Jazzitalia: la musica jazz a portata di mouse...
versione italiana english version
 
NEWS
Bookmark and Share Jazzitalia Facebook Page Jazzitalia Twitter Page Feed RSS by Jazzitalia - Comunicati Feed RSS by Jazzitalia - Agenda delle novit�

Il Jazz a Torino
di Gian Carlo Roncaglia

Ancora stelle allo "Swing"  

Raccontare di tutti quelli che arrivarono sotto le volte della cave di Via Botero è impossibile. Non ricordare però il "Summit" guidato da Dusko Goykovich o gli "Incontri con il Jazz" che inaugurarono, con chiacchierate su questa musica e concerti di vario stile, il Piccolo Regio per iniziativa dell'Assessorato alla Cultura del Comune non è davvero possibile. Allo stesso modo, sarebbe profondamente ingiusto non riconoscere la sempre più significativa presenza dei jazzmen italiani, spazianti fra la tradizione e l'avanguardia, dai torinesi Neworleans Blues Blowers ai milanesi della Bovisa New Orleans Jazz Band (nella quale svolgevano un ruolo non marginale i torinesi Beppi Zancan e Gigi Cavicchioli), ai gruppi con Eraldo Volonté o, addirittura, agli spericolati quattro amici dell'Art Studio che facevano della ricerca creativa una evidente ragion d'essere.

Stan KentonAll'Alfieri arrivò persino Stan Kenton con la sua grande orchestra, davanti a un teatro strapieno. Alla fine del concerto il leader e i musicisti vennero accompagnati a cenare allo Swing, a quattro passi da Piazza Solferino. Nel locale era stato nuovamente invitato Robin Kenyatta, che si pensò bene di invitare ad unirsi alla tavolata. La sua risposta fu un perentorio "No!". "Why not?" gli chiese l'amico che l'aveva invitato, e che era stato testimone del già rammentato incontro con Kenny Clarke. "Because he's a fascist!" fu la sferzante risposta. Già: Kenton, in quei tempi, era presidente del comitato elettorale del superfalco Barry Goldwater, candidato alle presidenziali americane, e che aveva promesso, in caso di elezione, di lanciare una serie di bombe atomiche sulla Cina…

Le proposte jazzistiche, comunque, continuarono a fioccare, in città e fuori. A Bra, per iniziativa di un gruppo di appassionati capeggiati da Angelo Testa, era nato il Village Jazz Club, inaugurato col quintetto Basso-Valdambrini, seguito da concerti prestigiosi e da una serie di incontri-lezioni-audizioni dedicate ai giovani e durante le quali una mostra fotografica avrebbe dato colto ai personaggi storici del jazz. Chi scrive non potrà dimenticare l'avventura occorsagli la notte successiva all'ultimo di tali incontri. Caricati nel bagagliaio dell'auto i pannelli fotografici e partito per Torino, l'ignaro venne fermato nella località detta "Bandito" (potenza dei nomi!), da una pattuglia di carabinieri che gli chiese di aprire il baule. Mentre s'interrogava il malcapitato (erano ormai le due di notte), si fu interrotti dal carabiniere preposto all'esame del bagaglio che con voce rotta dall'emozione, esclamò: "Marescià, ci stanno i quadri!". Equivoco presto chiarito, ma ennesimo ricordo da aggiungere al già cospicuo bagaglio di aneddotica del protagonista.

Era arrivata, dopo l'avventura invernale braidese, la primavera, e con essa il consueto concertone al Palasport. Stavolta il nome di spicco era quello di Chick Corea presentato da Franco Cerri il quale, un po' seccato dai non simpatici commenti sul suo conto per via del celebre spot televisivo che aveva fatto di lui "l'uomo in ammollo", si risolse, con la consueta signorilità, a dire a chiare lettere che lui in ammollo non c'era mai stato, ma che si era trattato di un effetto speciale realizzato con un gioco di specchi.

Naturalmente lo Swing continuava imperterrito, facendo arrivare a Torino personaggi di spicco come il sassofonista Byard Lancaster (poi presente anche a Valenza e ad Aosta per i rispettivi Jazz Club), poi l'allora celebre "Perigeo" con Fasoli, Tommaso, D'Andrea e Biriaco, ed il loro jazz à la page come lo era quello dei "Dedalus": pop jazz, insomma. Ma l'epoca era quella che era. Il jazz, quello più attuale, arrivò comunque con il sassofono di Noah Howard, un neworleanista trentenne esponente della NYMO (New York Musicians Organization) di cui facevano parte Ornette Coleman, Sun Ra, Sam Rivers e altri della stessa levatura.

