Jazzitalia: la musica jazz a portata di mouse...
versione italiana english version
 
NEWS
Bookmark and Share Jazzitalia Facebook Page Jazzitalia Twitter Page Feed RSS by Jazzitalia - Comunicati Feed RSS by Jazzitalia - Agenda delle novit�

Il Jazz a Torino
di Gian Carlo Roncaglia

Fine della carboneria

Il fatto è, però, che di "inizi" non ce ne furono pochi nel microcosmo jazzistico torinese. Dalla leggendaria Taverna Sobrero al Circolo dei Macellai nel Parco Michelotti, sedi e assetti societari mutarono assai sovente, come ricordò con bonario sarcasmo uno dei veterani, quel Silvio Vernoni che era stato presente ai concerti di Armstrong nel gennaio del '35 al Teatro Chiarella: "… eh, già. Gli Hot Club venivano fondati e, poco dopo, regolarmente 'sfondati'…". E non aveva riconosciuto lo stesso Germonio, deus ex machina di mille iniziative, che "… gli Hot Club sono come l'Araba Fenice e continuano e risorgere dalle proprie ceneri. Proprio così!"

Il fatto si è che, con il trascorrere degli anni, la funzione aggregatrice degli Hot Club si stava dissolvendo via via. Il ritrovarsi per ascoltare assieme l'ultimo disco arrivato chissà da dove, quasi da novelli carbonari, non aveva più ragione d'essere perché i dischi Extended Play (i dischi a 45 giri del diametro di 17 centimetri contenenti "ben" quattro pezzi) prima, e Long Playing subito dopo (inizialmente del diametro di 25 centimetri, poi addirittura di 30) erano sempre più disponibili e i negozi specializzati abbondavano nella scelta. C'era, è vero, chi continuava ad amare i vecchi 78 giri, ed è ancora un ricordo d'allora la svendita messa in atto dal negozio di Soresi, in Piazza Carlo Felice accanto a Caudano, che vide decine di appassionati torinesi strapparsi dalle mani l'un l'altro i dischi in liquidazione: gli Odeon Swing Series, i Parlophone, i Columbia, e persino i leggendari Sonovox, tre dischi raccolti in cofanetto realizzati dall'Hot Club Torino nel
'46 con Germonio alla fisarmonica e, fra gli altri, "Nando" Buscaglione al contrabbasso…
I dischi si potevano tranquillamente ascoltare in casa: il "radiogrammofono", voluminoso e imponente, si era diffuso impetuosamente e il motivo di ritrovarsi in un locale, spesso poco accogliente, calavano via via con il trascorrere degli anni.

C'erano comunque, e come no, gli appassionati che non si accontentavano di ascoltare il jazz ma che lo volevano suonare – magari con più entusiasmo che vera predisposizione – e i sodalizi per loro avevano un significato insostituibile, tale da indurre il solito Germonio ed i soliti quattro volenterosi gatti a mettere in cantiere addirittura un vero festival al Teatro Alfieri, con un programma che si distese fino alle due di notte per proseguire poi nella sede del momento, il circolo Bruno Buozzi di Via Santa Maria, sino alle luci dell'alba. Protagoniste le più rappresentative orchestre italiane, dalla Swing Band Torinese diretta da Germonio (19 elementi!) al pianista di ragtime Ettore Zeppegno (tuttora in vivace attività), dal quartetto del romano Nunzio Rotondo con i torinesi Piero Angela e Franco Mondini, al Dixieland della Milan College, della Original Lambro, della Junior Dixieland e via raccontando, e che Arrigo Polillo, in una encomiastica recensione su "Musica Jazz" così commentò: "Diciamo dunque che ha vinto l'Hot Club Torino, che ci ha regalato un festival imponente e una ospitalità da Belle Epoque". Tenendo conto che, nel microcosmo jazzistico italiano, fra Milano e Torino continuava a non correre buon sangue e che anzi non mancavano le punzecchiature, il fatto rimase da ricordare…

