Jazzitalia - Live: Ai Confini tra Sardegna e Jazz 2018 - XXXIII Edizione - Integrazione sui 7/8
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Ai Confini tra Sardegna e Jazz 2018
XXXIII Edizione
"Integrazione sui 7/8"
Sant'Anna Arresi - Masainas - San Giovanni Suergiu - 1 - 9 settembre 2018
di Aldo Gianolio
foto di Agostino Mela, Danilo Codazzi, Luciano Rossetti

Tante cose distinguono il festival di Sant'Anna Arresi, "Ai confini tra Sardegna e Jazz", dagli altri italiani. Intanto è uno dei pochi (forse ormai l'unico?) che mantiene per ogni edizione un indirizzo programmatico, un tema preciso a cui riferirsi (in genere un tema "forte", con implicazioni politiche e sociali). Poi è rivolto soprattutto al jazz di ricerca e di sperimentazione, legato al free jazz storico e alle sue multiple derivazioni. Ancora, tende a commissionare opere inedite, a fare partecipare i musicisti alla vita del festival, a farli incontrare e collaborare fra loro come resident artist, arrivati appositamente in esclusiva per il festival, direttamente dal paese d'origine. Con questa impostazione è palese che si vada incontro a rischi maggiori, che sia più facile che sopraggiunga qualche inconveniente, come difatti sono sopravvenuti in questa XXXIII edizione, quando tre musicisti hanno dato forfait per cause di forza maggiore: Orrin Evans per braccio fratturato, Tyshawn Sorey per problemi di salute e Lonnie Smith per volo mancato. Anche se il tema conduttore del festival era quest'anno il pianoforte (e le tastiere in generale), che con i suoi tasti bianchi e neri viene a rappresentare l'integrazione fra i popoli ("Integrazione in 7/8" era l'esatto sottotitolo della rassegna), Evans e Smith non hanno creato particolari scombussolamenti; si è maggiormente sentita la mancanza di Sorey, che avrebbe dovuto essere il punto clou del cartellone, con la sua – poi non effettuata – conduction di una composizione ritrovata fra le carte musicali di Butch Morris. Pazienza; sembra che Sorey presenterà questa Conduction n. 200 a Cagliari in autunno.



Il festival è comunque riuscito brillantemente, a nostro giudizio assegnando la palma dei musicisti più significativi (per quantità e bellezza delle performance) a David Murray, Alexander Hawkins, Rob Mazurek, Antonello Salis/Sandro Satta e Chad Taylor, il quale ultimo, oltre ai tre gruppi in cui era già destinato a suonare (duo con Brandon Lewis, i Chicago London Underground e A Pride Of Lyons) ha dovuto sostituire Sorey (aspettato invano non solo per la citata Conduction n. 200, ma anche per il Sant'Anna Arresi Black Quartet), dando quattro concerti in due giorni.

Il concerto d'apertura è stato dei Roots Magic, gruppo italiano formato da Alberto Popolla ai clarinetti, Enrico De Fabrittis ai sassofoni, Gianfranco Tedeschi al contrabbasso e Fabrizio Spera alla batteria, che ha trasformato murmuri blues classicamente terzinati o arabeschi melodici orientaleggianti in cacofonie free (ricordando Eric Dolphy e Don Byron), attraverso arrangiamenti ben congegnati con continui stop, stacchi, riprese e cambi di tempo. Tutti bravi e pieni di solare vitalità (un encomio particolare al clarinettista Alberto Popolla).

A seguire la White Desert Orchestra, tentetto diretto dalla pianista Eve Risser, che ha presentato una musica di grande seduzione, mescolando, a volte contrapponendo, differenti tendenze e coloriture (basi classicheggianti con parti solistiche free, o viceversa fondi destrutturati con andamenti melodici bucolicheggianti), inerpicandosi su pareti sghembe e frastagliate alla M-Base o appoggiandosi su terreni pianeggianti alla Carla Bley, o addirittura standosene pacata e distesa in una specie di voluto immoto non procedere (ottimi il chitarrista Julien Desprez e il sassofonista Benjamin Dousteyssier).

