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Barbara Casini: Uragano
Elis
Blue Note Milano - 30 giugno 2003 testo e foto di Eva
Simontacchi
Arrivo al Blue Note alle 20:00 e già c'è parecchia gente ai tavoli che cena. Alle 21:00 siamo in attesa che inizi lo spettacolo e salgono sul palco ancora buio alcuni musicisti a controllare gli strumenti. Passano ancora vari minuti, e viene annunciato che lo spettacolo inizierà a breve. Alle 21:15 si dispongono sul palco
Riccardo Luppi (sassofono, flauto), Roberto Rossi (trombone), Marco Tamburini (tromba), Sandro Gibellini (chitarra),
Bruno Ceselli (piano), Raffaello Pareti (basso e contrabbasso),
Francesco Petreni (batteria), Heraldo da Silva (percussioni) e iniziano a suonare, riempiendo la sala del Blue Note della carica e del ritmo del Brasile. Mentre stanno ancora suonando l'intro del primo brano entra
Barbara Casini, in total black con una vivace collana turchese al collo. I capelli ondulati con la scriminatura nel mezzo le incorniciano il volto bello, espressivo, dal sorriso dolce ed enigmatico. Canta, e il suo corpo canta con lei. Il ritmo è coinvolgente, la voce di Barbara ci sta conducendo verso colori e sapori più intensi. In questo primo brano abbiamo l'opportunità di ascoltare un bellissimo e fluido intervento al trombone di Roberto Rossi.
Nel secondo brano, che parte più lento, abbiamo la possibilità di assaporare ancora meglio la voce di Barbara, la sua timbrica, la sua risonanza, la sua bellezza, il suo cuore. Mentre canta si accompagna con uno strumento a percussione. Anche in questo brano, viene lasciato ampio spazio ai musicisti per l'improvvisazione, e questa volta ascoltiamo un magnifico solo di Sandro Gibellini, alla chitarra.
Il terzo brano ci riporta nuovamente a un ritmo più veloce. Si tratta di " Corrida de Jangada" di Edu Lobo. E questa volta, alla voce si alternano Marco Tamburini (tromba) e
Bruno Ceselli (piano).
Poi ci viene proposta una magnifica esecuzione di " Valsa Rancho" di Chico Buarque e Francis Hime, in cui oltre alla voce, canta anche il trombone di Roberto Rossi che ci trasporta e ci fa volare in una diversa dimensione del Brasile, per prepararci al successivo brano "Retrato Em Branco e Preto" di Tom Jobim e Chico Buarque. L'ascolto di questo brano mi emoziona profondamente. Fin dalle prime note del pianoforte (Bruno Ceselli), che esegue una lunga e poetica introduzione, ci sembra di essere nel cuore della magia e del mistero del Brasile, merito anche delle percussioni di
Heraldo de Silva che contribuiscono non poco a creare l'atmosfera magica. Nei brani più lenti abbiamo la possibilità di entrare maggiormente in intimità con la voce di Barbara, che è più scoperta, è lasciata più sola… possiamo apprezzarne il colore, le sfumature, la bellezza. In questo brano, dopo l'esecuzione di Barbara, inizia a cantare il contrabbasso di
Raffaello Pareti, accompagnato dal pianoforte. Sono solo loro. Poi entra la tromba di
Marco Tamburini, assieme a tutta la sezione ritmica, in un crescendo di strumenti, mantenendo sempre e comunque delle dinamiche soft…. Magistrale esecuzione. Bravissimo
Heraldo de Silva alle percussioni. Il pubblico applaude a lungo.
A questo punto della serata Barbara Casini presenta il progetto " Uragano Elis", ricordandoci che si tratta di un omaggio alla grande cantante brasiliana
Elis Regina, scomparsa nel 1982 a soli 37 anni. La sua vasta eredità di incisioni crea la base sulla quale si poggia il tributo di Barbara Casini. Il repertorio scelto vuole essere una sintesi delle varie anime di Elis, privilegiandone l'aspetto più grintoso e dinamico, e viene riproposto il sapore anni '70 dei suoi spettacoli, filtrato attraverso una prospettiva contemporanea grazie al contributo di
Paolo Silvestri, ideatore del progetto e curatore degli arrangiamenti.
Riprende la serata con " Vou Deitar e Rolar" di Baden Powell. Il brano parte con il suono della conchiglia, suonata da Roberto Rossi, che poi ne aggiunge un'altra e ne suona due in contemporanea. Barbara accompagna con delle percussioni.
Nel brano successivo, l'intro viene suonata da tutto il gruppo di Barbara, fiati compresi ed il ritmo è più incalzante. E nel nono brano in scaletta assistiamo a un magnifico solo di chitarra di
Gibellini, e ai soli di tromba, trombone e sax, che si alternano in un dialogo appassionato per poi sfociare in un entusiasmante ed appassionante solo del batterista
Francesco Petreni, che ci carica all'inverosimile. Allo stop del batterista rientrano fiati e voce…
L'ultimo brano propostoci è " Eu Hein, Rosa!" di Joao Nogueira. Nei soli si alternano sax, trombone e tromba, che dialogano e si rispondono. La voce di Barbara è strumento, si avvicina al suono di un fiato e produce dei magnifici glissati.
La serata termina con questo brano, che ci vuole lasciare l'allegria, la carica e la festosità del Brasile. Il pubblico acclama, e richiede un bis.
Viene rieseguito " Vou Deitar e Rolar" (qua qua ra qua qua) di Baden Powell.
Grandi applausi per Barbara e per il suo gruppo di musicisti di altissimo livello, che ci lasciano con il desiderio di rituffarci in questo mondo carico di colore, di ritmo, di forti passioni e di grandi nostalgie.
In conclusione vorrei ringraziare la mia amica Nadia Pazzaglia, cantante, ascoltatrice e grande esperta di musica jazz, etnica e brasiliana, per avermi introdotto alla musica brasiliana e per avermi fornito spunti ed informazioni.
Barbara Casini è nata a Firenze nel 1954, e si avvicina alla musica da bambina, studiando pianoforte privatamente, e più tardi, la chitarra da autodidatta. Si è sempre dedicata al canto, e nel 1979 ha frequentato i corsi della scuola di Musica Andrea del Sarto a Firenze, iniziando contemporaneamente la sua attività concertistica. Il suo interesse specifico per la musica brasiliana è iniziato all'età di 15 anni, con la scoperta della bossa nova, di Jobim e di Joao Gilberto. Da allora ha approfondito sempre più la conoscenza della musica popolare brasiliana, e all'inizio degli anni '80 ha formato il trio Outro Lado insieme a Beppe Fornaroli alla chitarra e Naco alle percussioni. Dal 1994 guida un quartetto con Stefano Bollani al pianoforte, Lello Pareti al contrabbasso e Francesco Petreni alla batteria. E nel 1997 è uscito "Todo o Amor" su etichetta Philology, il primo lavoro completamente a suo nome, che le ha dato modo di proporsi anche come autrice di musiche e testi, e che ha ottenuto ottime critiche sia in Italia che all'estero. |
15/11/2009 | I Triad Vibration al Blue Note di Milano: "Una bellissima serata, il sound dei Triad Vibration è coinvolgente, energetico, ipnotico, riporta alle radici...si passa da contaminazioni jungle, tribali, funky, etniche a influenze world music, jazz, latin jazz, blues, e addirittura house." (Eva Simontacchi) |
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Data pubblicazione: 06/07/2003
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