Javier Girotto & Fabio Giachino Duo Alessandria Jazz Club – Ristorante Alli Due Buoi Rossi (AL)
RED NOTE Edizione 2016-17 - 17 novembre 2016
di Andrea Gaggero foto di Giuseppe Cavallaro
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Tra le date più interessanti della
presente stagione Red Note spicca il duo di eccellenze appartenenti a diverse,
distanti generazioni: un riconosciuto maestro di un jazz con forti radici nella
musica popolare argentina e un giovane pianista pluripremiato, giustamente salito
alla ribalta. Musicisti con origini non distanti, entrambi debitori di una formazione
oltre oceano, entrambi dotati di grande determinazione e talento. Talento compiutamente
espresso in Girotto, ancora in crescita in Giachino. Poco altro hanno
da condividere e nel concerto in duo le differenze e la scarsa conoscenza reciproca
faranno sentire il loro peso nel corso del concerto. Aprono la serata due brani
a firma Girotto dai temi, come sovente, ariosi e passionali e dalle scoperte influenze
popolari, quasi folcloriche. Riesce a stupire in Girotto la chiarezza e la potenza
d'emissione, la vena melodica inesauribile, la tecnica sfavillante e il controllo
sicuro di dinamica e intonazione in tutti i registri del soprano. A seguire un brano
melanconico e dolente che cresce in intensità diventando incandescente. Qui Girotto
si impadronisce della scena e della musica lasciando poco spazio al pur bravo Giachino.
La formula ostica del duo pare qui poco congeniale quasi occasionale:
i due ottimi musicisti esibiscono coordinate stilistico espressive tra loro distanti
e poco sintoniche. L'approccio più cerebrale e introspettivo di Giachino, forse
un comprensibile imbarazzo nel confronto, sono motivo di scarsa sintonia tra i due
che toglie carne e sangue alla musica. Nei seguenti Charlotte A Long Beach
e The Plane Is Late, entrambi a firma Giachino, le cose vanno decisamente
meglio. Il secondo spigoloso brano, dall'andamento asimmetrico obbliga Girotto su
sentieri meno battuti e consueti e con l'aumentare della tensione e concentrazione
può dimostrare ancor più la sua sconfinata musicalità ed energia; poi il brano si
trasforma in danza. Parabiago, è brano teso e terso, canto sognante e nostalgico
con il soprano trasfigurato timbricamente in un flauto basso o un non meglio precisato
strumento popolare. My Journey, a firma del pianista, è elegante e lieve,
cresce in intensità, lentamente, preparando la perorazione solistica di Girotto.
Se per Giachino la musica è danza lieve, citazione colta e fulminea, gioco e diletto,
talvolta quasi fanciullesco, in Girotto è fuoco e carne, è storia, cultura e politica
personale e del proprio paese d'origine.