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John Taylor
In Two Minds
Cam Jazz (2014)
1. Coniston
2. Dry Stone
3. Ambleside
4. Phrase The Second
5. Episode
6. 3/4 pm
7. Middle Age Music
8. Calmo
9. Reflections in D
John Taylor - pianoforte
CAM JAZZ is a label of the KEPACH group
KEPACH Music S.r.l. - All rights reserved
Via Cola di Rienzo, 180 - 00192 Rome (Italy)
Tel: (39-06) 6840791
E-Mail: info@CamJazz.com
Web Site: www.CamJazz.com
Sarebbe un peccato perdersi questo disco o tenerlo in forma liquida, pratica sempre
più in auge di questi tempi. Averlo in vinile sarebbe meglio, ma il formato in alluminio
con il ricco e patinato booklet è più che soddisfacente. Una copertina, poi, d'applauso:
il fronte rappresenta Taylor che entra nello studio di registrazione fogli alla
mano, il retro è lui che va via (foto di Andrea Boccalini).
John Taylor è alla quinta prova da solo con il suo pianoforte e, forse, questa
è la più bella. Il suo racconto ha mille volti, mille persone e mille luoghi, gli
stessi che percorre e che vive. Ha la rara capacità di disegnare paesaggi sonori
inauditi, mai leccati. E sarebbe difficile il contrario, perché Taylor ha una dote:
la magia. Ogni nota è sempre opportuna, sia in legato che in staccato, riesce a
sorprendere. Lo fa con le composizioni, intense e profumate come Ambleside Suite,
recitata da Coniston, Dry Stone e Ambleside: tre paesaggi diversi
nella ritmica distribuita con ardore dalla sinistra, mentre la destra sciorina la
fluidità del fraseggio. A ciò si unisca un uso giudizioso del pedale e un tocco
che risuona di influenze classiche mai celate.
Taylor ha a cuore la melodia, la cantabilità che non rischia mai d'essere banale.
E anche nelle tonalità romanticamente mainstream di Phrase The Second, svolta
l'angolo per trovare le giuste spezzature ritmiche che lo rendono ghiotto. Non rinuncia
a cenni di minimalismo, di polifonia segreta retta da intervalli inaspettati (Episode,
Middle Age Music).
E' calamitato dalla linea melodica, dall'ampia circolazione lirica ben fissata all'interno
di cellule ritmiche spesso raddoppiate (3/4 pm). Calmo non si assimila
per onomanzia al tenore musicale, perché è rapsodico, con ampie incrinature ritmiche,
sospensioni, arpeggi con la mano destra e note schiacciate. Reflections In D
è la giusta chiosa, perché mette il Tin Pan Alley al servizio delle scale europee.
Taylor da solo tiene corte per un'orchestra e mette i finimenti dorati alla storia
della musica.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
14/11/2009 | Intervista a Richard Galliano : "...utilizzare vari linguaggi è stata una necessità più che una scelta. Un fisarmonicista non può tagliare le sue radici. La fisarmonica non è mai servita a tracciare nuove strade musicali. Noi siamo necessariamente immersi nel nostro passato. E il nostro passato è quello di tantissimi musicisti di strada, gente che suonava ai balli popolari e nelle ricorrenze di paese. La fisarmonica, un organo portatile, non può prescindere da questa sua storia umile." (Marco Buttafuoco) |
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Data pubblicazione: 19/05/2014
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