Chet Baker allo "Swing"Il Jazz "classico" venne però offerto, in quegli anni, dalla chitarra di Barney Kessel, che in occasione del suo concerto (che inaugurava la sua tournée piemontese) a Valenza Po vide, sorridendo alla cosa, Franco Cerri seduto in prima fila con un mastodontico registratore in grembo. Quanti (presuntuosi) musicisti saprebbero essere così modesti, pur se privi della sconfinata esperienza di Franco? Arrivò persino, ancora al Palasport, Duke Ellington con la sua grande orchestra, simpatico e disponibile ad essere fotografato in ogni momento: lungi da lui atteggiamenti divistici oggi ben diffusi.

Benny GoodmanAll'Alfieri era arrivato Stan Getz con il suo quartetto e, allo Swing, Chet Baker, seppur evidentemente provato dalla sua situazione esistenziale, aveva suonato (e soprattutto cantato) da par suo, così come aveva fatto Johnny Griffin, sempre signore del suo sax tenore.

All'Alfieri era anche arrivato, per la sua ultima sortita europea, il King of Swing Benny Goodman, con la sua orchestra. Elegante nel suo smoking mai abbandonato malgrado le mutazioni nel look del mondo dello spettacolo, il clarinettista, che aveva non poco contribuito alla storia del jazz, fu capace di dimostrare una verve e un'aggressività sonora tutte da apprezzare. Ovvio che il pubblico, quella sera, non era quello del concerto tenuto nella stessa sede da Giorgio Gaslini che negli stessi anni caracollava fra "Fabbrica Occupata", il cileno "Canto del Potere Popolare", o "Oriente Rosso", il tema arrivato in Europa dalla "rivoluzione culturale" cinese: eskimo e blue jeans, chiome sparse sulle spalle e collanine di pietra colorate avevano caratterizzato la sua serata.

Ornette Coleman soddisfatto dall'aumento di cachetPienone e tutto esauritissimo, ai primi di maggio, allo Swing Club. Nini aveva fatto un altro colpaccio, portando nel suo Swing nientemeno che Ornette Coleman, con James "Bloody" Umer alla chitarra. Deus ex Machina della faccenda era stato lo scultore milanese Guy Arloff, che curava in quell'occasione gli interessi di Ornette in Italia. Il sassofonista, ingrugnatissimo, prima di iniziare girò fra i presenti per sequestrare ogni registratore, non rendendosi conto che sotto l'ampia gonna di una formosa signora seduta in prima fila era stato sistemato l'apparecchio di chi, in quell'occasione, la faceva anche da fotografo e che lo avrebbe recuperato, alla fine del concerto, caldo a un livello ben immaginabile. Ma la faccenda non era finita lì. Nell'intervallo, Ornette fece presente ad Arloff che il cachet concordato – 700 dollari di quei tempi! – non gli bastava, e che se voleva che terminasse il concerto ne voleva altri 400. Scene di disperazione della Nini, veloce consultazione fra i più fedeli tra i frequentatori, colletta immediata e consegna a Coleman del malloppo. La cosa trasformò il suo grugno in un radioso sorriso carpito sul momento dal fotografo e rimasto nel patrimonio iconografico di quell'epoca ribollente del jazz a Torino.

Don CherryIl concerto colemaniano fu seguito dall'esibizione di Steve Lacy e dal concerto –per la Rai!- della big band guidata da Dollar Brand, poi di Don Cherry, col solito furgone Volkswagen stracarico delle tele e delle sete colorate del suo "Organic Music Theatre" che una legione di volontari (il concerto si svolgeva al Palasport durante il Festival de L'Unità) inchiodava, legava, cuciva, sistemava alla bell'e meglio. Il risultato era una "barbarica scenografia" (come l'aveva definita Polillo in occasione dell'esibizione di Cherry al festival di Alassio) dove il musicista, la moglie, il piccolo Eagle Eye e gli altri partecipanti al rito (compreso Enrico Rava che suonò dietro le quinte al comando di Don) sfornavano un unico set di oltre tre ore davanti a un pubblico che, sfinito, via via si assottigliava mentre Don mugolava la nenia finale e il figlio piazzava le sue pernacchiette con la minuscola trombettina che il padre aveva scovato chissaddove per lui. All'uscita avrebbe voluto andare sulle giostre che aveva ben visto arrivando, ma alle due di notte queste avevano spenti le luci rutilanti, mentre l'ultimo ristoratore, tenuto sveglio a forza, comunicava che a quell'ora tutto quello che poteva offrire era un piatto di spaghetti ajo, ojo e peperoncino. Tutti d'accordo, e Don, quando gli fu domandato se preferiva "beer or wine", rispose candidamente "Orangeade!", indifferente alle occhiate schifate dei presenti perché già tutto preso dal cullare Eagle Eye che si stava addormentando, e dall'attesa dei suoi spaghetti "ajo, ojo, peperoncino… e orangeade!"