Il 2 settembre i Young Mothers, sestetto (con due batterie) guidato dal contrabbassista norvegese Ingebrigt Haker Flaten (già con The Thing), ha dato uno dei concerti più belli del festival, offrendo una musica coesa, senza cedimenti di sorta, tirata e tesa, sia nelle parti piene e magmatiche che in quelle (quantitativamente più limitate) diradate, mescolando con energico approccio funkeggiante free jazz, metal e rap (di grande efficacia l'uso della voce "alla Brian Johnson" dei AC/DC del batterista-vibrafonista Stefan Gonzales, come fosse uno strumento aggiunto a fini coloristici e compositivi).

Subito dopo un altro concerto per certi versi entusiasmante, anche se con approccio più "classico": quello del trio (avrebbe dovuto essere un quartetto, con Orrin Evans al piano) del tenor sassofonista David Murray, uno dei grandi maestri dell'improvvisazione post-bop, con Nasheet Waits alla batteria e Jaribu Shahid al contrabbasso. Forse proprio perché in trio (ricalcando epici concerti e registrazioni pianoless come quelli dei tenor sassofonisti Sonny Rollins, John Coltrane, Joe Henderson e, fra i contemporanei, Josuah Redman e Joe Lovano), quindi con maggiore libertà senza l'ancoraggio armonico e tonale conferito ineluttabilmente dal pianoforte, e caricando su di sé tutta la responsabilità dell'improvvisazione, ha liberato la fantasia in maniera superlativa, anche grazie all'apporto altrettanto superlativo dei compagni, che lo hanno assecondato in ogni passaggio, in ogni svolta, in ogni impennata. Nell'improvvisazione di Murray è concentrata tutta la tradizione del jazz sia del passato remoto sia del passato prossimo, addirittura quella che parte da Coleman Hawkins e, nel suo caso, passa attraverso Ben Webster (e quindi Archie Shepp, il free jazz-man per antonomasia, che proprio in Webster aveva trovato illuminazione), per arrivare sino alle grida di Albert Ayler; ma il tutto solo come idee-forza ispiratrici, perché poi il suo stile rimane prettamente quello di un solismo fra i più personali del jazz moderno: rapsodico, ma diversamente da Hawkins, però con la stessa veemente forza; free, ma diversamente da Ayler, ma con quei medesimi improvvisi scarti aggriccianti sui sovracuti che scombussolano, ubriacano, infiammano.

Murray ha suonato ancora meglio nel gruppo formato espressamente per il festival, il Sant'Anna Arresi Black Quartet, tre giorni dopo, il 5 settembre, assieme a James Brandon Lewis al sassofono tenore, di nuovo Jaribu Shahid al contrabasso e, alla batteria, Chad Taylor, che ha preso il posto dell'annunciato Sorey. Il Black Quartet ha reso omaggio a Butch Morris, interpretando suoi brani (Murray conosce bene Morris, avendo collaborato con lui in inizio di carriera). Solo che, come spesso succede nel jazz quando a improvvisare si trovano di fronte due musicisti che suonano lo stesso strumento, viene fuori l'istinto competitivo: così Murray e Lewis hanno dato vita, se non proprio a un duello come quelli storici fra Wardell Gray e Dexter Gordon, Sonny Stitt e Gene Ammons, Johnny Griffin e Eddie Lockjaw Davis, a un serrato confronto, non solo di eloquenza, retorica, tecnica, ma anche di stile: Murray, più vecchio, sessantatreenne, sembrava più azzardato di Lewis, più giovane, trentacinquenne; Murray era più guizzante nei suoi improvvisi cambi di registro e sonorità, più distante dai canoni del "bel suonare"; Lewis invece più omogeneo e compatto, pur sempre espletando un fraseggio spesso declinante nei viluppi coltraniani, ma più logicamente costruito, meno passionale.

Se Murray si è superato col quartetto, Lewis si è superato il 4 settembre in duo con Chad Taylor: da una parte Taylor, mosso e dinamico, pieno di variabili idee ritmiche e soluzioni timbriche di fine cesellatura, eseguite con somma tecnica (spesso passando alla mbira, strumento africano a lamelle); dall'altra Lewis con il suo incedere melodico a passi decisi e sicuri, in fraseggi almanaccati alla Ogunde di Coltrane, che non dimenticano la melodia più cantabile, con un suono che più che a Coltrane si avvicina a quello di David S. Ware, un suono robusto, scuro, a tratti nasale, e a quello degli squarci infiammati di Ayler.

