Jazzitalia - Simone Zanchini - Frank Marocco: Be-bop buffet
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Wide Sound - WD 160
Simone Zanchini - Frank Marocco
Be-bop buffet


1. Yardbird Suite (C. Parler) - 4:09
2. Yesterdays (J. Kern) - 5:38
3. Home Again (Frank Marocco) - 3:31
4. Spanish Song (C. Haden) - 7:50
5. Green Dolphin St. (Kaper/Washington) - 4:25
6. Jitterburg Waltz (F. Waller) - 4:30
7. There Will Be Another You (Warren/Gordon) - 4:32
8. Peace (H. Silver) - 4.17
9. The Flintstones (H. Curtain) - 3:19

Simone Zanchini - fisarmonica
Frank Marocco - fisarmonica


Non è facile riuscire a suonare la fisarmonica senza che sembri una sagra di paese. Quando poi le fisarmoniche sono addirittura due… Ma se invece i fisarmonicisti in questione sono il giovane Simone Zanchini ed il senior Frank Marocco, il discorso è ben diverso: questo loro Be-bop buffet è davvero una gustosa abbuffata di note, atmosfere, luoghi e ritratti tracciati da uno strumento forse troppo spesso sottovalutato. Note attinte dalla storia del jazz, con una energia swing ed intrecci da veri maestri di uno strumento sì versatile ma anche non facile da "maneggiare", e talvolta anche fisicamente limitato e limitante.



Ma l'intenzione è subito dichiarata con una splendida e vorticosa Yardbird Suite, seguita da una versione di Yesterdays la cui passione ricorda la terra d'Argentina, solo che qua parliamo di uno degli standard più battuti della storia del jazz. Ed i due compagni di strumento si divertono proprio ad improvvisarci sopra ciascuno nel modo che gli è proprio, originale e personale. Altra notevole pagina del jazz su cui i due si cimentano è Green dolphin street, un tema la cui armonia apparentemente statica dà modo ad entrambi di scambiarsi vere e proprie battute strumentali, lasciando l'ascoltatore insoddisfatto solo per il fatto che una "pacifica sfida" come quella dovrebbe durare più dei 4 minuti e venticinque concessagli.

E a parte i brani citati, l'ottima selezione cade anche su Jitterbug Waltz, una composizione di Fats Waller che, organista/pianista, della virtuosistica velocità manuale alla tastiera fece l'espressione incontestata di un'epoca d'oro del jazz, quando ancora il bop di Dizzy e Parker non aveva portato la rapidità di esecuzione alle strabilianti estreme conseguenze. Su un classico giro bop – con tanto di citazioni! – è invece costruita Home again, l'unica composizione originale dell'intero disco, firmata proprio dal musicista del Wisconsin: ed anche questa non si smetterebbe mai d'ascoltarla.

Fra i brani più intensi si registra una struggente Spanish song di Haden, che in questa versione per doppia fisarmonica infonde una malinconia dalla quale però non si può fare a meno di lasciarsi trascinare, complice il raddoppio della voce strumentale con il fischio dell'esecutore; seguita immediatamente, per livello d'espressività, da un altro brano lento, Peace, di Horace Silver, in un arrangiamento che trasmette davvero il senso della tranquillità: un modo per testimoniare che la fisarmonica non è soltanto velocità delle dita ma anche espressività resa dal mantice e dalle dinamiche, sfumate e grigio-chiare, che esso può creare.

Fra le due There Will Never Be Another You, che lasciamo alla libera fruizione dell'ascoltatore. Per accomiatarsi dal quale la chiusura è affidata a The Flinstones, proprio la sigla del famoso cartone, su cui la linearità delle idee improvvisative riesce a mettere in luce il lato divertente ed ironico dello strumento e, ovviamente, dei due strumentisti.

Da segnalare che, sebbene i tempi recenti abbiano condotto il fisarmonicista italiano verso la ricerca di particolari sonorità da applicare al proprio strumento, l'incontro con questo grande collega di mantice l'ha spinto a prendere fiato mettendo da parte per un attimo certe "aggiunte" e recuperando il suono naturale, e per varie ragioni sempre emozionante, della fisarmonica.
Antonio Terzo per Jazzitalia







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Data pubblicazione: 23/04/2007

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