Per quanto riguarda questa sezione, non credo sia necessario soffermarci più di
tanto, perché penso si possa facilmente intuire quanto questa capacità possa influenzare
positivamente l'apprendimento dell'improvvisazione.
Questa cosa risulta tanto più utile quando la capacità di suonare è legata a degli
studi fatti a riguardo, più che quando la cosa si collega solo ad un istinto naturale
(mi riferisco a coloro che suonano esclusivamente "ad orecchio").
Gli studi a cui mi riferisco dovrebbero essere fatti nello stile del jazz.
Un bravo musicista ma di formazione esclusivamente "classica", anche se dotato di
una buona agilità, avrebbe comunque difficoltà a confrontarsi con lo stile del jazz
se non ne approfondisce prima le caratteristiche specifiche.
Lo strumento che più di tutti è utile per chiarire i meccanismi dell'armonia è ovviamente
il pianoforte.
Essere in grado di accompagnarsi (secondo lo stile del jazz) mentre si canta o perlomeno
sapere come e dove "mettere le mani" per riprodurre un certo tipo di accordo, significa
dare al nostro orecchio una serie di punti di riferimento "sicuri" coi quali confrontarci.
Fateci caso come tra coloro che improvvisano i migliori sono sempre quelli che suonano
anche uno strumento.
Esempi illustri?
Chet Baker, Diane Schuur, Diana Krall, e tanti altri.
Col pianoforte acustico (o in mancanza d'altro una tastiera elettronica) possiamo
verificare "in tempo reale" la consonanza tra ciò che cantiamo e ciò che suoniamo.
In fase di apprendimento, il pianoforte è un compagno di studi indispensabile per
lavorare sia sull'ear training, sia sui meccanismi dell'armonia.
Anche se non siamo in grado di accompagnarci, possiamo senza troppa difficoltà provare
a suonare un accordo per ascoltare come "suona", ad arpeggiarne in sequenza le note
che lo compongono, a suonare (magari più lentamente) anche solo la melodia di un
pezzo mentre lo leggiamo da uno spartito, a suonare un facile pattern, e gli esempi
potrebbero continuare all'infinito.
La semplice possibilità di suonare la melodia di un brano cantato mentre ascoltiamo
un accompagnamento registrato, ci consente di approfondire la parte ritmica e di
capirla meglio, di intonare con più precisione, ecc.
E' quindi auspicabile per la formazione di un buon cantante affrontare prima o poi
lo studio del pianoforte, una fatica che nel tempo ripagherà ampiamente lo sforzo
fatto, anche se non si diventa pianisti di livello eccellente!
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Data pubblicazione: 29/01/2012
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