La terza giornata, il 3 settembre, si è rivelata perlopiù di passaggio.

Gli austriaci Radian, un trio chitarra basso e batteria (con l'ottimo drummer Martin Brandlmayr e con John Norman al basso e Martin Siewert alla chitarra e alle elettroniche), hanno costruito un fitto lavoro di elettronica e basi preregistrate (loop, effetti, suoni particolari) che si sono sommate ai suoni live di chitarra, batteria e basso, con sequenze ripetitive, ridondanti, d'atmosfera, con molti echi, rifrazioni, rimbalzi, estenuazioni, fumi fantasmagorici.
I Talibam, duo formato da Matt Mottel (tastiera computerizzata portata a tracolla) e Kevin Shea (batteria), con l'aggiunta di Luke Stewart al contrabbasso e Sandy Ewen alla chitarra, si sono dimostrati meno raffinati dei Radian nell'uso dei marchingegni elettronici, ma forse è meglio dire più diretti e meno nebbiosi, con Sheaa batterista iridescente, nervoso, agilissimo e preciso che è il contrario esatto di Brandlmayer, più controllato, essenziale, misurato. I quattro hanno comunque saputo costruire per il tenor sassofonista Joe Mcphee, uno dei maestri "minori" del free storico, un adeguato tappeto sonoro (simulante i terreni semoventi del free), dai quali McPhee è sembrato però starsene ai margini, senza entrare con più decisone nel costrutto generale (forse perché non abituato a quei suoni), così lasciando troppo spazio al quartetto, risultato a tratti prolisso e poco incisivo, probabilmente perché ha prolungato momenti di attesa cercando di suonare per McPhee, non per sé stesso e per la propria musica.

McPhee il 5 settembre ha dato un secondo concerto con i suoi A Pride of Lyons (Daunik Lazro al sax tenore, Joshua Abrams e Guillaume Séguron ai contrabbassi e Chad Taylor alla batteria), dove si è trovato più a suo agio su un terreno tipicamente free, con i due contrabbassisti che hanno costruito una base ottimale per le liberamente improvvisate divagazioni vigorose ma evocative, irrequiete ma prudenti, di entrambi i sax tenori (McPhee anche alla tromba tascabile, che usa come Ornette Coleman usava la tromba).

Il 5 settembre, prima del Black Quartet e del A Pride Of Lyons, alle 19, a Masainas, in località Is Solinas, si è esibito il duo Rob Mazurek - Gabriele Mitelli in un concerto sui generis pieno di poesia e suggestione.
Mazurek alla tromba piccola e Mitelli alla cornetta e al flicorno hanno suonato sulla spiaggia, vicino al mare, sul far del tramonto, come due Don Cherry dolenti e riflessivi che ogni tanto adoperano anche campanellini, campanacci e percussioni varie, oppure cantano al cielo, o usano qualche effetto elettronico, fino a quando, proprio mentre il sole sta sparendo dietro l'isola di Sant'Antioco, entrano nel mare calmo e liscio dirigendosi lentamente verso il largo, suonando estatici al cielo come in una invocazione di un rituale sciamanico, continuando a camminare e a suonare nenie malinconiche e fermandosi solo quando l'acqua arriva fino al collo.

Nello stesso posto, due giorni dopo, è stata la volta di Alexander Hawkins, al piano solo. Anche lui, come molto musicisti contemporanei, mescola gli stili o addirittura li accosta senza mescolarli, formando un tutt'unico legato fortemente alla tradizione, ricordando Duke Ellington e Earl Hines, ma anche arrivando sino a Cecil Taylor attraverso Jacki Byard e Keith Jarrett (e, nel bis, riprendendo Bach), con una capacità di sintesi, una propulsione ritmica e un compendio armonico di elevata fattura.

