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Roberto Gatto Quartet
(è stato chiamato a fare parte del gruppo un giovane, bravo musicista....)
Veruno, 10 settembre 2005
di Bruno Gianquintieri
Il 10 settembre a Veruno, un piccolo paese di 1500 abitanti, nel novarese, territorio collinare alle spalle del Lago Maggiore si è svolta la 19^ edizione del "Settembre Musicale Verunese". Anche quest'anno gli organizzatori hanno deciso di proporre un evento jazz importante invitando Roberto Gatto con il suo quartetto.
Alle 22.30, dopo un'ora di attesa rispetto all'orario previsto, ecco comparire sul palco il leader di questa bella formazione che, previe scuse
per il ritardo, causato dal lungo tempo impiegato per il tragitto da Roma a Veruno (10 ore) a causa di ingorghi sulle strade, annunciava la
formazione:
Luca Mannutza al piano, Francesco Puglisi al contrabbasso, e sorpresa, al sax alto, il poco conosciuto,
Daniele Tittarelli, citato in alcune recensioni riguardanti eventi live nonchè autore di un
cd. Dopo un inizio incerto,
Gatto ha preso per mano il gruppo per aiutarlo e incoraggiarlo verso soluzioni musicali più appropriate. I compagni
immediatamente hanno reagito e creato quell'atmosfera e quell'intesa essenziali per esprimere e interpretare il "jazz".
Nel corso del concerto i musicisti, hanno proposto brani tratti dall'ultimo cd di
Gatto "Deep" e allietato il pubblico con improvvisazioni nate nel corso dell'interminabile tragitto, come
Gatto stesso precisava, o assemblati lì, sul palchetto, il quel momento,
sotto un tendone nella piazzetta "storica" degli eventi verunesi. Il jazz è bello anche (soprattutto) per questo. Bravi musicisti che sentono il bisogno di improvvisare, di sorprendere il pubblico presente, prescindendo da ogni elemento che potrebbe, solo apparentemente, favorire o compromettere l'ispirazione.
Nota particolarmente lieta dell'evento è stata la prestazione del giovane
Tittarelli del quale il batterista romano aveva elogiato in apertura del concerto le particolari doti. Ebbene devo confermare che a Veruno,
Tittarelli, affabile e gentile con il pubblico che lo sosteneva applaudiva, ha espresso le sue notevoli qualità. Suono ottimo, Interpretazione e Sensibilità da vero jazzista: da non perdere! Bella anche la prestazione di
Mannutza; ottimi assoli, decisi, veloci, precisi.
E bravo Roberto Gatto, che quest'anno festeggia il 30^ anniversario della carriera e continua a dedicare forze, energie e esperienza per realizzare buona musica e supportare con lealtà e partecipazione l'ascesa di nuovo talento al quale non dovrebbe risultare difficile ottenere i meritati consensi (speriamo subito in Italia!).
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
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Data pubblicazione: 13/12/2005
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