Oltremente Ibla Jazz 019 Direzione artistica Alessandro Nobile Ragusa, 13 - 15 settembre 2019 di Vincenzo Fugaldi
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Dalla collaborazione tra il Comune di Ragusa e l'Associazione
Quattroetrentatre è nato un festival che si distingue, in un panorama siciliano
purtroppo scarso di eventi jazzistici estivi di rilievo, per l'elevata qualità delle
scelte artistiche, che denotano la competenza del direttore artistico, il contrabbassista
siciliano Alessandro Nobile. Di incomparabile bellezza anche gli spazi utilizzati:
Ibla è uno dei luoghi più suggestivi del territorio italiano, e i concerti hanno
avuto luogo presso l'androne di Palazzo Arezzo Trifiletti, la Chiesa di San Vincenzo
Ferreri e l'antistante Piazza G.B. Odierna.
"Folkways" è il nuovo progetto della cantante romana
Costanza Alegiani, che vedrà la luce su disco tra qualche mese. Di lei ricordiamo
il bel disco del 2018 «Grace in Town», edito dal Parco della Musica. A Ibla
era insieme a Fabrizio Sferra alla batteria, Riccardo Gola al contrabbasso
e Marcello Allulli al sax tenore. I quattro hanno reso omaggio al folk statunitense
spaziando da Woody Guthrie (Lonesome Valley) a Dylan (It Ain't
me Babe), Leadbelly (In the Pines), passando da brani tradizionali anche
europei (The Ice Skater, Saint James Infirmary, Carry me Home,
When I Was a Young Girl). Una proposta interessante che recupera brani importanti
in buona parte poco frequentati, con ampio spazio per la bella voce del sax di Allulli,
a volte duplicata dall'elettronica, sempre confacente ai brani, arrangiati con un
taglio contemporaneo che li rende attuali e fruibili, anche grazie alla solida empatia
tra il contrabbasso e la inconfondibile carica ritmica di Sferra, uno dei più formidabili
batteristi del jazz italiano, e alla competenza della Alegiani, dalla perfetta dizione
e dai mezzi vocali controllati, sobri e delicati.
Sherlock Jr. è un film del 1924 diretto e interpretato da Buster Keaton.
Una ventina d'anni fa Francesco Cusa, dietro commissione, ha progettato una
colonna sonora da eseguire dal vivo a commento della proiezione della pellicola.
"Solomovie" è frutto della passione per il cinema del creativo ed eclettico
musicista siciliano (che è anche valido scrittore). Durante i circa cinquanta minuti
della proiezione del film, Cusa usa un file pre registrato con musiche di diversi
generi, montate appositamente a commento delle varie sequenze, e interviene con
il suo set di batteria arricchito da oggettini di ogni sorta, per dare colore e
sottolineare la narrazione cinematografica. Un lavoro che ha avuto centinaia di
repliche, e risulta sempre valido e godibile, perché davvero ben concepito ed eseguito.
Il pianista tedesco Achim Kaufmann e il sassofonista e clarinettista
californiano stabilitosi da lungo tempo in Europa Michael Moore collaborano
da più di un quarto di secolo in un duo che è dedito, tra l'altro, a rendere omaggio
alla figura di compositore del grande Herbie Nichols. In un equilibrio senza pari
tra improvvisazione e musica composta, garantito da un altissimo livello di empatia,
i due maestri hanno eseguito un set di grande finezza, assorti e concentrati nonostante
le distrazioni dello spazio all'aperto, Moore alternandosi sapientemente tra i suoi
strumenti e Kaufmann sopraffino ricamatore di trame armoniche di qualità, cancellando
ogni separazione tra la tradizione e la contemporaneità del jazz, entrambe totalmente
padroneggiate calandole in una dimensione estetica cameristica, quasi cool,
con rari utilizzi di sonorità sporche e vibrate, che arricchivano la gamma espressiva.
Tra composizioni originali del pianista e altre di Nichols, di
Andrew Hill
(Yellow Violet), anche un omaggio al Brasile con Luz Negra di Nelson
Cavaquinho.
Lo spazio suggestivo della chiesa restaurata San Vincenzo Ferreri, con i suoi riverberi
naturali, ha ospitato un set per solo trombone di Walter Wierbos. Membro
della ICP Orchestra al pari di Moore, olandese, Wierbos è uno specialista del suo
strumento, noto universalmente per la sua tecnica smagliante e per la ricchezza
della sua ispirazione. La sua improvvisazione totale trova solide fondamenta nella
bellezza del suono, che sgorga con naturalezza costruendo linee astratte e persino
armonie grazie all'emissione di più suoni contemporaneamente, per poi spostarsi
su territori più impervi, esplorando le infinite possibilità tecniche dello strumento,
fino alla produzione di soffi e rumori.
Il Quartetto Orizzontale di Antonio Marangolo, tutto siciliano (oltre al
leader al sax tenore, Carlo Cattano al baritono, Alessandro Nobile
al contrabbasso e Antonio Moncada alla batteria), ha chiuso al meglio il
festival. Noto al grande pubblico per il suo lavoro al fianco di Paolo Conte, Francesco
Guccini e molti altri, Marangolo è anche un ottimo jazzista, e da tempo lavora su
un'idea "orizzontale" di jazz, poiché ritiene che le possibilità offerte dalla verticalità
armonica siano da tempo esaurite, ma qualcosa di interessante possa invece ancora
esser detto dalle linee melodiche orizzontali. Non è altresì frequente ascoltare
insieme i sax tenore e baritono, che qui creano flussi sonori solidi e potenti.
Le belle composizioni di Marangolo, interessanti anche per gli arrangiamenti, sono
state ben eseguite da un quartetto in cui ciascuno ricopriva con efficacia il proprio
ruolo, dal leader incisivo e melodico, protagonista anche di ironiche e sagaci presentazioni,
a Cattano col suo caratteristico fraseggio travolgente, a Nobile che manteneva un
walking carico di solidissimo swing, ai ben noti colori della fantasia percussiva
di Moncada. Una composizione da citare fra tutte è La distruzione di Roma,
particolarmente articolata, incisiva e ispirata.