se mi facesse sapere cosa ne pensa in merito e se ha mai trattato questo argomento "acuto" (nel vero senso della parola) ma chissà quante cose ancora devo scoprire, poi come ho giustamente letto in molte sue risposte probabilmente molte chiavi segrete si trovano proprio studiando il proprio corpo da soli, poche regole valgono per tutti...tutto questo è meraviglioso. Sono davvero lieta che ci siano studiosi e conoscitori dello strumento vocale come lei e per questo la ringrazio. Cari Saluti
Inserito il 14/1/2006 alle 18.29.03 da "amiluca90" Commento: salve, studio canto da due anni, e durante il corso dei miei studi ho capito come rendere la voce più pulita, quindi controllando il colore soffiato, e come utilizzare meglio la voce di testa. Ma il mio problema è la voce mista.Il mio maestro di ce che il modo migliore per imparare è cnatare le canzoni di coloro che la utilizzavano, come battisti o steven tyler degli aerosmith; ma volevo chiederle se c'era un'altro modo, come per esempio affrontare scale. Mi saprebbe indicare il modo alternativo, e se studiassi con dedizione, quanto ci metterei a imparare l'uso di questa voce? Grazie.
Inserito il 14/10/2006 alle 12.40.14 da "silverea85" Commento: Cara signora, le scrivo dalla sponda d'un genere musicale attualmente certo negletto: il folk di matrice irlandese, nonché americana. Mi riferisco a cantatrici quali Sandy Denny, Jaquie Mc Shee, Joni Mitchell, Joan Baez. Lo stile del mio canto si rifà a tali modelli, precipuamente, pur mantenendosi su un piano di certo originale e sicuramente meno prezioso e decorato, vocalmente parlando. Attualmente attendo, nella quiete delle mie stanze, e per mio conto, allo studio del registro delle suddette donne d'arte, ch'io immagino potrebbe definirsi di "falsetto", o "misto", trovando con mio sommo sconforto notevole difficoltà nell'imitazione di questo. Per altro mi resta arduo, nell'odierno contesto, reperire un docente di musica e canto, che si rifaccia ad un tale stile...Il bel canto italiano, alla cui tradizione i più guardano con sentita ammirazione, non suscita in me alcuna fascinazione, e similmente la maniera "folk" non accattiva in alcun modo il gusto e la sensibilità dei docenti italiani di canto. Potrebbe consigliarmi, cara signora? Saprebbe orientarmi verso un polo che mi sia d'aiuto in tale ricerca?
La ringrazio sentitamente, pregandola di replicare a questa mia, con cortesia, presso il mio recapito virtuale: silverea85@yahoo.it.
Gemma
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Data pubblicazione: 08/09/2001