Sono graffiti di un'epoca, come lo è la foto con i torinesi (fra i quali Franco Mondini con occhialoni neri "Bebop style" seduto alla batteria) che inalberavano un cartellone di benvenuto a Dizzy Gillespie sotto i portici di Porta Nuova con il trombettista Don Byas sorridenti davanti a tanta accoglienza, foto che "Musica Jazz" pubblicò nel 1952. O l'immagine, che fa oggi sorridere, scattata sul muro del campo sportivo parrocchiale di Asti un paio d'anni dopo quando, a seguito di una disfida calcistica fra melomani e jazzofili locali (vinta da questi ultimi a mani basse), comparve a lettere giganti la scritta "VIVA IL JAZZ ABBASSO LA LIRICA". La foto, anch'essa pubblicata da "Musica Jazz", riportava la didascalia: "La foto si potrebbe commentare 'Il Jazz in italia'…".

I musicisti, comunque, continuarono a ritrovarsi suonando, utilizzando persino l'ospitalità della Cucina Malati Poveri in Corso Palestro come sala prove serale, e trovando addirittura una ninfa egeria nella cantante, ricchissima di swing istintivo, Marity Bramoso, eternata in un'altra foto con l'onnipresente Germonio alla fisa ed il controcanto di Alberto Tapparo, allora scattante batterista dei Dixie Stompers e poi alto dirigente RAI dopo la sua partenza per Roma.

I segretari dell'Hot Club, intanto, si avvicendavano: Marco Fais a sostituire Riccardo Gilli, Alec Cameron Curry a subentrare a Santi Damilano e via raccontando, comprendendo nel ricordo il cambio del nome del sodalizio in "Circolo Torinese del Jazz". Stavano maturando i tempi in cui non il solo "Hot" era considerato il Verbo, e appassionati e suonatori ascoltavano con sempre maggiore attenzione ciò che taccontavano i Boppers di là (ma anche di qua, ormai…) dell'Atlantico. E se il Teatro Alfieri aveva accolto nel '54 il Sydney Bechet divenuto celeberrimo in Francia con il leggendario Petit Fleur, il Circolo metteva in cantiere un concertone nel cui cartellone spiccava il nome di Mario Rusca, il cui stile venne definito "moderno e avanguardistico con capostipiti come Bud Powell", o quello dell'allora giovanissimo Sergio Fanni, che il recensore collocò stilisticamente nell'universo gillespiano ma capace di ricordare anche "le morbidezze di Miles Davis e Chet Baker". Si arrivò persino, dopo una memorabile jam session con Nando Buscaglione al violino (!), ad un altro concertone addirittura teletrasmesso, ancora con Rusca e Rotondo e Zeppegno, ma con partecipanti d'oltralpe come Fatty George con la sua orchestra, l'austriaco Oscar Klein con il polacco Karl Drewo ed il cantante afroamericano Al "Fats" Edward, allora notissimo come "Blues shouter".

L'epoca del vivere da carbonari stava insomma lasciando il passo ad iniziative pubbliche che raccoglievano via via sempre maggiori successi.

4. Cavernicoli o Modernicoli

6. Il Circolo Torinese del Jazz e la nascita dello Swing Club







Articoli correlati:
12/12/2018

Addio a Carlo Loffredo, tra i padri del Jazz in Italia: "Ho suonato con Louis Armstrong, Dizzy Gillespie, Django Reinhardt, Stephan Grappelli, Teddy Wilson, Oscar Peterson, Bobby Hachett, Jack Teagarden, Earl "father" Hines, Albert Nicholas, Chet Baker, i Four Fresmen, i Mills Brother, e basta qui."

