Enrico Pieranunzi String Project
"Les Amants"
Umbria Jazz 2004
Perugia, Teatro Morlacchi - 18/7/2004
di
Antonio Terzo
foto di Paolo Acquati
Nell'ambito di
Umbria Jazz 2004 le matinée presso il Teatro Morlacchi sono state dedicate alle più recenti produzioni dell'Egea, fra le quali la casa discografica perugina ha avuto modo di sottoporre all'attenzione di pubblico ed addetti ai lavori
Les Amants, l'ultimo lavoro di
Enrico Pieranunzi.
Subito in scena, il pianista romano presenta i propri musicisti, Rosario Giuliani al sax e Luca Bulgarelli al contrabbasso, ed il quartetto Arché (violini
Carlo Cantini e Valentino Corvino, viola Sandro Di Paolo, violoncello
Piero Salvatori)
di cui lo stesso maestro si fa garbato conduttore. Quindi una struggente introduzione proprio della sezione archi inizia
Canto nascosto, profilo tematico immediatamente ripreso dal languido soprano di Giuliani e successivamente interpretato dal cantabile solo di Bulgarelli, che si accompagna all'unisono con la voce. Il piano carezza leggero le note del brano, cui si aggiungono il quartetto ed i misurati voli d'improvvisazione del sax, per un contesto squisitamente jazz-cameristico. Segue
Canzone di Nausicaa, già celebre nella edizione del '93 in duo con
Rava (Nausicaa, Egea),
non necessariamente diversa dall'originale, qui in un'ambientazione musicale suggestiva, molto curata, dove a far proprie le romantiche sfumature del pezzo è il soprano di Giuliani, che poi vi ricama sopra il suo intervento solistico. Inconfondibile il tocco sensibile del pianista, la limpidezza e coerenza delle sue linee improvvisative, il lirismo della sua scrittura musicale, per una combinazione che lascia il pubblico rapito. Tocca così alla composizione che dà titolo a tutto il lavoro,
Les Amants, comunque già inserita in
Racconti Mediterranei
(Egea 2000),
per un'armonizzazione dispiegata sulla spinta in tre movimenti del contrabbasso di Bulgarelli, che in combinazione omofona con la mano sinistra del pianista contribuisce ad uno dei momenti "sonoramente" più riusciti del concerto. Rigoglioso l'assolo di Giuliani, con maggiore tensione nella modulazione con il soprano, in anticipazione del malinconico epilogo.
Una riedizione di
The Flower, già in piano solo per l'album
Alba dipinta sui muri del '98 (Egea), adesso anche più brillante nel dialogo fra soprano e piano, delizioso il contrappunto d'archi sul pizzicato di Bulgarelli, mentre l'intermezzo recitativo di Pieranunzi trabocca di melodia, una suite dal sapore prettamente italiano. A seguire
Where I never was, un 5/4 per il quale Giuliani imbocca il contralto, più ruvido e gutturale del soprano, che comunque imbraccia di nuovo per interloquire con gli archi, mentre la tipica cadenza sbilanciata del tempo composto concorre lenta all'atmosfera rilassata del momento. A rendere musicalmente la visione del mondo dalla prospettiva mediterranea del compositore
Canto del mare, maestoso l'incipit, come a cogliere il mare in moto ondoso, e sull'arioso giro musicale, piano e contrabbasso cospargono il motivo di spruzzi che adesso si distendono sulla spiaggia di accordi sussurrati dagli archi. Schiumante anche il fraseggiare di Giuliani al soprano, ineccepibile il cristallino contrappunto di Bulgarelli.
E se l'esecuzione dal vivo non aggiunge all'equilibrio musicale del disco nient'altro che la tensione emotiva dell'hic et nunc, Pieranunzi dà tuttavia ancora una volta testimonianza della sua capacità di rendere una raffinata e coinvolgente sintesi fra jazz, senso lirico e coloriture mediterranee con approccio melodico-cameristico che contraddistinguono ormai il suo stile pacato ed intenso al tempo stesso, riconoscendogli, anche in questo caso, quel meritato ed affettuoso séguito riservato ai grandi maestri. Ed il teatro, pieno anche nei palchi, richiede un bis, assolto con una riproposizione di
Les Amants, per una seconda profonda emozione.
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
27/06/2010 | Presentazione del libro di Adriano Mazzoletti "Il Jazz in Italia vol. 2: dallo swing agli anni sessanta": "...due tomi di circa 2500 pagine, 2000 nomi citati e circa 300 pagine di discografia, un'autentica Bibbia del jazz. Gli amanti del jazz come Adriano Mazzoletti sono più unici che rari nel nostro panorama musicale. Un artista, anche più che giornalista, dedito per tutta la sua vita a collezionare, archiviare, studiare, accumulare una quantità impressionante di produzioni musicali, documenti, testimonianze, aneddoti sul jazz italiano dal momento in cui le blue notes hanno cominciato a diffondersi nella penisola al tramonto della seconda guerra mondiale" (F. Ciccarelli e A. Valiante) |
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Data pubblicazione: 17/10/2004
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