Hawkins si è esibito in altri due occasioni: con il Chicago London Underground (il 4 settembre) e con il suo quartetto (il 6 settembre).
Il nome Chicago London Underground deriva dal fatto che il gruppo è formato da due chicagoani, Rob Mazurek alla tromba e Chad Taylor alla batteria, e da due londinesi, John Edwards al contrabbasso e, appunto, Hawkins.
Il concerto è stato ricco di spunti, di groove, di fantasie melodiche, di rumori e di atmosfere estatiche, con il Davis elettrico, il Coltrane free e il Cecil Taylor monkiano a tirare dall'alto qualche filo, riuscendo a mantenere in schemi articolati e aperti la forza del free jazz senza essere per niente free, perché ogni nota improvvisata va interamente al servizio della composizione e perché il clima non è cacofonico, c'è solo grande energia che si risolve in forte tensione. Mazurek ricorda stilisticamente Don Cherry, Lester Bowie e Bill Dixon, senza scordarsi gli antichi e la loro forza (Bix Beiderbecke, Jabbo Smith), mentre Hawkins, come detto, ricorda Taylor (Cecil) e Byard, ma qui scivolando più verso le frenesie tayloriane, sebbene mitigate dal pianismo più classicheggiante dell'altro Taylor pianista, John, suo connazionale.

L'Alexander Hawkins Quartet è invece stato meno irruento e agitato, costruendo con una specie di post-bop cubista (ancora attraverso John Taylor) un clima scintillante e dilatato, campato in aria fra lunghi silenzi e articolazioni sonore spaziate, che ha avuto la funzione soprattutto di supportare, assieme al contrabbasso di Neil Charles e alla batteria di Stephen Davis, il canto lamentoso di Elaine Mitchener, che si rifà in modo evidente a Jeanne Lee, pur in un proprio modo, che calca più sulla dizione operistica e tratta con sfumature più attoriali i sospiri, i gemiti, il parlato.

Il 6 settembre il trombettista Gabriele Mitelli è tornato ad esibirsi, questa volta col suo gruppo ONG, con Gabrio Baldacci alla chitarra baritono, Enrica Terragnoli al basso, chitarra, elettroniche e tastiere e Cristiano Calcagnile alla batteria e elettroniche: un jazz elettrico ed elettronico, che passando fra le eruzioni telluriche continue di Calcagnile, le distorsioni rock di Baldacci, le invenzioni cibernetiche di Terragnoli, fra temi funky, free jazz, country and blues, fusion e noise, vede Mitelli improvvisare lungamente con voce chiara e suadente in una sorta di continua espansione circolare.

Il 7 settembre ha visto sul palco il duo A-Septic, che ha messo in evidenza l'ammaliante contrasto fra le arse sonorità di Stefano Ferrian al sassofono e quelle distillate di Simone Quatrana al pianoforte, influenzati dalla musica armena e russa; poi, al posto della Conduction n. 200 che avrebbe dovuto essere affidata a Tyshawn Sorey, è stata anticipata la Conduction che invece avrebbe dovuto chiudere l'intera rassegna l'ultima sera in piazza del Nuraghe, sempre con la medesima grande orchestra di giovani proveniente dal Conservatorio di Cagliari, in questa occasione diretta da Daniele Ledda, che si sono entrambi (orchestra e direttore) comportati egregiamente, divertendosi e facendo divertire.

L'8 settembre, dopo i Blacktones, band sarda che ci ha portato su rumorose atmosfere prettamente metal rock, il duo formato da Antonello Salis al piano e alla fisarmnica e da Sandro Satta al sassofono tenore ha sostituito il mancante Lonnie Smith: forti di una perfetta intesa frutto di anni di conoscenza e di collaborazioni, Salis e Satta hanno proceduto concordi e compatti pur nelle sporadiche difformità, avviluppando con fervore le loro note oppure mettendole in espressivamente proficui contrasti, di volta in volta assecondandosi o contrastandosi per poi trovare subitanea consonanza, confermandosi improvvisatori eccezionali.

I medesimi due con l'aggiunta di Paolo Damiani al violoncello e Bruce Ditmas alla batteria, hanno poi chiuso il festival il 9 settembre a San Giovanni Suergiu presso la Chiesa romanica di Palmas Vecchio, con un concerto in memoria di Carlo Mariani, figura chiave delle sperimentazioni avviate nelle prime edizioni del festival sul terreno di incontro tra musica afroamericana e tradizione sarda. Carlo Mariani, romano, non sardo, era virtuoso suonatore delle launeddas, antico strumento a fiato dell'isola, probabilmente il più antico del Mediterraneo. "The Man Of The Long Canes", come è stato intitolato l'omaggio, è stato aperto da una registrazione delle launeddas suonate da Mariani, presto sfumate per fare posto alla musica del quartetto, che ha proceduto brillantemente mantenendo lo spirito della musica evocativa e danzante di Mariani, celebrando, insieme a lui, la terra di Sardegna e il festival di Sant'Anna Arresi che all'isola fa onore.