19/06/2016

Lo sviluppo dell'organizzazione concertistica e dei festival jazz dagli anni ottanta ad oggi (prima parte): "Affaire spinoso quello della memoria concertistica e festivaliera del jazz in Italia, perchè la confusione e le gesta leggendarie la fanno da padrone..." (Alceste Ayroldi)

29/01/2011

Carla Bley - Carla's Christmas Carols featuring Steve Swallow & The Partyka Brass Quintet, a Linguaggi Jazz: "Uscire da un concerto sentendosi più buoni! Questa si prova dopo essere stati esposti per una ora e mezza alle carole natalizie che Carla Bley ha ripescato dalla tradizione e contaminato a materiale laico, come il celebre Astro del ciel che incontra Cole Porter e diventa Silent Night And Day." (Franco Bergoglio)

22/01/2011

Sincopato Tricolore (Guido Michelone)- Alceste Ayroldi

18/04/2010

Una vita con il sax (Armando Brignolo)- Marco Losavio

26/12/2008

Il Jazz e il suo mondo (Gian Carlo Roncaglia)

24/02/2008

Intervista a Fulvio Albano, sassofonista, arrangiatore e direttore del Festival di Avigliana: "Sono un musicista prima di tutto, vivo di e per la musica. il jazz è la mia musica, la amo profondamente. per me ha un significato che va al di là di possibili spiegazioni razionali...Secondo me il jazz incarna perfettamente la sintesi tra istinto e razionalità; è una musica che ti lascia ampia libertà creativa pur soggiacendo a un insieme di regole che la rende fruibile e comprensibile." (Franco Bergoglio)

17/02/2007

Jazz italiano, l'influenza della Civiltà Musicale Afro-Americana nell'Italia dell'immediato secondo dopoguerra: "Lo swing era presente nel repertorio delle più importanti orchestre di ballabili della penisola da almeno una ventina d'anni, e la canzone italiana lo aveva assimilato più o meno inconsciamente dando vita al genere cosiddetto «swing all'italiana»." (Matteo Pagliardi)

02/04/2006

Bye Bye Luciano Fineschi. Ricordando uno dei maggiori esponenti dello swing italiano scomparso nella notte del Fuoco... (Olga Chieffi)

19/02/2006

Nel 2001 Romano Mussolini, in un bar, ci ha rilasciato un'intervista che però non ha mai voluto che venisse pubblicata, per evitare troppa visibilità ed eventuali strumentalizzazioni. Oggi, pubblicandola, abbiamo ritenuto di rendergli omaggio. (Giovanni Masciolini)

15/02/2006

Franco Chiari, vibrafonista, fondatore del Sestetto Swing Roma. Una vita dedicata alla musica, al jazz...(Fabio Chiari)

02/09/2005

Intervista a Giovanni Masciolini, direttore artistico di Assisi Notti Jazz, festival jazz che si terrà nella splendida cittadina umbra dal 5 al 9 settembre.

25/06/2005

Intervista a Franco Cerri: "...La musica è veramente una medicina di cui tutti abbiamo bisogno. Dopo tanti anni non ne posso fare a meno..." (Alceste Ayroldi)

10/10/2004

Gian Carlo Roncaglia noto giornalista, studioso e appassionato di jazz ci ha lasciato lo scorso 28 giugno. Jazzitalia, grazie alla collaborazione di Piemonte-Magazine e della famiglia Roncaglia, pubblica quindici articoli inerenti la storia del jazz a Torino che ha visto transitare in più di cinquant'anni i nomi più prestigiosi italiani e internazionali. (Gian Carlo Roncaglia)

16/07/2004

Emilia Laura Facetti, in arte Laura Villa, ha cantato con i più famosi musicisti brasiliani di jazz-samba trapiantati in Francia negli anni '60. E' stata la prima interprete in Europa dei più noti temi di Tom Jobim, Menescal e dello stesso Sivuca. (Paco Garro jr.)

07/06/2004

Giampiero Boneschi ricorda il trombonista Mario Pezzotta: "Quando prendevamo parte a qualche concerto, ce lo contendevamo per averlo in auto: le sue storie impensabili ma vere erano incredibili..."

