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Intervista a Enrico Rava
di Francesco Ughi
foto di Massimiliano Cerreto

In questo periodo l'agenda di Enrico Rava è zeppa di impegni: promozione del nuovo album ECM, Easy Living, presentazione della biografia Note Necessarie per la MinimumFax, e tour italiano.

Mercoledì 17 marzo i napoletani lo hanno ascoltato in concerto all'Istituto Grenoble, accompagnato da una sezione ritmica tutta campana, composta da Salvatore Tranchini, Francesco Nastro e Aldo Vigorito. Proponendo un repertorio che avrebbe fatto la felicità dei più accaniti nazionalisti (in scaletta Senza Fine, Parlami d'amore Mariù, Azzurro e Estate), il più in forma nel quartetto è sembrato Francesco Nastro, ma anche Tranchini non ha deluso le aspettative, in particolar modo nella prima sequenza di brani, dove il suo modo creativo di accompagnare si faceva notare per la delicatezza, senza peraltro mai rubare la scena agli altri musicisti. Rava non ha certamente offerto il migliore spettacolo della sua vita, ma una toccante esecuzione di Rain (dal suo ultimo lavoro) e una scoppiettante Happiness is to win a big prize in cash hanno ricordato a tutti il motivo per cui il trombettista triestino si è meritato l'appellativo di ambasciatore del Jazz italiano nel mondo.

Lo abbiamo incontrato per parlare del suo libro, e nel corso di una lunga chiacchierata che ha toccato vari argomenti, ci ha regalato una serie di considerazioni interessanti sulla reale consistenza del jazz italiano e sull'ostinazione di certi colleghi a non volersi mettere in discussione.

F.U.: Alberto Riva, il coautore di "Note Necessarie", mi ha confessato che inizialmente non avevi alcuna voglia di raccontarti. Poi cosa è successo? Hai cambiato idea?
E.R.: Non avevo voglia di raccontare i miei fatti privati. E non li ho raccontati, se non quando ci entravano a forza, per dovere di cronaca. Invece ho raccontato i miei fatti musicali. Infatti fin dall'inizio ho avvertito Riva che non sarebbe stata una vera e propria biografia.

F.U.: L'opera è accompagnata da un cd, che rappresenta la tua prima raccolta antologica. Secondo quali criteri hai selezionato proprio questi tredici brani?
E.R.: Ho preso quei brani che in quel determinato momento, quando ho dovuto selezionarli, mi piacevano di più. Certo, avrei potuto sceglierne tanti.

F.U.: Tra l'altro, il primo pezzo del cd è un'incisione vecchissima…
E.R.: Ho inserito quel pezzo per un motivo storico. Appartiene a un disco che nessuno conosce. E' un'incisione del 1960, avevo vent'anni. Riascoltandolo, mi è sembrato che suonassi più o meno come suono adesso, il che mi stupisce, considerando che suonavo da appena due anni. In più, in quel brano c'è anche un mio caro amico (Franco Mondini), che in quegli anni era il batterista di Chet, e ci tenevo che fosse in qualche modo presente nell'antologia.

F.U.: In "Note Necessarie" parli di Proust, di Julio Cortazàr, e paragoni la tua musica al modo di scrivere di Carver e di Paul Auster. In che misura credi che musica e letteratura si possano influenzare?
E.R.: Non credo che si possano realmente influenzare, ma sono convinto che i meccanismi delle cose si assomiglino tutti. A nessuno verrebbe in mente di associare Proust al jazz, ma la scrittura di Proust, un po' come il jazz, funziona a concatenazioni: da un profumo che fuoriesce da un negozio nasce un pensiero, da questo un ricordo. Lo stesso può dirsi anche per il meccanismo della pittura.

F.U.: Nel libro c'è qualche episodio davvero esilarante. In uno di questi, un giovanissimo Enrico Rava, mentre fuma una sigaretta all'uscita di un locale newyorkese in cui deve esibirsi, viene avvicinato da Miles Davis, il quale lo informa che quella sera verrà a "dare un controllata". Puoi descriverci brevemente la personalità di Miles, per come lo hai conosciuto? Era davvero così scontroso come molti sostengono?
E.R.: Non mi interesso molto di astrologia, ma suppongo che Miles fosse un Gemelli, perché aveva una doppia personalità. Poteva apparire schizoide, forse questo derivava dal fatto che era molto timido. Poteva essere molto gentile, divertente, spiritoso e all'improvviso diventare tremendo; conosco delle storie davvero allucinanti, raccontate da musicisti che hanno lavorato con lui. Per fortuna, io ho conosciuto solo il lato più piacevole di una persona gradevole e molto gentile.

