Let's Do It, tributo a Cole Porter
Nick The Nightfly & The Montecarlo Nights Orchestra
Special Guest: Amalia Gré
Blue Note
– 28 dicembre 2004 – set delle 21:30
d: Eva Simontacchi
Foto di Alberto Gottardelli
Nick the Nightfly & The Montecarlo Nights Orchestra danno inizio stasera alla prima delle quattro serate in programma per il tributo a
Cole Porter e la presentazione del nuovo album "Live At The Blue Note Milan", uscito da pochi giorni su etichetta Nikto/Edel.
L'Orchestra è formata dai più importanti session men e solisti jazz dell'area milanese. Hanno tutti alle spalle una grande esperienza in fatto di big band, e vantano prestigiose collaborazioni nell'ambito musicale.
Si presentano sul palco Tony Arco (batteria), Marco Esposito
(basso), Alessandro Gallo (chitarra), Claudio Angeleri (pianoforte), Emilio Soana (prima tromba), Sergio Orlandi,
Umberto Marcandalli,
Pippo Colucci (trombe), Mauro Parodi (primo trombone),
Angelo Rolando, Claudio Barbieri (tromboni), Giovanni Di Stefano
(trombone basso), Giulio Visibelli (primo sax alto, flauto), Maurizio Meggiorini
(sax alto, clarinetto), Paolo Barbieri (sax tenore, flauto), Marco Gotti
(sax tenore, clarinetto), Ubaldo Busco (sax baritono), Gabriele Comeglio direttore d'orchestra, trascrittore, arrangiatore e sax. Per ultimo, sale sul palco Nick the Nightfly, il quale, dopo le presentazioni ed i saluti di rito, parla brevemente al pubblico di Cole Porter.
Durante lo svolgimento della serata, ha raccontato aneddoti e presentato cenni storici per ogni brano. Il tributo a Cole Porter ha inizio con un pezzo del 1953, "It's Alright With Me" che riempie la sala di energia e swing e ricrea l'atmosfera degli anni '50 e delle grandi big band di un tempo, ora tanto rare. Procede con "It's De Lovely" e con un celebre brano del 1934, "I Get A Kick Out Of You". Si passa successivamente a una ballad della fine degli anni '20, "What Is This Thing Called Love". Nick the Nightfly racconta a un pubblico attento la storia dei trascorsi parigini di Cole Porter, che amava tantissimo questa città, e fa riferimento allo spettacolo del can-can e a
Toulouse Lautrec prima di eseguire "I Love Paris".
Viene chiamata sul palco Amalia Gré, ospite della serata, e in duo cantano "Let's Fall In Love". Rimane sul palco Amalia Gré che presenta due brani al pubblico del Blue Note: "Every Time We Say Goodbye" e "Night And Day". Prima di cantare il brano successivo, Nick the Nightfly consiglia al pubblico di ascoltarne la versione di Ella Fitzgerald dall'album "Ella Fitzgerald Sings Cole Porter". Si tratta di "Just One Of Those Things". Viene eseguito "I've Got You Under My Skin" nella celeberrima versione di
Frank Sinatra e "Strangers In The Night" con un tempo piuttosto brillante e molto swing. Prima di terminare la prima parte della serata viene proposto "Music To Watch Girls By". Gli ultimi tre brani del primo set si possono ascoltare nell'album "Live At The Blue Note Milan".
Avviciniamo Amalia Gré che è stata ospite d'onore alla serata di Nick the Nightfly con la Montecarlo Nights Orchestra per il tributo a Cole Porter. Le chiediamo le sue impressioni sulla serata.
A.G.:
Per me è stato piacevolissimo, e poi, come dicono in america, "The room is hot!" cioè, c'è una bellissima atmosfera, tantissima gente e per me è stato un tuffo nel passato, perché io non cantavo standards da un po', sia per scelta sia perché l'ho fatto troppo negli anni scorsi. L'ho fatto per quindici anni, quindi adesso mi stavo concentrando sui miei brani.
Però è
sempre "casa mia", nel senso che l'ho fatto per tutta la vita, per cui il jazz e
gli standards sono un po' come il mio vangelo.
E.S.:
Che progetti hai per il prossimo futuro?
A.G.:
Io penso che registrerò il prossimo album, ed entro il 2005 uscirà. E poi, sempre concerti dal vivo. Presumo che riprenderò in primavera.
E.S.:
Avresti qualche anticipazione da darci sullo spirito che anima questo nuovo progetto?
A.G.:
Io penso che la mia musica sia questa. Ormai presumo ci sia abbastanza un'impronta, per cui non penso che cambierà tantissimo, però dal vivo vorrei cercare di fare degli spettacoli un po' più multimediali, concentrarmi un po' sull'aspetto scenografico, anche perché mi piace molto.
Ecco, inventare qualcosa per arricchire la musica.
Tra il primo e il secondo set abbiamo anche approfittato per scambiare due parole con Gabriele Comeglio, direttore, arrangiatore e trascrittore dei brani presentati dalla Monte Carlo Nights Orchestra questa sera, alcuni dei quali sono presenti nell'album. Oltre a essere l'anima di questa Orchestra, è anche un sassofonista di comprovata bravura ed esperienza. Gli abbiamo chiesto come è nato questo progetto. Ci ha raccontato che era nato in passato con la
Jazz Company Orchestra, la sua Big Band, che già era il nucleo base del progetto attuale, e che suonavano con Nick the Nightfly da anni. Il tema iniziale era stato quello di Frank Sinatra, lo swing, e la passione per lo swing al Blue Note. L'anno scorso era stato fatto il concerto grazie al quale è stato prodotto l'album "Live At The Blue Note Milan" presentato al pubblico questa sera. Le serate al Blue Note lo scorso anno a dicembre sono state quattro, ed il progetto ha avuto molto successo, in quanto hanno fatto sempre il tutto esaurito. Il pubblico apprezza lo swing. Quest'anno si sta ripetendo il successo dell'anno precedente. Gabriele Comeglio ha arrangiato i brani in programma, e trascritto alcuni degli arrangiamenti dai dischi, e ci spiega che la trascrizione è stata parecchio laboriosa. Abbiamo chiesto a Gabriele Comeglio di parlarci dell'arrangiamento particolare di "Just One Of Those Things", e ci ha risposto che in questo brano si è divertito a inserire il tema di "Brazil" nell'introduzione, mentre ha inserito il tema di "The Flinstones" in "You Are The Top".
Claudio Angeleri, (pianista, e direttore del CdPM di Bergamo) aggiunge che Nick riesce a catalizzare, intorno a questo progetto, attraverso i concerti della sua big band e le sue trasmissioni radio, l'interesse del pubblico per lo swing, offrendo un grande servizio al jazz in Italia.
15/11/2009 | I Triad Vibration al Blue Note di Milano: "Una bellissima serata, il sound dei Triad Vibration è coinvolgente, energetico, ipnotico, riporta alle radici...si passa da contaminazioni jungle, tribali, funky, etniche a influenze world music, jazz, latin jazz, blues, e addirittura house." (Eva Simontacchi) |
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Data pubblicazione: 17/03/2005
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