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 Esce per la tedesca Esc Records l'album 
del chitarrista
Gianfranco 
Continenza, intitolato "The past inside the 
present". Un ottimo esperimento che racchiude trasversalmente tutto ciò 
che, pur non essendo jazz, ha influenzato questo genere musicale dalle origini fino 
a oggi. Tempi dispari, prog, funky, ballads, fusion, swing si mescolano audacemente 
in un calembour di sonorità che nello spirito creativo evoca più Zappa 
che Joe Pass.
 Continenza, 
che ha avuto una lunga esperienza chitarristica in California, fa respirare internazionalità 
anche grazie all'oculata scelta della formazione, che vede la prestigiosa partecipazione 
di Bill Evans 
ai sassofoni e del tastierista dei Tribal Tech Scott Kinsey. Sono 
forse proprio gli inserti synth di Kinsey a rappresentare il volto più attuale 
della pur modernissima band, unitamente alle molteplici soluzioni sonore di
Continenza, 
che distorce, sporca, riverbera sempre con grande eleganza e funzionalità. Maiuscola 
solisticamente e ritmicamente la prova del bassista
Maurizio Rolli, 
che va egregiamente a sostenere il drumming energico dell'esplosivo Dante Melena, 
il cui tocco graffiante e deciso lascia trapelare spiragli di passione rock.  Ricorda l'eclettismo di Fariselli degli Area il tema della traccia 
d'apertura "Outside That Door", brano benedetto 
da un esplosivo solo di tenore di Evans, musicale prima e coraggioso poi, 
ricco di soluzioni melodiche e ritmiche. Leggera e ricca di groove "Happy 
new funky", lirica e sospesa "Shadows and lights", 
nuovamente con il soprano del musicista statunitense a fare da mattatore e sciamano. 
Interessante l'excursus acustico di "One Note Waltz", 
il cui tema ridondante e tensivo cita frammentariamente Benny Golson e il 
bridge della sua "Killer Joe".  E' rock l'impianto ritmico di "The Dominant Wave", 
e anche il graffiante suono dell'hammond combinato con la sabbiosa chitarra di
Continenza, 
che invece riscopre lo swing in "Soul Friend" 
abbracciando questa volta, singolare esempio nel disco, un fraseggio con venature 
maggiormente mainstream.Augusto Pallocca per Jazzitalia
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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| Questa pagina è stata visitata 4.849 volte Data pubblicazione: 29/08/2008
   
 
 
 
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