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Yaron Herman
Alter Ego
ACT (2012) 9530-2
1. Atlas And Axis
2. Mojo
3. Heart Break Through
4. Your Eyes
5. La confusion sexuelle des papillons
6. Ukolèbavka / Wiegenlied
7. From Afar
8. Sunbath
9. Homemade
10. Hatikva
11. Mechanical Brothers
12. Madeleine
13. Kaos
Yaron Herman - pianoforte
Emile Parisien - sassofoni tenore e soprano
Logan Richardson - sax alto
Stephane Kerecki - contrabbasso
Ziv Ravitz - batteria
Seppur vi è chi sostiene accoratamente che il jazz non possa (non debba) essere
contaminato, la natura umana smentisce sempre i benpensanti. E lo fa con straordinaria
accuratezza nelle linee tessute da Yaron Herman nel suo ultimo lavoro discografico.
Herman è israeliano, anche se vive a Parigi e, quindi, ha assorbito ben bene il
mantra musicale della sua terra e respirato il jazz francese in particolare, ed
europeo in generale. Ciò non vuol dire che non sappia cosa sia la musica afroamericana
e né che il suo piano e le sue composizioni non odorino di jazz. Anzi, "Alter Ego"
è la conferma (ove ve ne fosse stato bisogno) che il jazz sia stato un antesignano
della globalizzazione: e ciò non deve destare scandalo. Herman è uno dei pianisti
più interessanti dell'attuale scena internazionale e nonostante sia giovane, appena
trentadue anni, il suo palmarès è già bello consistente, come la sua discografia
che appunta sette dischi all'attivo.
Il pianista di Tel Aviv mette insieme i caratteri della musica classica con un pianismo
jazz illuminato calamitato dalla linea melodica e cellule ritmate dalla fisica del
respiro, ampio e ponderato come in "Atlas And Axis", che schiude verso scambi
elettrizzanti con il contrabbasso di Kerecki e l'incalzante drumming di Ravitz.
Herman padroneggia le dinamiche con appoggiature di particolare rilievo e riesce
a superare il quadro armonico con maestria nelle intonazioni più rapide e moderne: "Mojo" con il basso pulsante, "From Afar", che per brevità di durata fa
coppia con la successiva "Sunbath", che ha altra natura, perché incentrata
su atmosfere più eteree.
La liaison tra Israele ed Europa si ascolta meglio in "Heart Break Through",
affascinante nel suo senso di incompiutezza. Mentre gli studi e la breve permanenza
negli States si fanno sentire in "Kaos", avanguardistica e underground con
i fiati sbilenchi.
Yaron Herman è alla ricerca della sua strada maestra e per farlo percorre
tutti i sentieri, con particolare abilità, bravura e personalità che pochi possono
vantare.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 14/04/2013
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