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Roots Magic - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusStefano Ferrian - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusDavid Murray - James Brandon Lewis - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusElaine Mitchener - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusGabriele Mitelli Quartet - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusRob Mazurek - Gabriele Mitelli - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusRob Mazurek - Gabriele Mitelli - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - Phocus
Rob Mazurek - Gabriele Mitelli - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusSimone Quatrana - Stefano Ferrian - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusAi Confini Tra Sardegna E Jazz - Is % Solinas - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusA Pride Of Lions - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusJames Brandon Lewis - Chad Taylor - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - Phocus
John Edwards - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusRob Mazurek - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusAlexander Hawkins - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusChicago London Underground - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusJames Brandon Lewis - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusJoe Mc Phee - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusLuke Stewart - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusRadian - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - Phocus
Talibam And Guest - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusThe Young Mothers - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusDavid Murray - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusDavid Murray - Jaribu Shahid - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusDavid Murray Trio - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusLuke Stewart - Nasheet Waits - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusNasheet Waits - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusAntonello Salis - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - Phocus
Nasheet Waits - David Murray - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusWhite Desert Orchestra - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusAi Confini Tra Sardegna E Jazz - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusAntonello Salis - Sandro Satta - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusEve Risser - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - PhocusEve Risser White Desert Orchestra - Sant'Anna Arresi 2018 © Rossetti - Phocus

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Silke Eberhard - Sant'Anna Arresi 2018 Agostino MelaAlberto Popolla - Sant'Anna Arresi 2018 Agostino MelaChad Taylor - Sant'Anna Arresi 2018 Agostino MelaCristiano Calcagnile - Sant'Anna Arresi 2018 Agostino MelaDavid Murray - Sant'Anna Arresi 2018 Agostino MelaDavid Murray - Sant'Anna Arresi 2018 Agostino Mela
Martin Brandlmayr - Sant'Anna Arresi 2018 Agostino MelaAlexander Hawkins - Sant'Anna Arresi 2018 Agostino MelaAlexander Hawkins - Sant'Anna Arresi 2018 Agostino MelaKevin Shea - Matt Mottel - Sant'Anna Arresi 2018 Agostino MelaSandro Satta - Antonello Salis - Sant'Anna Arresi 2018 Agostino Mela
Simone Quatrana - Sant'Anna Arresi 2018 Agostino MelaSimone Quatrana - Sant'Anna Arresi 2018 Agostino MelaThe White Desert Orchestra - Sant'Anna Arresi 2018 Agostino MelaThe Young Mothers - Sant'Anna Arresi 2018 Agostino MelaGabriele Mitelli - Rob Mazurek - Sant'Anna Arresi 2018 Agostino Mela
O N G Crash - Sant'Anna Arresi 2018 Agostino MelaPride Of Lions - Sant'Anna Arresi 2018 Agostino MelaQuatrana Ferrian - Sant'Anna Arresi 2018 Agostino MelaRadian - Sant'Anna Arresi 2018 Agostino MelaRoots Magic - Sant'Anna Arresi 2018 Agostino MelaS . Gonzalez - Sant'Anna Arresi 2018 Agostino MelaFanny Lasfargues - Sant'Anna Arresi 2018 Agostino Mela
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Quattro chiacchiere con...Livio Minafra: Il proprio stile non passa dal rifacimento di qualcosa che un altro ha fatto ma dal ricercare e miscelare spontaneamente ogni proprio amore ed istinto musicale. (Alceste Ayroldi)

26/09/2011

Le vecchie glorie Richard Davis & Archie Shepp e la presentazione di "Plays Nat King Cole en espanol" del David Murray Cuban Ensemble a Verona Jazz 2011 (Giovanni Greto)

16/07/2011

Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi)