F.U.: Leggendo alcune pagine, appare abbastanza evidente che nella tua carriera hai sempre cercato di assecondare la tua voglia di cambiare, evolvere, e di sfuggire agli stili e soprattutto alle catalogazioni. Pur amandolo, hai suonato free finchè c'era era un motivo per suonarlo. Secondo te, nell'industria del Jazz, può capitare di rimanere ingabbiati in un genere? E quando questo avviene, quanto dipende dalla volontà dell'artista e quanto invece da altri motivi?
E.R.: Si può rimanere ingabbiati in un genere per pigrizia, o per ideologia. Conosco molti musicisti che sono rimasti intrappolati nella gabbia del free jazz, che secondo me aveva un senso nel '68 o nel '70, e fanno le stesse cose che facevano trent'anni fa per un motivo ideologico. Si sentono investiti di una sorta di missione. Alcuni si sentono in lotta contro il resto del mondo, soli contro tutti. C'è sempre questo malinteso, assolutamente stupido, in cui si associa un certo tipo di musica a un'ideologia di sinistra. Penso a uno come Derek Bailey, o a Evan Parker. Sono dei musicisti straordinari, ma suonano le stesse cose da trent'anni. Davvero non ne capisco il motivo, per me resta un mistero. Il jazz si è evoluto, o perlomeno è mutato moltissimo nel corso di un secolo, proprio grazie al fatto che i musicisti hanno sempre avuto la curiosità di cambiare, se no staremmo ancora all'Original Dixieland Jazzband. Guarda Armstrong: ha posto le basi di tutto ciò che sarebbe stato il Jazz a venire, incluso il bebop, perché ci sono alcune cose che suona alla fine degli anni '20 che sono frasi tipiche del bebop. Pur avendo fatto tutto questo, non è rimasto fermo, è mutato, non necessariamente in meglio, ma ha sempre guardato avanti. Negli anni '60 non suonava più quello che suonava negli anni
'20. Invece, molti di questi, che vengono considerati innovatori, fanno esattamente quello che facevano negli anni '60. E questo mi sconvolge.

F.U.: Dopo 18 anni sei tornato a incidere per la ECM. Sembra che tu e Manfred Eicher vi intendiate a meraviglia. Come mai avete fatto trascorrere tutto questo tempo?
E.R.: A un certo punto avevo smesso di lavorare con loro, perché avevano dei tempi di lavoro troppo dilatati. La loro idea era di fare un disco ogni anno e mezzo o due. Per me questo non era abbastanza, perché avevo un sacco di idee e poi volevo fare un minimo di un disco all'anno. Quindi ho cominciato a incidere per altri, e automaticamente abbiamo interrotto il rapporto. Non che ci sia un contratto d'esclusiva, ma con loro vale una sorta di gentlemen's agreement, o incidi per loro, o per altri. Nel corso di questi anni ci sono stati dei progetti che stavano per concretizzarsi: avrei dovuto incidere un album in trio con Paul Bley e Tony Oxley, poi nel frattempo uscì un disco di John Surman con loro due, e allora non mi sembrò il caso di farlo anch'io. Un'altra volta, più o meno cinque anni fa, c'era un progetto con Galliano, avevamo già prenotato lo studio a Oslo, ma all'ultimo momento la casa discografica di Galliano non gli diede l'autorizzazione ad incidere. Poi, finalmente, sia io che Eicher abbiamo fatto un passo in avanti, più deciso, e siamo arrivati a questo album.

F.U.: Nel quale suonano Roberto Gatto, Stefano Bollani, Gianluca Petrella, e Rosario Bonaccorso. Mi pare di capire che è questa la line-up che ti porteresti sulla luna. Spendi un solo aggettivo per ognuno di loro.
E.R.: Me la porterei volentieri sulla luna, ma non posso più farlo, perché non c'è più Bollani. Bè, Petrella è geniale, Gatto unico, Rosario è il mio preferito, in assoluto. Stefano è un fenomeno.

