John Patitucci Roots Quartet Peperoncino Jazz Festival 2011 - Torano Castello (CS) - 11 agosto 2011 di Vincenzo Rizzo
Dado Moroni - piano John Patitucci - basso, contrabbasso Marco Pignataro - sax Paolo Orlandi - batteria
In una Piazza Baviera piena all'inverosimile, nel caratteristico centro storico
di Torano Castello (CS), nella serata dell' 11 agosto 2011
si è celebrato, a parere di chi scrive, uno dei concerti più belli dei ben 41 che
quest'anno hanno contribuito a formare il nutritissimo cartellone del "Peperoncino
Jazz Festival", una manifestazione divenuta in pochi anni una tra le più importanti
del settore grazie al lavoro attento e meticoloso del direttore artistico, Sergio
Gimigliano.
Sul palco si è maturato un vero e proprio evento: si è riusciti a riportare nella
sua terra di origine l'eclettico bassista/contrabbassista italo americano
John
Patitucci.
Nato nel ‘59 a New York da genitori "toranesi", Patitucci, grazie a rilevanti collaborazioni
con importanti jazzisti (Chick
Corea,
Herbie Hancock,
Wayne Shorter,
Michael
Brecker, Roy Haynes, tra i tanti), è risultato, in sondaggi indetti
da riviste americane del settore, il "miglior bassista jazz" dal
1993 al 1996.
Ha quindi esteso l'ambito delle proprie collaborazioni anche ad artisti pop e di
musica brasiliana, sviluppando un'esperienza musicale poliedrica che lo rende uno
degli interpreti più raffinati del jazz contemporaneo.
Ad accompagnare John
Patitucci tre musicisti di livello: al piano Dado Moroni,
genovese, uno degli italiani più stimati negli USA (tra i pianisti preferiti dal
grande Ron Carter) che ha suonato in America con Joe Henderson,
Woody Shaw, Johnny Griffin e Jimmy Woode e con la "Mingus Dynasty"
(Danny Richmond, Jinny Knepper, John Handy, Craig Handy e Reggie
Johnson); al sax Marco Pignataro, bolognese, ma trapiantato ormai da
oltre un ventennio negli Stati Uniti con importanti collaborazioni a suo favore
con Eddie
Gomez, Danilo Pérez, Arturo Sandoval, Ray Vega, Antonio Sanchez,
Paquito D'Rivera; alla batteria Paolo Orlandi, giovane, talentuoso
e promettente strumentista milanese, anch'egli ormai stabilmente negli USA dove,
dopo aver perfezionato la propria tecnica, ha iniziato a collaborare con lo stesso
John
Patitucci e con altri musicisti del calibro di John Abercrombie,
Ray Gallon, e Scott Reeves.
Il concerto è stato preceduto, la sera del 10 agosto, dall'attribuzione della Cittadinanza
Onoraria toranese a
John
Patitucci da parte di Sabatino Cariati, Sindaco di Torano Castello e
dell'Assessore alla Cultura Marino De Giorgio. Per l'occasione l'artista è giunto
in Calabria accompagnato dalla moglie, la violoncellista Sachi, e dalle sue figlie.
Di qui lo splendido concerto che ha visto il leader del "Roots Quartet" prodigarsi
in oltre due ore di esibizione senza sosta e anche con alcuni gustosi scambi verbali
con l'affettuoso pubblico che affollava copioso la piazza per ascoltare la musica
del novello concittadino.
Quasi 40 anni di jazz sulle mani. Mani che hanno vissuto un'incredibile varietà
di cambiamenti, sperimentazioni e distorsioni, rimanendo comunque autentiche e fedeli
a se stesse. Patitucci ha incantato la platea: i quattro musicisti hanno mostrato
a più riprese di "esserci" completamente, di godere delle direzioni impreviste che
istante per istante la musica prendeva, di chiamarsi e di rispondersi costantemente,
in poche parole di "suonare davvero".
Infine uno splendido solo di contrabbasso di un pezzo gospel che ha rappresentato
il bis a gran voce richiesto dal pubblico.
Una delle sempre più rare serate di jazz da non dimenticare.