26/02/2011

Giornale Di Bordo (Salis - Murgia - Angeli - Drake) - Alceste Ayroldi

26/12/2010

European Jazz Expo 2010: "...si possono delineare suggestioni comuni "trasversali" tra artisti diversi. Una moderna valenza "ipnotico rituale" ad esempio in Francesco Bearzatti e Marc Ayza; una forte componente "Etnico - tradizionale" ad esempio in Salis - Murgia - Angeli e Paco De Lucia; i legami con il pop e/o il R&B o la fusion in Sanborn e Ritenour ma anche in Pino Daniele. E' apparsa isolata dal contesto la cifra stilistica di Chiara Civello, che come legame con il jazz ha avuto forse quello di avvalersi della collaborazione di validi jazzisti che comunque non hanno suonato jazz, ma musica pop di buona fattura." (Daniela Floris e Daniela Crevena)

28/11/2010

Sardinian jazz: Viaggio tra i jazzisti sardi e dintorni (1a parte): "...un viaggio nell'Isola del jazz, o se volete nel jazz dell'Isola, esplorando tra i suoi protagonisti che, sfatando il detto "nemo propheta in patria", hanno contribuito con le loro originali ed eccezionali capacità a creare una vera e propria scuola sarda che si è affermata nel tempo attraverso collaborazioni con i più grandi nomi internazionali del genere e produttive contaminazioni tra diversi generi musicali." (Viviana Maxia - photo di Roberto Aymerich)

04/10/2010

Castellana Music Festival: "Fresche serate di jazz nell'ultima settimana di agosto del sud-est barese. Si è appena concluso il Castellana Music Festival svoltosi nella città delle grotte che, già nella prima edizione ha visto un cartellone di tutto rispetto, ambientato nel caratteristico scenario delle piazze del borgo antico." (Angelo Ruggiero)

05/09/2010

Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio)

29/08/2010

David Murray con l'Hocus Pocus 3 di Gianni Lenoci, Pasquale Gadaleta e Giacomo Mongelli: "L'esperienza di condividere palco e progettualità con un grande solista afroamericano di jazz come David Murray è al contempo una conferma ed una indicazione di percorso verso la verità più profonda di questa musica" (Pasquale Raimondo)

31/07/2010

Directly From Heart (Massimo Pirone) - Marco Buttafuoco

12/06/2010

Young Jazz Festival 10 con al direzione artistica di Gianluca Petrella: "La rassegna fulginate si distingue tra le iniziative italiane per il proposito di coinvolgere esperienze artistiche giovani con un'attenzione a proposte poco o per niente inflazionate, ma senza isolarle dall'esperienza dei maestri. Un punto di forza del jazz è la capacità di innovarsi grazie all'affermarsi di nuovi talenti, che nei casi più felici contribuiscono a perpetuarne la tradizione e ne determinano anche l'evoluzione e l'apertura." (Vincenzo Fugaldi)

06/06/2010

Sardinia jazz (Claudio Loi)- Franco Bergoglio

21/12/2009

Canto De Perdas (Worldream) - Alceste Ayroldi

20/12/2009

European Jazz Expo. International Talent Showcase. "L'imperdibile appuntamento cagliaritano, in un novembre piacevolmente scaldato dal sole, presentava come ormai ogni anno dal 2004 i suoi numeri da sogno, con 9 sale, oltre 200 artisti coinvolti per più di 50 concerti, con il consueto grande e meritato successo di pubblico." (Enzo Fugaldi)

14/08/2009

The soul and the poet (Giuseppe Spagnoli)- Elio Marracci

06/04/2009

Big Guns (Previte / Petrella / Salis)

08/02/2009

Intervista a Peppe Consomagno: "Costruire i miei strumenti per me non è solo una cosa fondamentale, ma profondamente vitale. Sono oggetti sonori e per me è importante conoscerli, passare per le loro fibre, ascoltarli, dialogare con loro ed emozionarsi. Tutto suona è vero, ma un buon strumento è necessario farlo entrare in musica perché egli stesso è musica. La ricerca del suono mi ha sempre caratterizzato. Ritengo che uno strumento deve produrre un gran bel suono acusticamente, ma è necessario riuscire a farlo suonare bene anche davanti ad un microfono, sia in studio che live." (Fabrizio Ciccarelli)

12/01/2009

Quintorigo Play Mingus (Quintorigo)