F.U.: Dopo l'ultimo, trionfale, tour a New York, che ha portato te e altri jazzisti italiani a far registrare il tutto esaurito in locali che hanno fatto la storia di questa musica, quali riflessioni hai fatto su questo successo? L'audience americana è davvero pronta ad accogliere a braccia aperte il nostro jazz?
E.R.: L'audience americana è disposta ad accogliere a braccia aperte qualunque cosa funzioni. Tra l'altro, credo che ultimamente agli americani non capiti spesso di vedere un gruppo che comunica questa voglia di suonare come il nostro. In giro non vedo più quella gioia di suonare che caratterizzava una volta il Jazz. Quando ero giovane, a New York andavo ad ascoltare i concerti del gruppo di Miles con Tony Williams, Cannonball Adderley, Monk. C'era questa forza, questa voglia di suonare. Oggi non la vedo molto spesso. Noi invece ce l'abbiamo. Non solo il mio gruppo, ovviamente, ma i gruppi italiani in genere ce l'hanno. Ed è questo il motivo per cui siamo presenti in tutti i festival europei, più dei francesi o dei tedeschi. Ad esempio, qualche mese fa io e Bollani eravamo a Parigi, suonavamo al Sunset, con il locale strapieno. A pochi metri da lì suonava Antonio Faraò, in un altro locale ancora c'era Stefano Di Battista. Il perché è semplice. Perché oggi gli italiani sono quelli che suonano meglio, così come una volta i più bravi erano gli svedesi, prima di loro gli inglesi, e prima di questi i francesi. Più che altro non capisco perché ci abbiamo messo tanto. Tutto sommato, nel dna del Jazz c'è una fortissima componente italiana, fin dagli esordi. La scena di New Orleans, all'inizio del secolo, era piena di italiani. Lì i siciliani erano uno dei gruppi etnici più presenti, c'era addirittura una linea diretta di navi Palermo-New Orleans. Nel primo disco di Jazz, della Original Dixieland Jazzband, il trombettista è Nick La Rocca, un siciliano. E' lui che ha scritto
Tiger Rag, che è uno dei classici del Jazz tradizionale. Il primo chitarrista a suonare in modo moderno era Eddie Lang, il cui vero nome era Salvatore Massaro. Per non parlare del Jazz moderno. Il Jazz è stato fatto dai neri, il gruppo più consistente, dagli ebrei e dagli italiani, è un dato storico. In Italia, invece, per colpa del fascismo, è arrivato tutto in blocco subito dopo la guerra, e noi eravamo di vent'anni indietro rispetto a tutti gli altri, quindi ci abbiamo messo un po'. E' stata dura, ma oggi finalmente abbiamo una grande quantità di musicisti. Forse troppi.

F.U.: Suoni una tromba Bach. Nel corso degli anni, hai cambiato spesso idea su quale potesse essere l'attrezzatura ideale per te?
E.R.: Tralasciando le prime trombe, appena mi feci un'idea di come dovesse suonare, comprai una Martin, anche perché tutti, da Miles a Chet Baker, la usavano. Con le Martin ho avuto un rapporto molto sfortunato. La prima mi è stata rubata a Roma, proprio la sera dell'inaugurazione del club dove avrei suonato per nove mesi con Gato Barbieri. Due ore prima del concerto mi rubarono la tromba, dalla macchina. Da allora non ho mai più lasciato una tromba in macchina. La seconda mi fu rubata da un "amico" trombettista a New York. Lui aveva una Bach antica e avevamo concordato uno scambio ma quella sera non la aveva con sé. Io intanto gli diedi la mia. Mai più rivisto. Poi, durante un lavoro con la Jazz Composers Orchestra, Randy Brecker mi vendette una Bach quasi nuova, mi piacque moltissimo e da allora ho sempre suonato le Bach. Ho sempre usato i bocchini Bach, ma non mi sono mai sentito a mio agio, ero sempre in lotta con il bocchino e cercavo il bocchino di Miles Davis, l'Heim, ma era introvabile, perché non c'era più il produttore. Poi Bill Dixon mi portò da un tale Zottola, che produceva bocchini. L'ho usato nel mio primo disco
Il giro del giorno in 80 mondi. Poi sono tornato di nuovo ai Bach. Un paio di anni fa, finalmente, ho scoperto che la Holton, una fabbrica di trombe, aveva avuto lo stampo dell'Heim e quindi era tornato in produzione. L'ho provato subito. E' fantastico, mi ha cambiato la vita. Tra l'altro, così come Randy Brecker mi aveva convertito alla Bach, io ho ricambiato il favore con l'Heim. Dopo aver sentito una trasmissione alla radio in cui ne parlavo, ne ha ordinato uno su Internet.

F.U.: Anche tu, nel libro, riconosci di avere sulla tromba un suono abbastanza scuro, un po' come il Chet Baker dell'ultimo periodo. Quanto un artista come te lavora, o ha lavorato, su questo aspetto, o quanto invece questo suono fa semplicemente parte del tuo DNA?
E.R.: Sì, credo che quello sia il mio suono, perché quello è il suono che mi piace, e perché i trombettisti che mi piacciono hanno quel suono. E quindi mi è venuto fuori così, perché corrisponde al mio suono interiore. Il suono non è soltanto qualcosa di fisico, è qualcosa che corrisponde anche all'anima. Esistono trombettisti che non scopriranno mai il loro suono, perché imitano il suono di un altro. Premettendo che Marsalis è un fenomeno, e quindi è al di fuori di qualunque discussione critica, devo però riconoscere che non ha un suono suo. Il suo è semplicemente il suono di tromba perfetto. Punto. A loro volta, i trombettisti marsaliani, che lo imitano, finiscono per ottenere un suono del tutto impersonale, che non corrisponde al loro suono interiore. In questi anni ho sentito una enorme quantità di trombettisti che suonano benissimo ma che non mi emozionano, non mi commuovono. Tutte queste scuole di Jazz che esistono oggi, se da un lato hanno fatto del bene perché hanno fatto alzare immensamente il livello tecnico, dall'altra hanno anche uniformato tutto. Il fraseggio, per esempio. Oggi si usano molto questi libri derivati dal testo su cui lavorava Coltrane, lo Slonimsky (ndr. "Thesaurus of Scales and Melodic Patterns" - Nicolas Slonimsky). Questi libri vengono usati non per un singolo strumento, ma per tutti. In questo modo tutti gli strumentisti imparano un fraseggio uniforme, e questo per me non va bene perché la tromba, ad esempio, ha delle caratteristiche molto diverse dal sax. E in più queste scuole fanno adottare sempre gli stessi modelli: per i trombettisti Freddie Hubbard, ultimamente Marsalis, per i sassofonisti Michael Brecker, per i pianisti Herbie Hancock. Escono fuori dei cloni.