06/01/2004

Gorni Kramer, i suoi solisti e i Tre Negri - 3 (Gorni Kramer)

21/10/2003

Intervista a Renato Sellani: "...la musica per me è rimasta un hobby non una vera professione perchè la musica mi stanca...cerco di farla in un modo piuttosto preciso secondo il mio carattere che è troppo sensibile...". (Ernesto Losavio)

14/02/2003

Al Mocambo di Udine, negli anni 40-50, si suonava il be-bop, la notte, per pochi appassionati. Walter Notari era un violinista formidabile che insieme al grande Cesàri, Masciolini, Laudenzi e Graziani suonava fino all'alba in questo locale del nord-est d'Italia... (Giovanni Masciolini)

22/09/2002

Jazz Italiano: Sergio Coppotelli. "Lo swing, l'armonia, la pronuncia, l'improvvisazione, il cuore e la poesia, che non devono mai essere disgiunti dalla tecnica, sono gli elementi fondanti di questa musica, senza i quali il jazz perde tutto il suo fascino."

29/08/2002

Musica Jazz e Arti Visive. L'artista e la sua anima nella musica, nella pittura, nella scultura. (Giovanni Masciolini)

23/03/2002

The Complete TULLIO MOBIGLIA della Riviera Jazz Record. Un documento del jazz italiano del periodo 1941 - 1946.

04/03/2002

Miro Graziani, l'ultimo dei ragazzotti assisani...

12/01/2002

JAZZ ITALIANO: Polvere di Stelle. Il terzo CD di Aldo Masciolini e i suoi compagni di viaggio.

07/12/2001

Alfio Galigani, saxofonista, clarinettista, flautista, tutta la sua vita per la musica, per il jazz. Una testimonianza bella e preziosa.

10/11/2001

Adriano Mazzoletti, un'istituzione del giornalismo jazz italiano, parla di storia, di molti musicisti, dell'amico Cesàri e...non risparmia i critici.

10/10/2001

Oscar Toson, un pianista del jazz italiano: "...suonavamo nei locali, all'una finivamo e allora magari dopo un'insalata di pollo o di riso...due bicchieri di birra, o anche di vino, ci mettevamo in tre o quattro e suonavamo jazz!"

05/09/2001

Agosto 1962 - Jazzisti liberi. Il racconto di una storica jam session di Masciolini, Laudenzi, Graziani, Battistelli e Angeli.

28/06/2001

: Il mito di Umberto Cesàri. Brani audio e articoli.

22/06/2001

Intervista a Guido PISTOCCHI.

05/06/2001

Intervista a Lino Patruno.

17/04/2001

Intervista a Marcello Rosa.

15/03/2001

Intervista a Carlo Loffredo

07/03/2001

Intervista a Riccardo Laudenzi

09/02/2001

Jazz, una passione, una vita (Giampiero Boneschi)

27/01/2001

Jazz in Italy in the 40s (Giampiero Boneschi)

19/01/2001

Il jazz italiano da night dal dopo guerra al 1968 (Giovanni Masciolini)

16/12/2000

Jazz italiano: Sergio Battistelli, lettera ad un amico scomparso.

01/12/2000

Jazz Italiano: Aldo Masciolini, una vita per il jazz con sample audio.







Invia un commento

© 2000 - 2004 Jazzitalia.net - Gian Carlo Roncaglia - Piemonte Magazine - Tutti i diritti riservati

© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.

Questa pagina è stata visitata 5.073 volte
Data ultima modifica: 05/01/2008

Bookmark and Share



Home |  Articoli |  Comunicati |  Io C'ero |  Recensioni |  Eventi |  Lezioni |  Gallery |  Annunci
Artisti |  Saranno Famosi |  Newsletter |  Forum |  Cerca |  Links | Sondaggio |  Cont@tti