Dreyfus Jazz FDM
36617-2 |
Michael
& Toni Petrucciani
Conversation
1 – Summertime 2 - Sometime Ago 3- All the things you are 4 – My funny Valentine 5 – Nuages 6 – Nardis 7 – Michel’s blues 8 – Someday my price will come 9 – Billie’s bounce 10 – Satin doll
Michel
Petrucciani - piano
Toni Petrucciani - chitarra
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Michel Petrucciani
è stato uno dei più grandi pianisti (europei), nella storia del jazz, nato a Orange in Francia il 28 dicembre 1962
era dotato di una grande tecnica pianistica e di un sound accattivante.
Purtroppo era anche tristemente conosciuto per la sua malattia ossea, la
Osteogenesis Imperfecta, meglio nota come "Ossa di Vetro", che fin dalla nascita gli ha portato non pochi problemi fisici, fino alla morte nel Gennaio 1999 a New York.
Conversation,
disco registrato dal vivo il 10 Novembre 1992 presso la
Maison de la Danse a Lione (Francia), contiene un'ora e poco più di
grande musica eseguita insieme al padre, il chitarrista Tony Petrucciani.
Il concerto inizia con la famosissima Summertime di George Gershwin: dopo l'esposizione del tema da parte della chitarra inizia il "solo"
di Michel ingegnosamente ben strutturato. Già dall'inizio possiamo avvertire la
sua aggressività nel percuotere i tasti del pianoforte. Il secondo brano è
Sometime Ago, una
composizione di grande bellezza in 3/4 di Sergio Mihanovach.
La registrazione prosegue con l'eterno standard All the things you are.
Anche qui, dopo l'esposizione del tema, Petrucciani esegue un gran bel "solo"
in cui va notato l'intreccio ritmico che si crea tra la mano sinistra che esegue i voicing e la mano destra che esegue le note dell'improvvisazione.
Il tempo di apprezzare questa esecuzione per ascoltare già le note di
My Funny Valentine, che nella reinterpretazione di Michel è quasi irriconoscibile. In questo pezzo
si possono realmente esaltare le grandi doti di questo pianista nel reinventare il tema sull'armonia del brano, quasi a riscriverlo, ma senza
mai allontanarsi troppo da quello che è il tema originale.
La quinta traccia del disco è
Nuages, di Django Reinhardt, interpretato questa volta da Tony Petrucciani, il quale con successo riesce a
rievocare il modo di suonare di Django.
Dopo Nardis, di Miles Davis e Michel's Blues troviamo Someday My Price Will Come, indimenticabile canzone
Disneyana. La chitarra esegue il tema a cui subentra il piano di Michel il quale
si produce in un solo notevole, strutturato a block chords, quasi come uno
special eseguito da una sezione di fiati, stilisticamente molto vicino
alle sonorità di Bill Evans.
Il penultimo brano è Billie's Bounce di
Charlie Parker, il tema in chara atmosfera be bop si svolge all'unisono
piano-chitarra. Da notare qui, come del resto in gran parte dell'album, l'agilità di
esecuzione del walking bass al piano senza tradire mai alcuna indecisione, dando sempre il senso dello swing, quasi come se
ci fosse il sostegno reale di un contrabbasso.
La chiusura del concerto è affidata a Satin Doll, di Duke Ellington.
Lo swing è formidabile e nel "solo", si avverte il respiro tra una frase e l'altra, come se Michel cercasse,
in quest'ultima performace del live, di frenare la sua impulsività e aggressività mostrata sin dall'inizio.
Conversation è un disco da avere nella
propria audioteca, non perché come alcuni cd noti, abbia segnato un certo cambiamento nel modo di pensare, di suonare il jazz, o di rivoluzionarlo con uno stile nuovo, ma per ciò che può insegnare un suo ascolto ben accurato. Il fatto di eseguire degli standard in duo non è cosa nuova, ma in questo disco è chiaro come nel jazz due strumenti di questo tipo possano dialogare.
Ascoltando attentamente le soluzioni adottate da Michel e Tony
Petrucciani nel momento in cui si alternano all'accompagnamento, si può notare
come essi tendono a creare un "tappeto" musicale ben definito e non lasciato al caso, senza il quale il brano cadrebbe nella banalità.
L'interplay tra i due è fenomenale e i cambi tra l'accompagnamento e i "solo" si succedono in maniera spontanea.
Non credo ci siano molte parole per esaltare le capacità di quel grande
pianista quale era
Michel Petrucciani, la cui espressione artistica ha confermato i valori espressi dall'ottimo maestro, suo padre.
Paolo Meinardi per Jazzitalia