F.U.: Negli ultimi nove mesi hai suonato almeno tre volte a Napoli. Stasera ti esibirai in compagnia di Salvatore Tranchini, Francesco Nastro e Aldo Vigorito. Che rapporto hai con questa città e con i suoi musicisti?
E.R.: Napoli è una città che mi piace moltissimo, infatti vengo spesso in vacanza da queste parti. I musicisti napoletani li conosco poco, purtroppo. Tutta questa zona, in cui faccio rientrare anche Salerno, ha dei musicisti interessanti, molto bravi, e produce anche delle musiche abbastanza originali, è una scena interessantissima però anche napoletana, nel senso che si muove poco da qui e il perché non l'ho mai capito, forse perché stanno troppo bene così.

F.U.: In passato hai collaborato con Paolo Fresu. Negli ultimi tempi, c'è qualche altro giovane trombettista che segui con interesse o il cui lavoro ha attirato la tua attenzione per qualche motivo particolare?
E.R.: Il più grosso talento che avessi mai visto era un ragazzo siciliano di 16 anni, Dino Rubino. Adesso ha 18 anni e non essendo soddisfatto del suo suono, ha abbandonato la tromba e ora suona il piano, ma è un vero delitto. L'ho conosciuto quando aveva 15 anni, e ancora non suonava la tromba, ma il pianoforte classico al Conservatorio e impazziva per Clifford Brown. Gli diedi qualche consiglio, su quale tromba comprare. L'anno dopo venne a Siena, ai miei corsi di musica d'insieme, entrò in classe mentre stavamo studiando un brano abbastanza difficile di Clifford Brown,
Joy Spring e chiese il permesso di suonarlo. Ci lasciò secchi, impietriti. Sembrava Fats Navarro. Aveva una musicalità, una facilità, una fantasia, uno swing, un senso del tempo, eccezionale. E aveva anche il carisma del leader, suonava la tromba da un anno e già si presentava alle jam session con gente che aveva vent'anni in più di lui. Mi ricordo che andai da Paolo Fresu e da Flavio Boltro, e li avvertii che il problema non era più il mio, per motivi d'età, ma che loro due dovevano cominciare a preoccuparsi. Io lo spinsi molto, lo obbligai a presentarsi al premio Massimo Urbani, dove ovviamente vinse. Però aveva un problema, riusciva a suonare soltanto forte. Le ballad, ad esempio, non gli riuscivano bene perché non riusciva a controllare il suono. A quel punto andò da un maestro classico, che gli fece ricominciare tutto daccapo, e questo lo fece peggiorare ancora di più perché distrusse tutto quello che aveva ottenuto. L'anno seguente tornò a Siena e lo mandai da Tamburini, il quale oltre ad essere un trombettista, è anche un ottimo didatta. Gli suggerii di andare da lui a Bologna, una volta al mese, per risolvere questo problema. Poi si lasciò andare, e non riuscendo ad ottenere il suono che voleva, abbandonò la tromba, ed è davvero un peccato.







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20/12/2009

European Jazz Expo. International Talent Showcase. "L'imperdibile appuntamento cagliaritano, in un novembre piacevolmente scaldato dal sole, presentava come ormai ogni anno dal 2004 i suoi numeri da sogno, con 9 sale, oltre 200 artisti coinvolti per più di 50 concerti, con il consueto grande e meritato successo di pubblico." (Enzo Fugaldi)

08/08/2009

Doppio concerto inaugurale per "Luglio suona bene 2009" con l'Ornette Coleman Quartet seguito dall'Enrico Rava Quintet. (Roberto Biasco)

15/03/2009

Live at JazzBo 90 (Rava, Urbani, D'Andrea, Tommaso, Romano)

14/03/2009

New York Days (Enrico Rava)

08/03/2009

Intervista a Piero Bassini: "Ci sono tutti i presupposti perché il jazz sia ancora una musica di protesta; e questo perché il mondo non è migliorato...Da un lato il jazz ha avuto il riconoscimento culturale che gli spettava, ma dall'altro continua ad essere una musica fondamentalmente libera, una musica che ha in sé, fin dalla sua nascita, la rivendicazione di un diritto di resistenza, anche oggi. Al di là della vicenda storica degli afro-americani, a cui il jazz è comunque legato, questa attitudine alla protesta sopravvive, nonostante tutti i riconoscimenti culturali e accademici che ha ricevuto." (Giuseppe Rubinetti)

05/01/2009

i 376 scatti di Francesco Truono a Umbria Jazz Winter 2008 - 2009.

