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Enrico Rava
Incontri con musicisti straordinari
Feltrinelli, Milano 2011
Sarà qualche caratteristica insita nella natura dello strumento a rendere i trombettisti
tanto sensibili alla parola scritta? O sarà un caso se le loro autobiografie - da
Louis Armstrong
a Miles Davis-
sono tra le più seducenti prodotte dai musicisti jazz?
A sostegno della prima tesi si può consultare il catalogo Feltrinelli. Non può essere
solo una congiunzione astrale se nell'elenco delle loro pubblicazioni si trovano
tre ragguardevoli libri scritti da nomi tra i più significativi nel novero dei trombettisti
contemporanei: Wynton Marsalis,
Paolo Fresu
ed Enrico
Rava.
La tromba - dicono quelli del mestiere - va praticata quotidianamente e segue fedelmente
l'uomo negli inevitabili alti e bassi della vita. I giorni non sono tutti buoni,
tanto meno le note che devono, prima di poter uscire dalla luccicante campana dello
strumento, passare necessariamente dal corpo e dalla mente dell'autore che si è
mosso alla loro ricerca. Un po' come gli scrittori, che non possono neanche per
un istante rinunciare al rapporto conflittuale con la parola.
Forse per questi motivi uno degli aneddoti migliori del libro di Rava è quello del
trumpet therapist. Originale figura americana di "psicologo per trombettisti",
questo insigne consulente aiuta il musicista in crisi che non riesce a suonare oggi
quello che suonava ieri (altro che suonarlo domani, come esclamava il Charlie Parker di Cortázar). Molti celebri nomi hanno avuto bisogno delle prestazioni
del trumpet therapist, ma solo Rava, con una infallibile vocazione a scovare
l'aneddoto vincente, lo ha raccontato.
Lasciamo da parte il parallelo Rava musicista/Rava scrittore: e' roba da rapsodi
dell'ovvio. Qui parliamo di due arti distinte, padroneggiate con efficacia. Rava
musicista lo ammiriamo da anni; il Rava narratore è una scoperta: l'uomo sa scrivere;
ha una cosa sua, rubandogli l'espressione adottata per i musicisti che non
copiano altri. C'è mestiere quando dalla pagina scritta ci troviamo improvvisamente
dentro il bar Mulassano di Torino con all'altro capo del tavolino l'autore che racconta!
Franco Bergoglio per Jazzitalia
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
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Data pubblicazione: 20/11/2011
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