05/01/2009

XXIIIa Edizione di "Ai Confini tra Sardegna e Jazz" a Sant'Anna Arresi: "Dedicata alla suggestiva figura ed all'indiscutibile genialità musicale di Don Cherry, la manifestazione sarda, giunta oramai alla sua ventitreesima edizione, ha offerto diversificate sfaccettature del caleidoscopico animo artistico impresso nel tempo dal grande trombettista di Oklahoma City." (Gianmichele Taormina)

01/01/2009

European Jazz Expo 2008, 26a edizione del Festival Internazionale Jazz in Sardegna: "La formula sperimentata da alcuni anni è quella della full immersion di tre giorni in una vetrina delle ultime tendenze che vedono il jazz legarsi ed intrecciarsi in un meltin' pot tra tutti i generi musicali, con il risultato della creazione di importanti "fusioni", spesso estemporanee: un laboratorio continuo di contaminazioni, collaborazioni e jam session tra le più diverse componenti del jazz e della world music." (Viviana Maxia)

01/01/2009

European Jazz Expo 2008, 26a edizione del Festival Internazionale Jazz in Sardegna: "Consiste in una splendida "pietra sonora" di Pinuccio Sciola il premio alla carriera conferito ad Antonello Salis nell'edizione 2008 dell'European Jazz Expo di Cagliari. Il cinquantottenne musicista sardo ha ricevuto così, con l'umiltà e la timidezza che lo contraddistinguono, un meritato riconoscimento del suo personalissimo e inconfondibile talento." (Enzo Fugaldi)

12/10/2008

Roccella Jazz Festival 2008, "Terremoti": "In un sud che stenta sempre più a organizzare eventi jazzistici di rilievo, conforta vedere come i "Rumori mediterranei", alla ventottesima edizione, si rinforzino, raggiungendo numeri davvero ragguardevoli: 11 giorni di durata e 34 concerti, dislocati fra 9 comuni della provincia di Reggio Calabria, oltre alla consueta copiosa attività seminariale." (Enzo Fugaldi)

14/09/2008

Jazz al Metropolitan a Palermo: "Particolarmente vicina alle più disparate tendenze della musica contemporanea è stata quest'anno la rassegna "Musiche al Metropolitan", indetta dall'omonimo cine-teatro palermitano che non a caso ha voluto cambiare il nome rispetto alle edizioni precedenti, intitolate Jazz al Metropolitan." (Antonio Terzo)

04/02/2008

A Sassari l'insostenibile Leggerezza del Jazz. Gianluca Petrella e Antonello Salis incantano la settima edizione To Be in Jazz, dedicata quest'anno al trombone. Teatro Civico gremito e standing ovation la strenna natalizia sassarese. (Luigi Coppola)

25/01/2008

Divino Jazz 2007, Musica, danza, vino ed altro per palati raffinati: "...il Jazz ha ricoperto il ruolo primario con una trasversalità di contenuti ed atmosfere, che hanno sempre mantenuto alta l'attenzione ed il gradimento dell'uditorio. Il programma, infatti, ha presentato un alternarsi di accezioni espressive che sono apparsi più nelle loro significative peculiarità, che negli evidenti contrasti stilistici." (Francesco Peluso)

27/10/2007

Maremma (Raffaello Pareti)

01/08/2007

Intervista a Raffaello Pareti: "La realtà che viviamo è complessa e difficile da capire, per non perdere il contatto con la parte più profonda della mia identità quando la sento in pericolo, cerco di mettermi in una prospettiva che mi allontani dal fuori per poter meglio ascoltare il dentro. Questa sorta di profilassi dell'io provoca delle risonanze ancestrali, in questo senso lo sguardo alle cose lontane mi aiuta a recuperare senso quando non lo trovo nel presente." (M. Losavio - G. Mavilla)

26/02/2007

European Jazz Expò, International Talent Showcase a Cagliari: "Antonello Salis con la sua musica, la magia delle note che scorrono dalle sue mani al pianoforte, ha di nuovo incantato gli spettatori...La salita, come al solito, silenziosa sul palco e subito a sfiorare, schiacciare, percuotere, i tasti bianchi e neri..." (Enzo Saba)