12/10/2008

Roccella Jazz Festival 2008, "Terremoti": "In un sud che stenta sempre più a organizzare eventi jazzistici di rilievo, conforta vedere come i "Rumori mediterranei", alla ventottesima edizione, si rinforzino, raggiungendo numeri davvero ragguardevoli: 11 giorni di durata e 34 concerti, dislocati fra 9 comuni della provincia di Reggio Calabria, oltre alla consueta copiosa attività seminariale." (Enzo Fugaldi)

29/06/2008

si è concluso il Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "...una prima edizione ben riuscita, tanto sotto l'aspetto musicale che per il buon seguito di pubblico, giunto anche dalle province limitrofe, il cui successo ha indotto già le realtà organizzatrici, Comune di Vittoria in testa, a dare appuntamento all'anno prossimo per l'edizione numero due..." (Antonio Terzo)

15/06/2008

A New Conversations - Vicenza Jazz 2008 si distingue, tra gli altri, Ariel, un pianista di soli dieci anni: "Se si ascolta e si guarda allo stesso tempo, puo' prevalere a volte la tenerezza e lo stupore per le capacita' tecniche di un bambino. Ma se si chiudono gli occhi si capisce che non c'e' alcuna differenza con un pianista maturo. Padronanza ritmica, gradevolezza melodica, capacita' improvvisativa e soprattutto di scrittura..." (Giovanni Greto)

24/02/2008

Tenco's Jazz, l'anima Jazz della musica di Luigi Tenco: "Il Jazz in fondo ci faceva sentire un po' più nobili. Era uno dei pochi universi in cui ci si potesse riconoscere. Ci serviva per oltrepassare una musica leggera deteriore, impraticabile. Dovevamo per forza individuare un filone nuovo, che in pratica emerse da un miscuglio di jazz e altro..." (Roberto Arcuri)

11/02/2008

European Jazz Expo. International Talent Showcase, 25° Jazz in Sardegna: "Sono impressionanti i numeri dell'expo cagliaritana: 7 sale affollate in 4 giorni da oltre 400 artisti e oltre 20.000 spettatori, in una Città della musica allestita appositamente all'interno della Fiera internazionale della Sardegna. Quest'anno si festeggiavano i 25 anni dell'esistenza di questo celebre evento e...Orientarsi all'interno della pantagruelica offerta musicale cagliaritana è arduo." (Enzo Fugaldi)

29/01/2008

Enrico Rava - Stefano Bollani allo Sheraton Hotel di Bari: "...due artisti che insieme ne creano un terzo, forse proprio quel "terzo uomo" da cui l'album prende nome e connotazione: quel velo musicale che prende sembianze umane e che insieme a Rava e Bollani incanta e stupisce con la forza di una creazione musicale nuova e sincera." (Angelo Ruggiero)

05/01/2008

Gino Paoli con il suo Milestones al NotomusicaFestival: "E' stato un incontro di jazz come ce ne sono stati altri tra il grande patrimonio della canzone italiana d'autore e non. Una via percorsa da tempo da parte di alcuni musicisti nostrani che hanno capito che si poteva creare un filone tutto italiano di jazz pescando nella nostra tradizione." (Giuseppe Mavilla)

03/01/2008

Umbria Jazz Winter #15, l'anno del Jazz Made in Italy: "Oltre 60 concerti a pagamento e circa 50 ad ingresso libero, 12 mila le presenze paganti, 165 mila euro gli incassi ai botteghini, 65 mila le presenze complessive, 180 artisti, 80 persone di staff, 25 tecnici, 50 unità di servizio e 210 le persone direttamente impegnate nella organizzazione del festival..." (Marcello Migliosi)

03/11/2007

"E' stato il poeta della tromba, Enrico Rava, ad aprire la stagione invernale del Jazz Club Perugia, in programma fino al prossimo 11 aprile presso l'auditorium dell'Hotel Giò Jazz Area di Perugia." (Marcello Migliosi)

26/08/2007

Multiculturita Summer Jazz 2007, i concerti di Balducci Ensamble, Funk Off, Rava Quintet, Gino Paoli e il quartetto di Pat Metheny e Brad Mehldau, l'intervista a Pat Metheny: "Capurso capitale pugliese del jazz nell'estate 2007. Non si tratta di un messaggio promozionale volto a promuovere un evento, ma un giusto riconoscimento per chi ha consentito a questo paese, sito nell'hinterland barese, di divenire in così pochi anni uno dei punti di riferimento regionali dal punto di vista musicale..." (Alberto Francavilla - Marco Losavio)

08/08/2007

The words and the days (Enrico Rava)

28/06/2007

Nuova gallery con le foto di Marco D'Amico.

