Ancora un altro documento molto importante da parte della
Riviera Jazz Records. Questa etichetta sta recuperando tutti i documenti audio esistenti relativi al jazz suonato in Italia da musicisti italiani spesso sconosciuti o noti per le loro collaborazioni in televisione o nelle sale da ballo. La realtà è invece che anche in Italia ci sono stati dei validi jazzisti che in un'epoca sicuramente meno permissiva di oggi riusciva a dedicarsi a questa nuova musica proveniente dall'America.
Uno degli indiscutibili capostipiti di questa generazione è senza dubbio
Gorni Kramer. Nato a Rivarolo Mantovano nel
1913
e chiamatosi così dal nome di Frank Kramer, ciclista ammirato dal padre, oltre ad essere il conosciuto direttore dell'orchestra RAI era anche un ottimo fisarmonicista, arrangiatore, conoscitore di jazz. Accanto a lui ci sono stati molti altri nomi e Jazzitalia se ne è più volte occupata dedicando molto spazio nella sezione
Articoli. In ogni caso, il carisma che Kramer,
allora poco più che ventenne, era capace di trasmettere non ha mai avuto eguali.
Vediamo così questo terzo volume prodotto a suo nome dalla
RJR in cui figurano
fedeli compagni come Franco Cerri, Giampiero
Boneschi, Franco Mojoli, Cosimo Di Ceglie,
Eraldo Volontè...
In particolare Kramer, insieme a Enzo Ceragioli (piano) e Cosimo Di Ceglie
(chitarra), creò il gruppo "I tre Negri" con cui negli anni
'30
faceva il "verso" ai blasonati americani. Questo trio era in realtà un quintetto e delle loro incisioni possiamo qui apprezzare brani come
I'm getting sentimental over you
con un sound a-la-django e un poderoso
Tiger Rag
- del nostro Nick La Rocca - in cui la sezione ritmica mostra una gran tenuta. L'ingresso di Kramer con la fisarmonica è comunque sempre un po' più "colto" nel senso che si percepisce un approccio al fraseggio più evoluto rispetto ai suoi compagni.
Da non perdere, in questo caso, l'improvvisazione effettuata sulla base di I Got Rhythm, due minuti di virtuosismo incisi nel
1944.
Le qualità di arrangiatore di Kramer si possono rilevare in una bella versione di
Solitude
di Ellington, incisa nel
1935
ed eseguita da un'orchestra composta da 4 trombe, 5 tromboni, 4 sax e un clarinetto, oltre al piano di
Boneschi, la chitarra di Cerri, il contrabbasso di Ubaldo Beduschi
e la batteria di Giuseppe "Pinun" Ruggieri. L'andamento è quello tipico delle grandi orchestre americane con una fluida sezione di fiati ed una ritmica costante,
soft. Bello il suono della tromba solista sul finale. Stessa cosa la si può riscontrare anche nei brani
Blue Orchids
e The Dipsy Doodle
eseguiti con i cinque sassofonisti Aldo Rossi, Rinaldo Ferri (alto),
Libero Massara, Eraldo Volontè (tenore) e Francesco Paolo Ricci
(baritono). Assolutamente ineccepibili gli arrangiamenti delle linee eseguite dalle sezioni di fiati che ricordano, in alcuni casi, un'impostazione
a-la-Glenn Miller. Un altro arrangiamento di gran rilievo è
Paswonky
di Fatz Waller. Incisa nel
1940
mostra una notevole compattezza orchestrale e delle valide doti solistiche del clarinetto (purtroppo non c'è il nome), oltre che, ovviamente, di Kramer stesso.
Non mancano le sue composizioni, rimaste nel tempo indelebili e riprese oggi da molti musicisti contemporanei i quali hanno effettuato molti tributi a Gorni Kramer. Qui però non si ritrovano le "solite" composizioni che si conoscono piuttosto si possono ascoltare brani che nascono sicuramente da una forte influenza della musica afro-americana o anche francese a cui si riferiscono. Ecco che quindi si possono ascoltare brani come
Ritmo In Do,
Tutto Pepe,
Carboni Accesi,
Guanti Bianchi,
Fuoco,
Sveglia,
Doppio Ritmo,
All'indiana,
Fermati e ripensaci
tutti assolutamente confondibili con altrettanti brani eseguiti a quei tempi dalle orchestre americane. C'è da considerare che sono brani eseguiti prima della guerra, fino anche all'ultimo momento possibile, nel
1941, anno in cui una volta entrati in guerra fu
proibito suonare musica americana. Da menzionare anche
La fisarmonica moderna
blues eseguito solo da fisarmonica e contrabbasso. In brani come
Ti-pi-tin
Di diverso impatto invece le composizioni del dopoguerra come
Giocando con la fisarmonica
(1946) e
Fraseggio in Mib
(1947) che contengono già molti elementi della canzone italiana, anzi, oserei dire, krameriana.
Un documento quindi di grande importanza che testimonia come alcuni
giovani musicisti italiani, tra mille difficoltà, abbiano sin dagli anni
'30
suonato jazz ad ottimi livelli senza poter ascoltare CD, vedere la televisione, andare ai festival, studiare in scuole di musica, leggere metodi...ma ascoltando qualche disco (chi poteva) o assistendo a qualche raro concerto tenuto in Italia si cercava di "rubare" il segreto di questa affascinante musica. Encomiabile il lavoro svolto da questa etichetta che recupera e salvaguarda così la memoria storica di quanto fatto da questi nostri padri che vanno ascoltati con rispetto e ricordati anche con un pizzico di orgoglio.
Marco Losavio
12/12/2018 | Addio a Carlo Loffredo, tra i padri del Jazz in Italia: "Ho suonato con Louis Armstrong, Dizzy Gillespie, Django Reinhardt, Stephan Grappelli, Teddy Wilson, Oscar Peterson, Bobby Hachett, Jack Teagarden, Earl "father" Hines, Albert Nicholas, Chet Baker, i Four Fresmen, i Mills Brother, e basta qui." |
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Data pubblicazione: 06/01/2004
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