9. Lo Swing compie 10 anni

11. Jazz e "movimento"







Articoli correlati:
12/12/2018

Addio a Carlo Loffredo, tra i padri del Jazz in Italia: "Ho suonato con Louis Armstrong, Dizzy Gillespie, Django Reinhardt, Stephan Grappelli, Teddy Wilson, Oscar Peterson, Bobby Hachett, Jack Teagarden, Earl "father" Hines, Albert Nicholas, Chet Baker, i Four Fresmen, i Mills Brother, e basta qui."

19/06/2016

Lo sviluppo dell'organizzazione concertistica e dei festival jazz dagli anni ottanta ad oggi (prima parte): "Affaire spinoso quello della memoria concertistica e festivaliera del jazz in Italia, perchè la confusione e le gesta leggendarie la fanno da padrone..." (Alceste Ayroldi)

29/01/2011

Carla Bley - Carla's Christmas Carols featuring Steve Swallow & The Partyka Brass Quintet, a Linguaggi Jazz: "Uscire da un concerto sentendosi più buoni! Questa si prova dopo essere stati esposti per una ora e mezza alle carole natalizie che Carla Bley ha ripescato dalla tradizione e contaminato a materiale laico, come il celebre Astro del ciel che incontra Cole Porter e diventa Silent Night And Day." (Franco Bergoglio)

22/01/2011

Sincopato Tricolore (Guido Michelone)- Alceste Ayroldi

18/04/2010

Una vita con il sax (Armando Brignolo)- Marco Losavio

26/12/2008

Il Jazz e il suo mondo (Gian Carlo Roncaglia)

24/02/2008

Intervista a Fulvio Albano, sassofonista, arrangiatore e direttore del Festival di Avigliana: "Sono un musicista prima di tutto, vivo di e per la musica. il jazz è la mia musica, la amo profondamente. per me ha un significato che va al di là di possibili spiegazioni razionali...Secondo me il jazz incarna perfettamente la sintesi tra istinto e razionalità; è una musica che ti lascia ampia libertà creativa pur soggiacendo a un insieme di regole che la rende fruibile e comprensibile." (Franco Bergoglio)

17/02/2007

Jazz italiano, l'influenza della Civiltà Musicale Afro-Americana nell'Italia dell'immediato secondo dopoguerra: "Lo swing era presente nel repertorio delle più importanti orchestre di ballabili della penisola da almeno una ventina d'anni, e la canzone italiana lo aveva assimilato più o meno inconsciamente dando vita al genere cosiddetto «swing all'italiana»." (Matteo Pagliardi)

02/04/2006

Bye Bye Luciano Fineschi. Ricordando uno dei maggiori esponenti dello swing italiano scomparso nella notte del Fuoco... (Olga Chieffi)

19/02/2006

Nel 2001 Romano Mussolini, in un bar, ci ha rilasciato un'intervista che però non ha mai voluto che venisse pubblicata, per evitare troppa visibilità ed eventuali strumentalizzazioni. Oggi, pubblicandola, abbiamo ritenuto di rendergli omaggio. (Giovanni Masciolini)

15/02/2006

Franco Chiari, vibrafonista, fondatore del Sestetto Swing Roma. Una vita dedicata alla musica, al jazz...(Fabio Chiari)

02/09/2005

Intervista a Giovanni Masciolini, direttore artistico di Assisi Notti Jazz, festival jazz che si terrà nella splendida cittadina umbra dal 5 al 9 settembre.

25/06/2005

Intervista a Franco Cerri: "...La musica è veramente una medicina di cui tutti abbiamo bisogno. Dopo tanti anni non ne posso fare a meno..." (Alceste Ayroldi)

10/10/2004

Gian Carlo Roncaglia noto giornalista, studioso e appassionato di jazz ci ha lasciato lo scorso 28 giugno. Jazzitalia, grazie alla collaborazione di Piemonte-Magazine e della famiglia Roncaglia, pubblica quindici articoli inerenti la storia del jazz a Torino che ha visto transitare in più di cinquant'anni i nomi più prestigiosi italiani e internazionali. (Gian Carlo Roncaglia)

16/07/2004

Emilia Laura Facetti, in arte Laura Villa, ha cantato con i più famosi musicisti brasiliani di jazz-samba trapiantati in Francia negli anni '60. E' stata la prima interprete in Europa dei più noti temi di Tom Jobim, Menescal e dello stesso Sivuca. (Paco Garro jr.)