14/05/2007

Enrico Rava Quintet all'Auditorium di Roma: "La musica che oggi il trombettista propone, lontana dai più banali stereotipi jazzistici, è frutto di un lungo percorso che dall'inizio degli anni settanta si è spinto fino ad oggi sviluppando - secondo una propria coerenza - un linguaggio personale ed indipendente, una visione della musica fortemente caratterizzata." (Marco De Masi)

09/04/2007

Padova Porsche Jazz festival: un Dave Holland Quintet che non decolla, una eccellente ma poco seguita serata con Claudio Fasoli e la Civica Big Band di Milano e un intraprendente Mino Cinelu polistrumentista in un bel concerto in solo che però non cattura l'attezione del pubblico. (Giovanni Greto)

01/02/2007

Journey to Donnafugata (Salvatore Bonafede)

16/12/2006

Enrico Rava, Aldo Romano, Joey Baron, Henri Texier, Dado Moroni...dalla rassegna Jazz&Wine of Peace 2006 (Luca D'Agostino - Phocus Agency)

29/10/2006

Omar Sosa, Favata - Di Bonaventura - Gandhi, Enrico Rava con la New Generation dal DiVino Jazz Festival (Francesco Truono)

24/04/2006

Enrico Rava e Franco D'andrea La Palma: "Se Rava ama la melodia nel fraseggio ... D'Andrea procede dal piccolo al grande con la curiosità di scoprire anche in un frammento di tema l'occasione per una proliferazione di variazioni o suggestioni..." (Daniele Mastrangelo)

09/04/2006

Enrico Rava e Dado Moroni: "Gran parte del pubblico ha dimostrato di gradire la scelta di un repertorio di standards, che non ha tuttavia emozionato gli appassionati di jazz..." (Giovanni Greto)

22/03/2006

Le foto di Franco D'Andrea ed Enrico Rava a La Palma

07/02/2006

Una "Italian Jazz Musicians Gallery" a cura di Jos L. Knaepen

06/02/2006

Franco Cerri: ottant'anni suonati!! Teatro Arcimboldi, Milano - 28 gennaio 2006 (Giorgio Alto)

06/11/2005

Le foto dell'Enrico Rava Quintet a Jazz in Parco 2005. (Francesco Truono)

28/10/2005

Enrico Rava e Pat Metheny Live ad Alghero nella gallery a cura di Fabio Doro.

15/10/2005

Tati (Enrico Rava)

03/09/2005

Makin Whoopee - Stormy Weather (Andrea Pozza)

07/05/2005

Francesco Bearzatti e il suo Bizart Trio insieme a Enrico Rava: "...La musica del quartetto è una musica larga, che respira, fatta anche di pause, di spazi aperti…ma soprattutto è una musica dove trovano posto senza sopraffarsi a vicenda, anzi, arricchendosi reciprocamente in un'autentica contaminazione..." (Vito Mancino)

08/12/2004

L'Enrico Rava Quintet apre la rassegna Antiphonae 2004: "...L'ambiente, già caldo per l'intera performance, diventa incandescente: è in piedi, canta ed applaude i cinque musicisti presenti sul palco..." (A. Ayroldi, M. Losavio)

08/12/2004

Intervista a Enrico Rava: "...Le note necessarie sono quelle che rimangono quando si sono eliminate quelle non necessarie. Bisogna lavorare per individuarle..." (M. Losavio, A. Ayroldi)

09/11/2004

Enrico Rava Under 21, "...il suo carisma rimane alto, la sua tromba e il suo flicorno raggiungono momenti di poesia unici che pochi musicisti oggi si possono permettere..." (Paolo Carradori)

30/06/2004

Easy Living (Enrico Rava)

04/04/2004

Enrico Rava Quintet a Busto Arsizio: "...uno dei musicisti italiani più rappresentativi ed apprezzati a livello internazionale...accompagnato da un affiatato e fantasioso quartetto composto da musicisti dotati di originalità e classe..." (Franco Donaggio)





