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Claudio Canzano
L'amo

1) NELLY
2) LETIZIA

3) O QUE SERA', QUE SERA'

4) RITRATTO SUDAMERICANO
5) UNA LUNGA STORIA D'AMORE
6) RETRATO EM BRANCO E PRETO
7) BASSO E CHIUDO
8) LE BELLE DAME SANS REGRETS

9) L'AMO


Claudio Canzano batteria e percussioni
Paolo Di Sabatino
piano acustico ed elettrico
Renzo Ruggieri
fisarmonica
Nicola Del Grande
chitarra
Gianluca Caporale
sax tenore
Maurizio Rolli
basso elettrico
Diana Torto
voce


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La vitalità creativa della provincia italiana trova conferma nel crescente fermento artistico dell'austero territorio abruzzese, dal quale emergono vari musicisti più che interessanti come il percussionista Claudio Canzano, qui al proprio esordio discografico, che per l'occasione si è giustamente circondato di vari musicisti della sua regione come il brillante pianista (fecondo compositore) Paolo Di Sabatino, conosciuto oramai a livello internazionale grazie al suo ultimo disco con John Patitucci e Horacio "El Negro" Hernandez (Threeo).

Non si pensi però ad una collaborazione occasionale fra Claudio e Paolo: si tratta anzi duna co/leadership riscontrabile nei tre brani eseguiti in duetto ("
La belle dame sans regrèts", "O que serà, que serà" e "Letizia").
Il primo è caratterizzato da una certa linearità melodica con un assai discreto accompagnamento di Canzano (qui alla batteria) mentre nel secondo notiamo la padronanza delle congas di Claudio che, dopo il lirico e partecipe solismo del piano, si ritaglia un assolo ricco di musicalità.

"
Letizia" è uno dei momenti, a mio avviso, di più alto "interplay", con un'intensa introduzione e un costante crescendo dinamico di Di Sabatino ben coadiuvato da Claudio (unico brano già inciso da Paolo in quartetto con me, Fabrizio Bosso e Pietro Ciancaglini per l'etichetta americana Hallway).

L'opportuno inserimento di Del Grande nel capolavoro di Jobim "
Retrato em branco e preto" consente una rilassata esposizione tematica in registro medio/basso a Paolo, mentre Claudio inventa nel suo set vari colori e figure di commento ritmico.

Sia nei brani a tempo medio o lento che in quelli veloci il sostegno della mano sinistra di Di Sabatino rende sempre vivo il mood latino, rendendo superflua la presenza del basso. Questa dote particolarmente enfatizzata dal brano "
Ritratto sudamericano" suonato al piano elettrico con il timbro del buon vecchio Fender Rhodes.
Grazie anche alla robusta presenza del sax tenore di Gianluca Caporale (altra giovane realtà della terra del Gran Sasso), questo brano risulta un'altra punta di diamante del disco, dove Claudio offre una gamma completa di trascinanti timbri percussivi ben miscelati: viene voglia di ballare!

Quasi a non voler tralasciare nessun ritmo importante di derivazione latina, troviamo anche un bel tango: "
Nelly" eseguito in trio con il validissimo fisarmonicista Renzo Ruggieri. Per esperienza diretta so quanto sia arduo scegliere l'accompagnamento "giusto" di un tango "Argentino" senza cadere nel banale o nel kitsch. Claudio affronta e risolve il problema col Cajon (una specie di cassa in legno che si percuote mentre ci si sta seduti sopra).

Per la title track del CD, che è anche l'unico pezzo firmato da Claudio (
L'amo), incontriamo altri due bravi artisti in simbiosi umana e musicale: il bassista Maurizio Rolli e la vocalist Diana Torto, che interpreta la sinuosa e melanconica melodia di Canzano con una voce piena di amonici. Lo stesso quartetto interpreta un ulteriore original di Paolo, "Basso e chiudo", nel quale anche Rolli trova un abile spunto solistico, supportato da marcati accenti in levare del piano e da fioriture ritmiche delle congas.

Così si chiude questo disco al quale va aggiunto il merito di una buona sonorità generale.

In definitiva: Claudio Canzano, secondo me, supera questa prima prova discografica mettendosi in ottima luce senza gli impacci o eccessi che spesso affliggono gli esordi. Qui anzi vediamo spesso come l'armamentario percussivo sia usato al servizio esclusivo della musica, giungendo perfino al silenzio totale, come nella nota ballad "
Una lunga storia d'amore" di Gino Paoli interpretata dal pianoforte di Paolo Di Sabatino.

Aggiungo, inoltre, che ho avuto modo di ascoltare Claudio dal vivo, constatando una incredibile energia e coinvolgimento durante l'esecuzione dei vari brani!

Consiglio a tutti di andare a vedere un suo concerto!
Massimo Manzi

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Data pubblicazione: 28/03/2002





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