Lezione 2: Double Thumbing - IIa parte
di Alex Lofoco
Un saluto a tutti i lettori di Jazzitalia.net e benvenuti alla seconda di cinque
lezioni sulla "Double-Thumbing" technique.
Nel primo appuntamento abbiamo visto come avvicinarsi alla tecnica, come impostare
la mano ed abbiamo lavorato su due semplici pattern a tre note. I tre movimenti
coinvolti sono Down ()
- Up ()
- Pluck (P). Nel pattern n.2 della lezione
1 abbiamo visto l' Hammer come complemento.
Mantenendo gli stessi tre movimenti vi propongo oggi altri nuovi esempi, sempre
ternari.
A. Nel primo (n.3)
lavoreremo su una corda, suonando terzine, impiegando combinazioni di Down,
Up, Pluck e Hammer.
La nota in questione e' un MI al settimo tasto della corda LA.
1. Nel primo esempio si tratta di una sequenza Down-Up-Pluck.
N.B: Per rendere il movimento piu' fluido possibile e' bene mantenere la punta
del dito in linea con il pollice. In questo modo una volta portato il colpo Down,
ancor prima dell' Up, il nostro plucking finger e' gia pronto per lo strappo.
2. Nel secondo esempio invece usiamo l' Hammer per suonate il promo ottavo
della terzina, e alterniamo un Thumb-Pluck per suonare gli ultimi
due.
N.B: Anche qui il segreto e' tenere pollice e indice vicini, in modo da non perdere
tempo a collocare il dito al di sotto della corda interessata. Un' attenzione particolare
e' richiesta dall Hammer, il quale e' elemento integrante della terzina.
La nota cosi prodotta e' sul battere e non e' una ghost note, ma va suonata con
decisione e volume. (l' effetto della terzina, e quindi l' accento forte cade proprio
su questa nota, e la solidita' della terzina dipende quindi dall' Hammer).
3. Nella terza cellula del nostro pattern abbiamo invece un' altra combinazione,
che vede un Down e un Up stroke, inframmezzati da un Hammer. Il concetto e' quello
basilare Down-Up, ma Hammerando tra i due movimenti otteniamo una suggestiva
terzina.
N.B: In quest' ultima cellula ritmica vediamo il primo ottavo della terzina come
un LA suonato a vuoto. In questo caso possiamo suonarlo sia come ghost che come
nota piena, a seconda della dinamica che vogliamo dare. Il concetto alla base di
quest' ultima terzina e' lo stesso che troviamo nel pattern n.2open-hammer-pluck
(vedi Lezione 1), ma in questo caso sostituiamo il "pluck" con un "Thumb Up".
B. In questo secondo
esempio, sempre basato su gruppi di terzine, vediamo invece l'uso del dito medio
(m) come nuovo strumento atto allo strappo della corda.
1-2 Nelle prime due cellule ritmiche abbiamo un Hammer che suona una nota,
in questo caso un MI al settimo tasto della corda LA, e due ghost notes sul
SOL a vuoto. Le combinazione che questo pattern offre sono innumerevoli. Basto pensare
a quante note e' possibile hammerare e quante altre possiamo strappare con
indice e medio. Suggerisco quindi la pratica di questo pattern spostando la prima
nota in modo da costruire scape ed arpeggi.
N.B:Per ottenere un suono compatto mantenete indice e medio vicini tra di loro,
quasi fossero un unico dito, e lentamente articolate i loro movimenti. Da notare
che in questo caso lo strappo e' determinato non dalla rotazione del polso all'
infuori (alla M.Miller per intenderci) ma dal solo movimento delle dita.
3-4 In queste due ultime terzine vediamo sempre l' Hammer protagonista, che
suona il nostro primo ottavo in battere, e due movimenti della mano destra: lo
Strum nell'andare giù, e il Pluck nel tornare su.
Lo Strum è un movimento identico alla plettrata che solitamente e' tipico del mondo
chitarristico. Viene eseguito con indice e medio e in questo caso colpisce percussivamente
le corde RE e SOL. Il movimento della mano e' verso il basso e le corde in questione
vengono colpite dalle unghie delle dita in modo da avere un suono netto e con molto
attacco.
E' uno strumento molto utile che arricchisce la gamma di suoni a nostra disposizione.
Una volta che la nostra picking hand ha eseguito il movimento verso il basso,
sara' semplice tornare su' e strappare la corda (P) con un movimento contrario
al primo.
N.B: Lo Strum e' un movimento non comune a tutti, Stanley Clarke
e' stato un pioniere in questo, introducendo i "double stops" suonati in questo
modo, oserei dire chitarristico. Il guadagno in questo e' che non suonando una sola
nota, ma due o piu', ghosts o no, produciamo un effetto che aggiunge groove alla
nostra linea di basso. E' importante impadronirsi di una buona coordinazione del
movimento e di un suono deciso e definito: colpire SOLO le corde che vogliamo e
non fare attenzione a stoppare le corde in modo da evitare ogni risonanza indesiderata.
Vi auguro una buona pratica e vi invito a contattarmi su
lesson@alexlofoco.com per ogni
tipo di dubbi, commenti e suggerimenti.