07/06/2004

Giampiero Boneschi ricorda il trombonista Mario Pezzotta: "Quando prendevamo parte a qualche concerto, ce lo contendevamo per averlo in auto: le sue storie impensabili ma vere erano incredibili..."

06/01/2004

Gorni Kramer, i suoi solisti e i Tre Negri - 3 (Gorni Kramer)

21/10/2003

Intervista a Renato Sellani: "...la musica per me è rimasta un hobby non una vera professione perchè la musica mi stanca...cerco di farla in un modo piuttosto preciso secondo il mio carattere che è troppo sensibile...". (Ernesto Losavio)

14/02/2003

Al Mocambo di Udine, negli anni 40-50, si suonava il be-bop, la notte, per pochi appassionati. Walter Notari era un violinista formidabile che insieme al grande Cesàri, Masciolini, Laudenzi e Graziani suonava fino all'alba in questo locale del nord-est d'Italia... (Giovanni Masciolini)

22/09/2002

Jazz Italiano: Sergio Coppotelli. "Lo swing, l'armonia, la pronuncia, l'improvvisazione, il cuore e la poesia, che non devono mai essere disgiunti dalla tecnica, sono gli elementi fondanti di questa musica, senza i quali il jazz perde tutto il suo fascino."

29/08/2002

Musica Jazz e Arti Visive. L'artista e la sua anima nella musica, nella pittura, nella scultura. (Giovanni Masciolini)

23/03/2002

The Complete TULLIO MOBIGLIA della Riviera Jazz Record. Un documento del jazz italiano del periodo 1941 - 1946.

04/03/2002

Miro Graziani, l'ultimo dei ragazzotti assisani...

12/01/2002

JAZZ ITALIANO: Polvere di Stelle. Il terzo CD di Aldo Masciolini e i suoi compagni di viaggio.

07/12/2001

Alfio Galigani, saxofonista, clarinettista, flautista, tutta la sua vita per la musica, per il jazz. Una testimonianza bella e preziosa.

10/11/2001

Adriano Mazzoletti, un'istituzione del giornalismo jazz italiano, parla di storia, di molti musicisti, dell'amico Cesàri e...non risparmia i critici.

10/10/2001

Oscar Toson, un pianista del jazz italiano: "...suonavamo nei locali, all'una finivamo e allora magari dopo un'insalata di pollo o di riso...due bicchieri di birra, o anche di vino, ci mettevamo in tre o quattro e suonavamo jazz!"

05/09/2001

Agosto 1962 - Jazzisti liberi. Il racconto di una storica jam session di Masciolini, Laudenzi, Graziani, Battistelli e Angeli.

28/06/2001

: Il mito di Umberto Cesàri. Brani audio e articoli.

22/06/2001

Intervista a Guido PISTOCCHI.

05/06/2001

Intervista a Lino Patruno.

17/04/2001

Intervista a Marcello Rosa.

15/03/2001

Intervista a Carlo Loffredo

07/03/2001

Intervista a Riccardo Laudenzi

09/02/2001

Jazz, una passione, una vita (Giampiero Boneschi)

27/01/2001

Jazz in Italy in the 40s (Giampiero Boneschi)

19/01/2001

Il jazz italiano da night dal dopo guerra al 1968 (Giovanni Masciolini)

16/12/2000

Jazz italiano: Sergio Battistelli, lettera ad un amico scomparso.

01/12/2000

Jazz Italiano: Aldo Masciolini, una vita per il jazz con sample audio.







Invia un commento

© 2000 - 2004 Jazzitalia.net - Gian Carlo Roncaglia - Piemonte Magazine - Tutti i diritti riservati

© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.

Questa pagina è stata visitata 3.828 volte
Data ultima modifica: 05/01/2008

Bookmark and Share



Home |  Articoli |  Comunicati |  Io C'ero |  Recensioni |  Eventi |  Lezioni |  Gallery |  Annunci
Artisti |  Saranno Famosi |  Newsletter |  Forum |  Cerca |  Links | Sondaggio |  Cont@tti