|
|
|
|
|
|
Enrico Pieranunzi
Trio
Roma, 26 Giugno 2004, Villa Celimontana Jazz
di Franco Giustino
photo della copertina "Play
Morricone" - Cam Jazz
Una delle manifestazioni più "antiche" e ormai consolidate nel panorama dell'Estate Romana è "Jazz a Villa Celimontana", giunta alla XI edizione. Ottantadue giorni di Jazz ad altissimo livello da giugno ad agosto. Per chi non conosce Roma, i concerti si svolgono all'interno di uno dei parchi più belli della Capitale a ridosso del Colosseo, una cornice unica.
L'evento di stasera è di quelli al quale non si può mancare. L'occasione è il ventennale di uno dei trio più longevi del Jazz: il Pieranunzi Trio,
ovvero, Enrico Pieranunzi al piano,
Marc Johnson al contrabbasso e Joey Baron alla batteria. Quest'ultimo
si è presentato in grande spolvero e dallo splendido look informale: camicia hawaiana, pantaloncino corto e ciabattine.
La serata inizia con la presentazione del trio da parte di Pieranunzi ed il racconto di come si sono conosciuti. Siamo nel febbraio del 1984 ed Enrico viene contattato per sostituire un pianista che aveva lasciato
"a piedi" due musicisti per una serie di venti concerti in Italia. I musicisti erano, ovviamente,
Marc Johnson e Joey Baron. Da questo casuale incontro nascerà, oltre ad uno splendido sodalizio musicale, anche una grande amicizia. Joey Baron era all'epoca uno sconosciuto batterista, mentre
Marc Johnson vantava una collaborazione come contrabbassista di Bill Evans – a me sarebbe bastato solo questo per farne un mito -.
Dopo questa breve introduzione passiamo alla musica, con un viaggio a ritroso che ripercorre le tappe principali di venti anni di attività. Il primo brano proposto è
A child is born, seguito dal brano che da il titolo al loro primo album
News Land. Il brano d'esordio è una ballad delicata per consertirci di "acclimatarci". Non mancano due splendidi assolo di Johnson e Baron. Diventa immediatamente evidente il perché questo Trio sia così speciale. Il loro "interplay epidermico" è palpabile, la padronanza degli strumenti è propria dei grandi musicisti.
La musica ed il viaggio continuano con l'esecuzione di alcuni dei brani più rappresentativi del repertorio creativo di Pieranunzi
da
Border Line
a Don't Forget the Poet, dallo splendido album "Deep Down".
La parte centrale del concerto è lasciata al loro estro creativo, con una
esecuzione improvvisata su degli standard classici come
Autumn Leaves, uno dei brani più ispiratori nel Jazz. Ed è proprio in questa performance che i tre riescono a dare il meglio di se stessi. Il loro feeling è straripante. Sul palco ridono, scherzano, si divertono e divertono, ma soprattutto SUONANO. Pieranunzi il pacato,
Johnson il riflessivo, Baron il deflagrante. Ritengo che il segreto del loro lungo successo risieda nel fatto che sembrano suonare insieme come fosse ogni volta la prima volta. Durante gli assolo, i due seguono i movimenti dell'altro, la sensazione è che venga aggiunto sempre qualcosa di nuovo all'esecuzione. Ad ognuno, in ogni brano, è riservato il proprio spazio, senza sterili competizioni. Non esiste un leader, ognuno è leader di se stesso. Si comprendono con un piccolo gesto, uno sguardo, trovandosi sempre in perfetta sintonia: un meccanismo interno perfettamente oliato.
La serata scorre via con l'esecuzione di due brani tratti dall'ultima incisione effettuata "Live" in Giappone, che dovrebbe essere in uscita in Luglio presumibilmente dal titolo "Aurora Giapponese". Il concerto termina in un'ovazione dei tantissimi presenti, un entusiasmo tale da costringere i tre a tornare nuovamente sul palco regalandoci un meritatissimo bis. Guardo l'orologio, è mezzanotte e mezza, sono trascorse oltre due ore
di full immersion nella musica di qualità.
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
27/06/2010 | Presentazione del libro di Adriano Mazzoletti "Il Jazz in Italia vol. 2: dallo swing agli anni sessanta": "...due tomi di circa 2500 pagine, 2000 nomi citati e circa 300 pagine di discografia, un'autentica Bibbia del jazz. Gli amanti del jazz come Adriano Mazzoletti sono più unici che rari nel nostro panorama musicale. Un artista, anche più che giornalista, dedito per tutta la sua vita a collezionare, archiviare, studiare, accumulare una quantità impressionante di produzioni musicali, documenti, testimonianze, aneddoti sul jazz italiano dal momento in cui le blue notes hanno cominciato a diffondersi nella penisola al tramonto della seconda guerra mondiale" (F. Ciccarelli e A. Valiante) |
|
Invia un commento
© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.
|
Questa pagina è stata visitata 8.360 volte
Data pubblicazione: 31/07/2004
|
|
|
|
|