Video:
Enrico Rava Quintet Standards "I'll Close My Eyes" - al Moro Jazz Pub - Cava de' Tirreni - Salerno
Enrico Rava Quintet Standards in "I'll Close My Eyes" (Buddy Kaye / Billy Reid) excerpt, in Concert al Moro Jazz Pub - Cava de&#...
inserito il 16/12/2010  da - visualizzazioni: 5589
Enrico Rava Quintet Standards "Autumn Leaves" - al Moro Jazz Pub - Cava de' Tirreni - Salerno
Enrico Rava Quintet Standards in "Autumn Leaves" (Joseph Kosma) excerpt, in Concert al Moro Jazz Pub - Cava de' Tirreni - SalernoEnr...
inserito il 15/12/2010  da - visualizzazioni: 5286
Enrico Rava Quintet Standards "Doxy" - al Moro Jazz Pub - Cava de' Tirreni - Salerno
Enrico Rava Quintet Standards in Doxy (Sonny Rollins) excerpt, in Concert al Moro Jazz Pub - Cava de' Tirreni - SalernoEnrico Rava trumpet,Din...
inserito il 05/12/2010  da - visualizzazioni: 5675
Enrico Rava Quintet Standards "Scrapple From The Apple" - Moro Jazz Pub - Cava de' Tirreni - Salerno
Enrico Rava Quintet Standards in Scrapple From The Apple (C. Parker) excerpt, in Concert al Moro Jazz Pub - Cava de' Tirreni - SalernoEnrico R...
inserito il 04/12/2010  da - visualizzazioni: 5740
Enrico Rava Quintet Standards "Poinciana" - al Moro Jazz Pub - Cava de' Tirreni - Salerno
Enrico Rava Quintet Standards in "Poinciana" (Nat Simon - Buddy Bernier) excerpt, brano popolare, conosciuto in molte versioni, tra le indim...
inserito il 03/12/2010  da - visualizzazioni: 5552
Viva Palermo e Santa Rosalia - Enrico Rava & Salvatore Bonafede
Spettacolo "Viva Palermo e Santa Rosalia", regia di Ciprì&Maresco, Bologna 30 06 2005, Salvatore Bonafede - piano, Enrico Rava - tr...
inserito il 07/03/2010  da salvatorebonafede - visualizzazioni: 4691
Enrico Rava - Live Genova Jazz per Haiti 1/2/2010
il Jazz Genovese per Haiti - Teatro della Corte Lunedì 1 febbraio 2010 - Enrico Rava, Aldo Zunino,Andrea Pozza e Alfred Kramer...
inserito il 11/02/2010  da Mazzipunk - visualizzazioni: 5142
c.t.'s dance - enrico rava ('75)
from "pupa o crisalide" b: giovanni tommaso...
inserito il 05/02/2010  da zenzokasai - visualizzazioni: 4580
Enrico Rava "Rapsodia in Blu" PM Jazz Lab Tentet con Petrella & Trovesi - Umbria Jazz Winter 17(2/2)
Enrico Rava "Parco della Musica" Jazz Lab Tentet ed il suo ultimo progetto, che lo porta a rileggere le partiture di George Gershwin. Lo fa ...
inserito il 09/01/2010  da nickingos - visualizzazioni: 5878
Enrico Rava "Rapsodia in Blu" PM Jazz Lab Tentet con Petrella & Trovesi - Umbria Jazz Winter 17(1/2)
Enrico Rava "Parco della Musica" Jazz Lab Tentet ed il suo ultimo progetto, che lo porta a rileggere le partiture di George Gershwin. Lo fa ...
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Enrico Rava in HK (3)
Enrico Rava New Quintet in HK Cultural Centre (Soundcheck) ~ Hong Kong Int'l Jazz Festival 2009 (14/10/2009)...
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Enrico Rava in HK (5)
Enrico Rava New Quintet in HK Cultural Centre (Soundcheck) ~ Hong Kong Int'l Jazz Festival 2009 (14/10/2009...
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Duo Enrico Rava - Enrico Pieranunzi
Prove ed interviste al duo E.Rava/E.Pieranunzi ad Aosta il 13/10/94. Durata originale del video 26'...
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Jazz Time Enrico Rava e Dado Moroni duo clip
Jazz Time - E.Rava, D.Moroni duo [Inv n. MRT PM 010 ] , , Anno di edizione del prodotto multimediale : 2003 , Genere : Documentario , Autore : Marc...
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Enrico Rava - Certi angoli segreti
"Certi angoli segreti", from the album "New York Days" (ECM-2009), Enrico Rava, Mark Turner, Stefano Bollani, Larry Grenadier, Pau...
inserito il 17/08/2009  da Jazzfan92 - visualizzazioni: 6164
Jazz Middelheim 2009 : Philip Catherine, Enrico Rava, Ricardo del Fra & Aldo Romano
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Enrico Rava CT
25 novembre 2008 Catania, Enrico Rava, tromba; Gianluca Petrella trombone; Giovanni Guidi, piano; Pietro Leveratto, contrabbasso; Fabrizio Sferra, bat...
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Enrico Rava Catania
25 novembre 2008 Catania, Enrico Rava, tromba; Gianluca Petrella trombone; Giovanni Guidi, piano; Pietro Leveratto, contrabbasso; Fabrizio Sferra, bat...
