Joe Lovano & Dave Douglas Sound Prints
Roma Jazz Festival 18 novembre 2014
di Nina Molica Franco
Joe Lovano e Dave Douglas: una coppia perfetta
per condurre per mano il pubblico in un percorso di immagini sonore in cui la figura
di
Wayne Shorter è sempre e costantemente palapabile.
"Sound Prints" appare come un gruppo assolutamente
coeso che, accanto alle imponenti figure di Douglas e Lovano, è composto da Lawrence
Fields al pianoforte, da Linda Oh al contrabbasso e da Joey Baron
alla batteria. L'equilibrio tra le diverse componenti del gruppo è uno dei punti
d forza di Sound Prints, in cui le immagine sonore descritte da Douglas e Lovano
si stagliano senza mezzi termini su un pattern ritmico e armonico costituito dall'accompagnamento
dei tre strumenti. I due fiati, solisti di primo ordine, hanno una sonorità dirompente:
ora sembrano scontrarsi, ora si alternano sulla scena, ora descrivono insieme un
percorso di note che inevitabilmente inizia dallo strumento di uno dei due artisti
e si conclude tra le dita dell'altro. Il sax di Lovano è corposo e brillante allo
stesso tempo, impegnato nella descrizione di attimi musicali di ampio respiro: inizia
e conclude una frase in totale libertà, seguendo percorsi affatto scontati e solleticando
così le aspettative del pubblico. D'altro canto Dave Douglas con la sua tromba è
capace di creare veri e propri virtuosismi; veloce e agile, il suo suono non mostra
incertezze, è sempre ben orientato e le sue scale discendenti sono di una brillantezza
e intonazione a dir poco perfette. Il tappeto musicale sul quale Douglas e Lovano
innestano il proprio processo di creazione è sempre lì tangibile e ben saldo: strepitosa
Linda Oh, impegnata in una vera e propria danza di note con il contrabbasso, mostra
grande personalità. Lo stesso non può dirsi di Lawrence Fields, il giovanissimo
pianista che, se da un lato mostra un'ottima tecnica, dall'altro non riesce ad emergere
particolarmente come protagonista nel momento in cui Douglas e Lovano lasciano la
scena. Buona la performance anche di Joey Baron che, in modo preciso, difende il
proprio ruolo con una ritmica inattaccabile. Da Destination Unknown a
Sail Beyond the Sunset la musica di
Wayne
Shorter riecheggia nell'aria: e come arrangiamento di suoi brani, come in
questo caso, e come composizioni originali dei musicisti – da Sound Prints
di Lovano a Weather Man di Douglas – in cui comunque l'ombra di Shorter fa
sempre da sfondo alle immagini sonore dipinte dal quintetto.
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
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Data pubblicazione: 14/12/2014
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