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Edward Simon
La Bikina
Red Records 315 (2011)
1. The Prayer (E. Simon) 1.17
2. Uncertainty (E. Simon) 8.00
3. The Process (E. Simon) 6.50
4. El Manisero (The Peanut Vendor) Part 1 (M Simmons, W. Gilbert, M. Sunshine) 8.35
5. La Bikina (Ruben Fuentes) 14.30
6. Quinta Anauco (Aldemaro Romero) 10.43
7. The Cha Cha (E. Simon) 2.22
8. Ericka (Marlon Simon) 6.46
9. El Manisero Part 2 7.36
Edward Simon - piano
Adam Cruz - drums, steel drums & additional percussion on
track 4
Ben Street - bass
Mark Turner - tenor saxophone
David Binney - alto saxophone
Pernel Saturnino - percussion
Diego Urcola - trumpet
Milton Cardona - vocals, bata drums
Recorded January 23, 25 and March 30, 1998
Pubblicato originariamente su Mythology da David Binney, questo è uno dei
primi lavori – il terzo, per la precisione - del venezuelano Simon, che successivamente
sarebbe approdato alla Red Records,
alla Criss Cross e infine alla Cam Jazz. Meritoria l'iniziativa di Veschi di ristampare
questo Cd, che schierava oltre al leader ben tre percussionisti (Cruz,
Cardona, Saturnino), tre solisti che avrebbero avuto carriere diverse
tutti destinati al successo (Turner, Binney, Urcola) e Ben
Street al contrabbasso.
Un modernissimo – e a un tempo estremamente jazzistico - latin flavour
permea tutto il disco, sin dai colori degli steel drums all'inizio di
Uncertainty, brano peraltro inspiegabilmente sfumato durante un infuocato assolo
di sax. L'atmosfera dolente di The Process, una sorta di ballad a tempo medio
che veicola il gusto improvvisativo di Simon, intenso e melodico, conduce a El
Manisero (The Peanut Vendor), nota canzone cubana, qui divisa in due parti,
la seconda a chiudere il cd. Semplicemente superbo l'intervento solistico di Simon
sulla lussureggiante base ritmica, che lascia spazio al grande sax alto di Binney,
puntuto e dinamico. Nella Part 2, un cambiamento della ritmica ridà spazio al pianoforte,
che snocciola progressioni di grande impatto, per poi ritornare alla figura ritmica
iniziale, con un notevole assolo di batteria.
La Bikina è il brano più suggestivo dell'intero album, complesso e articolato,
che coinvolge nella sua notevole durata buona parte della formazione, da un Simon
delicato e ispirato, al sempre creativo Binney (insieme i due avrebbero in seguito
prodotto opere di notevole spessore), a un Turner giovanissimo ancora alla ricerca
di una cifra stilistica personale.
Non meno affascinante Quinta Anauco, brano a tempo dispari dai toni nostalgici
che si gioca tra i soli del pianoforte e del contrabbasso.
Va segnalato un errore in copertina relativo alla data di registrazione (1998,
non 1988).
Vincenzo Fugaldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 01/05/2012
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