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Keith Jarrett
Auditorium Parco della Musica - 11 luglio 2014
di Nina Molica Franco

Applausi scroscianti, Keith Jarrett avanza lungo il palco della Sala Santa Cecilia, si inchina davanti al suo pubblico e uno spettatore lo fotografa. Attimi di panico per gli spettatori che vedono sparire Keith Jarrett dalla scena esattamente come vi era arrivato. Per fortuna, a dispetto del suo carattere un po' "particolare", il grande pianista era davvero di buon umore. E cosi, tra mille applausi Jarrett è di nuovo sul palco e un sospiro di sollievo raggiunge il numeroso pubblico, conscio del fatto che ciò a cui assisterà sarà uno spettacolo fuori dall'ordinario. Due set di assoluta, libera, pura improvvisazione, una musica creata estemporaneamente che ha reso l'idea del grande estro del pianista e ha dipinto un Keith Jarrett inedito.



Seggiolino lontano dal pianoforte e il pianista si cala in medias res nell'universo musicale alla ricerca del filo rosso che condurrà tutta la sua improvvisazione. Ma un vero percorso non è ancora chiaro nella sua mente e, infatti, chi si aspettava un continuo sciorinare di note, di bassi ostinati e ritmati e di puro swing, a partire dal secondo brano si è trovato di fronte ad un'anima malinconica e nostalgica che ha dipinto pure melodie, piene di luci e di ombre. L'andamento melodico procede spesso per scale, ascendenti e discendenti, quasi a disegnare un labirinto di note dal quale Jarrett cerca di far uscire la sua anima contorta almeno quanto i suoi percorsi idiomatici. Il pubblico si trova immerso in quello che potrebbe essere definito con certezza un processo di creazione: Jarrett è il creatore di una immensa melodia che, pur essendo improvvisata, sembra in realtà già perfettamente compiuta e aspetta solo di essere liberata e diffusa nell'aere. E anche il suo corpo esprime questo processo faticoso: il pianista ora si china sul piano quasi per sussurrargli, ora si allontana come per combatterlo, ora batte il piede ritmicamente e, l'attimo dopo, è in piedi completamente attratto dalla forza magnetica del suo strumento. A ciò si aggiunge il suo canto, una voce che sembra suggerire al piano il percorso da intraprendere e che lo aiuta a procedere senza deviare dalla via che l'artista vede nitida proprio lì davanti a sè. Quello di Keith Jarrett è un rapporto viscerale con la musica e con il pianoforte, un rapporto fatto di attrazione, di poli magnetici che quasi lottano tra di loro, ma restano indissolubilmente legati. Ma le due entità, pianista e pianoforte, non giungono mai alla completa identificazione, sono sempre distinte e probabilmente questo è uno degli aspetti più interessanti della complessa personalità artistica di Jarrett.

Una eterna malinconia pervade le sue melodie che, come uno stream of consciousness, si propagano con estrema naturalezza e facilità e con una vena più classica che jazz. Nella seconda parte del concerto, solo per un attimo, Keith Jarrett mette da parte questa sua linea malinconica per tornare alle origini con una musica in cui le note sembrano moltiplicarsi a dismisura attraverso le sue dita che scivolano libere sulla tastiera del pianoforte e, con un basso ritmato a tratti sincopato e sempre serrato, raggiunge una brillantezza sonora senza pari e danza con il pianoforte. E dopo questa parentesi un po' più swing, torna sulla scia precedente in cui ogni singola nota è intrisa di uno straordinario lirismo.

Un concerto denso di pathos in cui, nonostante piccoli incidenti di percorso in perfetto Jarrett style, il pianista è riuscito a diffondere una coltre melodica e armonica che ha avvolto il pubblico che senza alcuna resistenza si è lasciato trasportare in quel mondo di luci e ombre. E, caso più unico che raro, un Keith Jarrett straordinariamente di buon umore dona ben tre bis che descrivono un percorso circolare: da un momento ricco di pathos e di lirismo, allo swing più sfrenato, per finire con un tono malinconico e struggente atto ad imprimere per sempre nella memoria del pubblico quello straordinario miracolo di creazione al quale ha assistito.







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Data pubblicazione: 09/08/2014

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