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La prima sensazione che proviamo ascoltando questo
splendido doppio album – un inedito dei due musicisti scomparsi: il primo nel
1999 a 37 anni, il secondo nel
2005 a 59 – è quella di rimpianto per non aver
assistito ad un simile concerto che ebbe luogo nella casa del jazz di Copenhaghen
nell'aprile del 1994. Un'ora e 51 minuti di
standard plurinterpretati dai jazzisti di ogni latitudine – fa eccezione la brevissima
"Future Child" di Pedersen, 2 minuti di morbido
contrabbasso solo – che nelle mani dei due virtuosi acquistano una nuova freschezza,
facendo affiorare brividi a fior di pelle. La seconda è che non si avverte mai la
mancanza della batteria, talmente ritmico risulta il pianismo di
Petrucciani
e l'accompagnamento, detto senza alcun intento riduttivo, del contrabbasso di
Pedersen.
Difficile dare la preferenza ad uno standard piuttosto che ad un altro.
Inoltre il primo CD inanella 8 brani collegati tra loro come fossero incollati l'uno
all'altro al punto che potremmo pensare ad un'unica, immensa, coinvolgente suite.
Il disco si apre con "All the things you are",
un rincorrersi tra i due musicisti, capaci di ascoltarsi e di caricarsi l'un l'altro
attraverso dei pedali di sospensione da parte del contrabbasso e di velocizzazioni
della tastiera, sostenute da una scansione rapidissima, che esce senza fatica dalle
dita dell'artista danese. Il finale accorato fa temere qualche eccesso mielistico,
evitato con acume da
Petrucciani,
che passa con eleganza a delineare il tema di "I Can't
Get Started": di lui apprezziamo, accanto al tocco delicato, l'attacco
potente che provoca una sonorità quasi metallica.
Eccezionale e spiazzante per la velocità pazzesca, l'esposizione all'unisono
del tema di "Oleo", famosissimo pezzo di
Sonny Rollins,
cui segue un'appassionata improvvisazione, incredibile per limpidezza, nonostante,
come detto, il metronomo supersonico. Un altro bel pezzo, pagina esemplare del Bebop
redatta da Charlie Parker, è "Billie's Bounce",
in cui trapela l'animo bluesy di
Petrucciani.
Del secondo CD, altrettanto incantevole, citiamo il brano iniziale, nuovamente
di Sonny Rollins,
"St.Thomas", un calypso tropicale pieno di colori,
grazie alla sensibilità di questo, purtroppo, non più ascoltabile duo.
Giovanni Greto per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 20/04/2009
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