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Maria Pia De Vito & Burnogualà Large Vocal Ensemble
Moresche e altre invenzioni
Parco della Musica (2018)
1. Alla Lafia Calia
2. Lafia Calia
3. Hai, Lucia
4. Tambilli
5. Catalina
6. Apra finestra
7. Chicchilichì
8. Lucia, celu
9. Dindirindina
10. Giorgia namolada
11. Canta Giorgia canta
12. Tutto lo dì
13. O Lucia, miau miau
14. Vecchie letrose
15. Voccuccia de no pierzeco
Maria Pia De Vito - voci Lorenzo Apicella - pianoforte Dario Piccioni - contrabbasso Arnaldo Vacca - percussioni Omane Coulibaly - kora, balafon Alessandro D'alessandro - fisarmonica Giuseppe Spedino Moffa - zampogna Rita Marcotulli - pianoforte Ralph Towner - chitarra Massimo Carrano - percussioni
Burnogualà Large Vocal Ensemble:
Valentina Rossi, Vittoria D'Angelo, Ilaria Gianpietri, Oona Rea, Mary De Leo Francesca Fusco, Marta Colombo, Lucia Mossa, Laura Sciocchetti, Elisabetta D'Aiuto, Margherita Rampelli, Elena Paparusso, Danilo Cucurullo, Daniele Giannetti, Tommaso Gatto, Stefano Minder, Paolo Caiti, Flavio Spampinato, Gianfranco Aghedu, Marco Lizzani, Sebastiano Forti, Fabio Grasso
In un periodo non molto fertile per la creatività musicale (non
solo italica) e avaro di provvidenze economiche, sono pochi gli artisti che hanno
organizzato una "resistenza" al déjà écouté, al copia-incolla, al tributo/omaggio,
o alla banalizzazione dell'essenza della musica.
Maria Pia De
Vito è la "Pasionaria" di questa resistenza: è tra le poche artiste
(al di là delle cortine dei generi musicali) a fare ricerca con serietà, competenza
ed estro artistico sempre proiettato in avanti. Era da tempo che
Maria Pia De Vito
stava lavorando su questo organico di ventidue voci e non per farne un uso da "colore-folclore",
ma per approfondire, arrangiare, rielaborare le "Moresche" di Orlando di
Lasso. Le invenzioni, sono le geniali trovate della cantante e compositrice partenopea,
che mette al fianco delle ventidue giovani voci, un drappello di maiuscoli professionisti
che hanno sposato l'idea, il progetto. E già, perché le Moresche di Orlando di Lasso
vanno affrontate con un piglio storico e culturale di particolare spessore, vista
la natura delle stesse, perché il compositore fiammingo tirò fuori, dopo la sua
residenza napoletana, la rappresentazione degli alterchi tra schiavi africani e
liberti; quindi il linguaggio usato è un napoletano "sporco", incalzato dalla lingua
kanuri che era utilizzata dagli africani. La Napoli rinascimentale che mette in
campo uno dei primigeni incontri tra la musica europea e quella africana, che Orlando
di Lasso infarcì di ghiribizzi e doppi sensi.
La vis narrativa imbastita dalla De Vito ha trovato agio in una registrazione dal
vivo, che meglio esprime la dirompente capacità del gruppo nell'esprimersi e nel
dare voce a delle storie di contaminazioni tra il linguaggio dei residenti e quello
dei migranti forzati, trapiantati nel territorio campano senza volere alcuno. Ed
è stato l'auditorium Parco della Musica di Roma (che produce anche il lavoro discografico)
a ospitare un concerto da applausi a scena aperta, perché le invenzioni jazzistiche
entrano che è un piacere nel tessuto imbastito dal compositore belga. Così come
si collocano, come delle perle nelle valve di un'ostrica, le incursioni di Ralph
Towner e Rita
Marcotulli nell'insieme prorompente degli strumenti della tradizione italica
e quella africana (zampogna, fisarmonica, kora e balafon). Citare qualche brano
sarebbe un delitto, perché si andrebbe a deprivare il lavoro del suo valore aggiunto:
l'insieme, il senso orchestrale che impera e travolge, la forza virile e ardimentosa
delle composizioni, del linguaggio e degli arrangiamenti; un coro che non presenta
sbavature, frutto di un entusiasmo collettivo e di una ricerca continua e ottimamente
argomentata. Ritmo gioioso, recitazione, musicalità brillante, arguto uso dello
spazio, sentimento storico declinato con magistrale sarcasmo e filologico senso
della misura e del tempo.
Fortuna ha voluto che l'esibizione dal vivo abbia fruttato questo disco; meglio
ancora sarebbe stato un dvd, perché vedere all'opera tanti bravi musicisti convinti
del loro percorso, è un regalo che di questi tempi bisognerebbe custodire in cassaforte.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
24/10/2006 | Stefano Bollani, Rita Marcotulli, Andy Sheppard, Bobo Stenson tra i protagonisti del Brugge Jazz 2006 (Thomas Van Der Aa e Nadia Guida) |
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Data pubblicazione: 26/08/2018
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