05/11/2006

A Torino, per Settembre Musica 2006, hanno suonato Richard Galliano, Ralph Towner e, soprattutto, Stefano Bollani che si è esibito per 5 ore di fila insieme a suoi fedelissimi partner oltre ad aver presentato il suo libro "La Sindrome di Brontolo" e il nuovo disco "Piano SOlo" per la ECM... (Alessandro Armando)

03/08/2006

Il World Saxophone Quartet Experience a Novara Jazz: "E' stato sorprendente ascoltare come, così lontani dalla strumentazione e dalle sonorità di Hendrix, il W.S.Q. sia riuscito a ricreare quell'atmosfera ipnotizzante che scaturiva dalle corde incandescenti di Jimmy." (Patrizio Gianquintieri)

04/02/2006

Fandango Jazz Festival (N. Vasconcelos - A. Salis - P. Consolmagno)

06/07/2005

I Nuvoli - Jazz Manouche (Jacopo Martini)

07/03/2005

Intervista ad Antonello Salis: "...mi considero un musicista, perché in realtà sono un "infedele", avendo praticato varie musiche, varie espressioni del fare musica, quindi non avrei potuto essere un jazzista in senso ortodosso, ho sempre pensato che se ti infili in una strada precisa, ti perdi tutta un'altra serie di cose..." (Antonio Terzo)

31/08/2004

Antonello Salis e Michele Rabbia a Villa Guariglia: "...Musica della variazione, dove l'imprevedibile diventa la norma e i molteplici cambi di direzione mettono in campo una serie di "figure musicali" che sottintendono una logica quasi teatrale nella realizzazione delle frasi, negli sviluppi improvvisativi..." (Olga Chieffi)

01/08/2004

MA.RI. (Paolo Angeli - Antonello Salis)





Video:
Fabrizio Bosso - Antonello Salis - Stunt - Castelbuono (PA) 21 agosto 2010
Fabrizio Bosso - Antonello Salis - Stunt - Castelbuono (PA) 21 agosto 2010...
inserito il 06/09/2010  da zorrykid1 - visualizzazioni: 5883
Fabrizio Bosso -Salis,Castelbuono 21-08-2010, Back-stage con marcia nuziale
Fabrizio Bosso-Antonello Salis, Jazzfestival Castelbuono (PA) 21 agosto 2010 - Back-stage con marcia nuziale(158.73MB)...
inserito il 02/09/2010  da zorrykid1 - visualizzazioni: 5213
Stunt (Fabrizio Bosso & Antonello Salis ).mpg
nessuna descrizione disponibile...
inserito il 25/11/2009  da alpskingphoto - visualizzazioni: 5692
Fabrizio Bosso Antonello Salis Duo
nessuna descrizione disponibile...
inserito il 28/06/2009  da ilvoltodellaluna - visualizzazioni: 4986
David Murray Quartet
Live At The Village Vanguard 1986, David Murray sax tenor - John Hicks piano - Fred Hopkins bass - Ed Blackwell drums...
inserito il 02/04/2009  da JATLOZ - visualizzazioni: 3940
Fabrizio Bosso with Antonello Salis al Moro
Fabrizio Bosso with Antonello Salis al Moro...
inserito il 07/12/2008  da WideGreenEyes - visualizzazioni: 5073
Fabrizio Bosso with Antonello Salis al Moro
Fabrizio Bosso with Antonello Salis al Moro...
inserito il 07/12/2008  da WideGreenEyes - visualizzazioni: 4962
Fabrizio Bosso with Antonello Salis al Moro
Fabrizio Bosso with Antonello Salis al Moro...
inserito il 07/12/2008  da WideGreenEyes - visualizzazioni: 5059
ANTONELLO SALIS/GAVINO MURGIA/PAOLO ANGELI EUROPEAN JAZZ EXPO' 2008 part1
ANTONELLO SALIS PAOLO ANGELI GAVINO MURGIA LIVE IN EUROPEAN JAZZ EXPO' 2008 part1 JAZZ IN SARDEGNA DOCUMENTI SPARTANI...
inserito il 17/11/2008  da documentispartani - visualizzazioni: 4193
David Murray live at Village Vanguard
David Murray performing live at Village Vanguard in New York in 1986 with Ed Blackwell (drums), John Hicks (piano), Fred Hopkins (bass)....
inserito il 10/01/2007  da davidmurraymusic - visualizzazioni: 4828


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Data pubblicazione: 27/10/2018

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