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Larry Grenadier Stefano Bollani ed Enrico Rava New York Days Poggibonsi IGT 2009
Larry Grenadier e il suo contrabbasso capace di farmi pensare a Steve Harris parecchie volte e di riempire ogni singolo vuoto del fluire della musica...
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Stefano Bollani ed Enrico Rava inizio concerto Poggibonsi 5 Febbraio 2009
Iil trombettista torinese presentare le musiche del suo ultimo progetto musicale Enrico Rava New York Days, il Cd inciso per la prestigiosa etichetta ...
inserito il 05/02/2009  da burde73 - visualizzazioni: 6055
Enrico Rava Live in Poggibonsi 5 Febbraio 2009
Enrico Rava è il musicista italiano che più di ogni altro ha vissuto da protagonista alcuni dei momenti fondamentali della storia del jazz; ...
inserito il 05/02/2009  da burde73 - visualizzazioni: 5581
Enrico Rava conferenza stampa
Enrico Rava...
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Enrico Rava
Enrico Rava eâ?? senzâ??altro il più famoso musicista italiano nel mondo. Enrico, a quasi settanta anni, è ancora cons...
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enrico rava quintet_gianluca petrella
assolo di gianluca petrella. concerto al teatro augusteo di napoli - 14.01.08...
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enrico rava quintet
concerto al teatro augusteo di napoli - 14.01.08 - enrico rava_trumpet, gianluca petrella_trombone, andrea pozza_piano, rosario bonaccorso_double-bas,...
inserito il 15/01/2008  da persy79 - visualizzazioni: 5032
Sergio Rubini + Enrico Rava: Requiem per Chris
Sergio Rubini ed Enrico Rava raccontano il loro nuovo spettacolo; Requiem per Chris. Nuovo Montevergini, 3 novembre 2007. Anno terzo: tra cinema e tea...
inserito il 20/11/2007  da ivantagliavia - visualizzazioni: 4572
ENRICO RAVA quartet al DALTROCANTO
Concerto dell' Enrico Rava Quartet con Stefano Bollani al pianofort, Ares Tavolazzi al basso e Mirco Mariani alla batteria. Sala Consiiglio Comunale S...
inserito il 15/09/2007  da pensatojo - visualizzazioni: 5417
Enrico Rava Lavori Casalinghi
Brano di Rava dedicato a Massimo Urbani, Rava's tune dedicated to Massimo Urbani, Enrico Rava trumpet, Massimo Urbani alto saxophone, Bobo Stenson pia...
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Enrico Rava Quintet - Sibiu Jazz Festival 2007 - #1-1
Enrico Rava Quintet - Sibiu Jazz Festival 2007 (Enrico Rava - trumpet, Gianluca Petrella - trombone, Andrea Pozza - piano, Rosario Bonaccorso - bass, ...
inserito il 01/06/2007  da GabrielM2007 - visualizzazioni: 4524
Enrico Rava Quintet - Sibiu Jazz Festival 2007 - #2-3
Enrico Rava Quintet - Sibiu Jazz Festival 2007 (Enrico Rava - trumpet, Gianluca Petrella - trombone, Andrea Pozza - piano, Rosario Bonaccorso - bass, ...
inserito il 01/06/2007  da GabrielM2007 - visualizzazioni: 4411
Enrico Rava Quintet - Sibiu Jazz Festival 2007 - #2-2
Enrico Rava Quintet - Sibiu Jazz Festival 2007 (Enrico Rava - trumpet, Gianluca Petrella - trombone, Andrea Pozza - piano, Rosario Bonaccorso - bass, ...
inserito il 01/06/2007  da GabrielM2007 - visualizzazioni: 4646
Enrico Rava Quintet - Sibiu Jazz Festival 2007 - #2-1
Enrico Rava Quintet - Sibiu Jazz Festival 2007 (Enrico Rava - trumpet, Gianluca Petrella - trombone, Andrea Pozza - piano, Rosario Bonaccorso - bass, ...
inserito il 01/06/2007  da GabrielM2007 - visualizzazioni: 4487
Enrico Rava Quintet - Sibiu Jazz Festival 2007 - #1-2
Enrico Rava Quintet - Sibiu Jazz Festival 2007 (Enrico Rava - trumpet, Gianluca Petrella - trombone, Andrea Pozza - piano, Rosario Bonaccorso - bass, ...
inserito il 01/06/2007  da GabrielM2007 - visualizzazioni: 4704
Enrico Rava And Richard Galliano play Spleen
Enrico Rava And Richard Galliano play Spleen...
inserito il 06/03/2007  da therealshowstopper - visualizzazioni: 5540
Enrico Rava & Paolo Fresu
Very, very beautiful,,Round About Midnight...
inserito il 16/07/2006  da sky50 - visualizzazioni: 5622
Enrico Rava Quintet
Trumpetist Enrivo Rava...
inserito il 12/06/2006  da sky50 - visualizzazioni: 4381



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Data pubblicazione: 18/04/2004

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