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Paolo Carradori
Non sparate sul pianista
Note sul Piano Jazz
Effequ 2011 Pagine 157 – euro 9, 00
E' d'indubbio effetto avere in tasca la summa del piano jazz: centocinquantasette
pagine in formato pocket che rendono ancor più fruibile il saggio pindarico di Paolo
Carradori.
Il critico musicale, organizzatore, direttore artistico, ufficio stampa, manager
nell'universo jazzistico nostrano narra la storia del pianoforte jazz attraverso
venticinque acquerelli per altrettanti giganti della tastiera: da Jelly Roll
Morton a
Keith Jarrett (particolarmente calzante il titolo del capitolo:
"La sindrome dell'incantatore"), passando per Monk, Errol Garner,
Bud Powell,
Uri Caine,
Paul Bley, compresi gli italiani D'Andrea, Pieranunzi e Gaslini. E trova
anche lo spazio per raccontare della nascita e dell'evoluzione dello strumento con
indubbia capacità di sintesi che stimola l'approfondimento.
Un rapido viaggio arricchito da tre interviste con altrettanti pianisti italiani:
Franco D'Andrea,
Stefano
Bollani e Fabrizio Puglisi e da un approfondimento critico volutamente
lasciato a un "non jazzista" dalle credenziali autorevoli come Giancarlo Cardini,
che analizza – con il suo linguaggio avulso dal vocabolario della critica jazzistica
(per volontà e ammissione di Carradori) – Art Tatum,
Bill Evans,
Cecil Taylor e
Keith
Jarrett in quattro performances su altrettante composizioni di musica
contemporanea, rispettivamente: "Yesterdays", "I Love You Porgy", "Jitney N°2", "Vienna Part II".
La discografia "minima" è, con oculatezza e precisione, curata da Enzo Boddi.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 30/09/2012
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