Difficile confinare Cristina Zavalloni a un unico stile
musicale, infatti la cantante bolognese nella sua già impegnativa carriera musicale
riesce a passare da un quintetto jazz all'ensemble barocco, da un'orchestra sinfonica
al parceiro con musicisti brasiliani con una facilità disarmante. Pur giovanissima
ha un curriculum invidiabile, ha all'attivo partecipazioni a varie opere liriche
ed è protagonista nella Carmen di Bizet in un particolare allestimento con l'Orchestra
di Piazza Vittorio. Cantante preferita del compositore olandese Louis Adriessen
che per lei ha composto diverse opere, la Zavalloni è anche grande interprete delle
opere di Benjamin Britten.
Il concerto di Cristina Zavalloni e Radar Band è all'interno del cartellone
maceratese curato dall'associazione Musicamdo che, dopo l'apertura della stagione
Jazz in compagnia dell'American Quartet di
Antonio Faraò,
si arricchisce di una serie di concerti con voci prestigiose. Il primo ad essere
presentato è quello della cantante Diana Torto con la Colours Jazz Orchestra, poi
è stata la volta di
Kurt Elling
ed ora Cristina Zavalloni con "La donna di cristallo", titolo dell'ultimo cd inciso
per la label Egea. Il concerto che concluderà la rassegna dedicata alle voci nel
Jazz sarà il 16 marzo prossimo con il Freddy Cole Quartet.
Sempre alla ricerca di uno stile personale, Cristina Zavalloni ha la capacità
di elaborare continuamente nuove concessioni alla creatività, compone musica, scrive
testi e canta in varie lingue. Sul palco si muove con grande naturalezza esplorando
il movimento corporeo in una gestualità che segue l'ispirazione del testo, guarda
il caso è anche danzatrice classica e contemporanea.
L'idea della collaborazione con la Radar Band è di Cristiano Arcelli, sassofonista
e artefice degli arrangiamenti. I musicisti che compongono il gruppo, sono giovani
e brillanti promesse nel panorama jazzistico italiano e che ascoltiamo con piacevolezza
e attenzione nel lavoro di ogni singolo strumento. I brani proposti sono ricchi
dei più svariati stili musicali, la Zavalloni canta l'idioma dell'avanguardia nei
suoi testi e composizioni musicali, una forte impronta classica che si sposa con
la canzone d'autore nel brano di Aznavour "Ed io tra di voi" e la rielaborazione
di standard jazzistici affrontati con una buona dose di ironia in "My Favourite
Things": e per tutto il concerto si ha l'impressione di assistere ad una libera
improvvisazione nell'esplorazione delle possibilità timbriche mettendo in evidenza
i chiaroscuri di mezzosoprano operistico della cantante. Il concerto, così formulato,
perde di filo logico nel progetto appositamente realizzato dalla Zavalloni, per
cui si auspica una lettura più "cristallina" di ciò che attualmente traspare.