Ed. WIDE SOUND 2004 |
Ted Hogarth Collective
Misconception
1. Now
2. The Dance
3. Second Laugh
4. Misconception
5. Even Keel
6. Aspirations
7. Children's Song
8. So Far, Lofaro
9. Groovin'
Ted Hogarth - C Melody, Tenor, Baritone Saxophones Andy Baker - Trombone Jo Ann Daugherty - Piano, Fender Rhodes Bob Lovecchio - Bass Brain Schwab - Trumpet, Flugelhorn Darren Scorza - Drums
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via
L. Fioravanti 26
64020 Nepezzano (TE)
Tel./Fax 0861.558611
email:
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Ted Hogath è un musicista della tradizione, e questo lavoro ne è la puntuale conferma.
Misconception è quasi interamente scritto da lui, ad eccezione di due brani a firma del batterista
Darren Scorza.
La sua solidità tecnica e l'appartenenza alla Chicago Jazz Ensemble, si sentono dal primo all'ultimo brano.
Hogarth ama i combos, infatti Misconception è suonato da un sestetto formato da
Andy Baker al trombone, Jo Ann Daugherty al piano ed al fender rhodes,
Bob Lo vecchio al contrabbasso, Brian Schwab tromba e filicorno,
Darren Scorza alla batteria, oltre, ovviamente, al leader al sax tenore e baritono nonché al clarinetto.
Il brano d'apertura Now, mette in rilievo l'abilità di
Hogarth nel tenere insieme il gruppo imponendo degli accenti orchestrali che, però, alla lunga appaiono piuttosto noiosi.
Più gradevole è la ricerca stilistica di The Dance, dove è prestata maggiore attenzione alle sonorità dei singoli strumenti ed alle variazioni sul tema principale.
Di ottima fattura è Second Laugh, brano caratterizzato da un forte lirismo e da una intensa partecipazione.
Schwab raccoglie le intenzioni espressive di Hogarth ed i due piacevolmente dialogano sostenuti da una carezzevole ritmica swing.
La title track, Misconception, si distacca dalle icone tradizionali fino ad ora ascoltate e ci sposta verso un mainstream ben riarmonizzato, caldo e ben eseguito.
Even Keel riporta alle sonorità più orchestrali care al leader. Le coordinate stilistiche ed i soli dei fiati conducono mentalmente nei jazz club di Chicago o di New Orleans. Ma, anche nelle punte più classiche, vi è sempre una nota innovativa che spezza il deja-vu.
Gradevole il solo piano di Jo Ann Daugherty che mette in mostra uno stile elegante e lineare. Anche Aspirations è caratterizzato da armonie tradizionali, ma l'esecuzione è travolgente per i tempi serrati che il brano acquista e per i soli, veloci e dinamici, che si susseguono.
Piacevole il mainstream di So Far, Lo faro, dove le influenze stilistiche convergono e caratterizzano dei suoni canonici, ma sapientemente contaminati. I soli di
Scorza e di Baker padroneggiano il brano e sono eseguiti con decisione, ma mai con clamore.
Si chiude con Groovin', che accarezza il blues e lascia libero sfogo alle scorribande armoniche di Hogarth.
Un lavoro gradevole, immediatamente fruibile, senza pretese di grandi elaborazioni o di ricerche sperimentali. Ma è proprio questa la sua forza espressiva.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 20/02/2005
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