Vivere Jazz Festival
Stefano Bollani - Martial Solal
Fiesole, 3 luglio 2005
di Agnese Fedeli
Dall'alto dell'Anfiteatro Romano i due pianoforti, uno di fronte all'altro, sembravano scrutarsi prima di un duello. E sono stati sottili ma violenti, i colpi che Stefano Bollani e Martial Solal si sono scambiati nel concerto-duo che ha chiuso il Vivere Jazz Festival domenica sera. La sei giorni dedicata completamente al jazz, con concerti, incontri, dibattiti e jazz-brunch, ha visto il pianista Stefano Bollani, milanese di origini ma toscano di adozione, alle prese con la sua prima direzione artistica. Il festival si è articolato come una music non-stop e ha coinvolto gli spazi del centro di Fiesole, con l'Anfiteatro, e la zona della Cave di Maiano, collegati grazie a una navetta gratuita in partenza ogni 20 minuti. "Per organizzare il festival ci siamo ispirati a Umbria Jazz
– ha detto Stefano Bollani subito dopo il concerto di domenica sera che lo vedeva nella duplice veste di direttore artistico e di musicista con Martial Solal -.
Il Vivere Jazz Festival è stato una scommessa: 6 giorni dedicati solo al jazz con concerti e dibattiti in orari inconsueti. Se ne vedono pochi, festival di questo genere, in Italia e in Toscana. Abbiamo quasi soltanto l'esempio di Umbria Jazz".
Per essere la prima edizione, il Vivere Jazz Festival ha saputo sicuramente partire con il piede giusto. Ossia, con una programmazione da veri intenditori.
Elvis Costello, Brad Mehldau, Django Bates e il Roberto Gatto
Quintet, solo per citare alcuni nomi dei grandi del jazz italiano e internazionale. E insieme ai grandi, anche tante formazioni e nomi meno conosciuti dalle masse, ma ugualmente di alta qualità:
Petra Magoni insieme a
Ferruccio Spinetti nello spettacolo "Musica nuda", il Quartetto Euphoria, Cristina Zavalloni, Stefano De Bonis. Durante i giorni di festival, erano presenti anche
Massimo Cirri e Filippo Solibello, conduttori di "Caterpillar" su Radio2: hanno tenuto il dibattito intitolato Di cosa parliamo quando parliamo di jazz?.
Lo spettacolo di domenica sera, quello conclusivo del festival, con Bollani e Martial Solal, si è aperto con due brani di non facile ascolto, nei quali l'improvvisazione superava di sicuro lo spartito e le prove. Poi Bollani e Solal si sono alternati con dei pezzi a solo: bellissima e intensa la versione che Bollani ha proposto di "El Choclo", uno dei brani del suo album Smat Smat. E continue sono state le frammistioni tra generi e riferimenti cultural-musicali: sia il "maestro" Martial Solal che "l'allievo" Stefano Bollani hanno quasi fatto a gara a chi riprendeva, stravolgendole di più, sigle di telefilm americani, motivetti natalizi, addirittura esercizi pianistici con scale incrociate firmate Beyer – il più famoso manuale di esercizi per giovani pianisti -. E ovviamente musica jazz nella sua versione più estrema.
Il bilancio del Vivere Jazz Festival, che Bollani ha diretto tanto volentieri anche perché la Toscana è la sua terra d'adozione, è positivo. "L'esperienza da direttore artistico è stata molto bella
– ha detto Stefano Bollani –
anche se è stato difficile far capire alla gente che alcuni appuntamenti, concerti o dibattiti, erano alle sei del pomeriggio oppure che un concerto può cominciare all'una di notte. Sembra che il Vivere Jazz Festival continui anche in futuro: se anche nei prossimi anni ci sarà questo festival, con la forma che gli abbiamo dato, allora anche le persone probabilmente accoglieranno al meglio gli eventi proposti, anche quelli meno consueti. Speriamo che anche per il futuro siano mantenuti i luoghi che abbiamo coinvolto quest'anno: l'Anfiteatro è davvero bellissimo e anche le Cave di Maiano sono una cornice suggestiva e adatta".