Il blues ha subito nel tempo
contaminazioni di tipo armonico, melodico e strutturale, in questo capitolo
tenterò di soppesarne qualcuna.
I "tempi del jazz" hanno ornato l'ancestrale struttura
di numerosi "accessori", il blues, è storia nota, di sovente è stato adoperato
come terreno di sperimentazione, talune volte come rifugio ospitale quando, a
corto d'idee, non si riuscivano ad escogitare composizioni originali.
Ma cosa intendo per "Blues
Singolare"?
Sin dal primo scritto ho sempre sostenuto che la struttura periodica del
blues (12 battute) può essere arricchita:
- da
introduzioni, interludi, code, bridges, sezioni ricorrenti,
- dalle misure 5-6-7-8 o
9-10-11-12 ripetute in blocco per due volte (blues di 16 battute),
- da successioni armoniche
complesse,
- da tagli di struttura (vedi
"Bird Food",
soltanto 10 misure una composizione di Ornette Coleman),
- da miscele con altri
capisaldi classici come l'anatole,
- come pretesto per collaudare
nuove trovate melodiche modali,
- come prosecuzione di un pezzo
sui cui cambi accordali del tema sarebbe stato impensabile improvvisare o
non interessante.
Un blues singolare è
tutto questo, una struttura bizzarra che straripa (...eh vai!) dalle solite 12
battute, che tutela, però, le caratteristiche peculiari del blues sia esso
maggiore o minore, le elenco:
- I cardini rimangono lì dove
li sappiamo ubicati (battute 1-5-9),
- la scala blues o frammenti di
essa ricorrenti nel tema,
- i piccoli artifici armonici
tratti qua e la dalle progressioni di Parker o Coltrane o
radicalmente inventati, servendosi delle tecniche armoniche di sostituzione
degli accordi.
Presta attenzione, dunque,
un brano costituito da 10, 16 o addirittura da 44 misure,
potrebbe essere un blues. Ci sono accordi che dalla prima battuta risolvono sul
voicing di sottodominate da quest'ultimo sul m7 non necessariamente nelle
battute 5 e 9, Se questo capita sei al cospetto di una particolarità, drizza le
antenne.
Alcuni compositori, vedi Miles Davis o Toots Thielemans, hanno
sfruttato queste ambiguità strutturali; "Solar"
non è un blues pur essendo da 12, "Bluesette",
con l'introduzione di qualche intelligente espediente è un blues mascherato da
canzone. In "Strode
rode", Sonny
Rollins, evita di ricadere sul secondo cardine riaffermando il terzo per poi
far ingresso in un bridge da 8 depistante. Di seguito ho elencato una serie di
brani le cui caratteristiche corrispondono a quelle enunciate:
- Bags and Trane
(Milt Jackson)
- Balue Bolivar
Ba-lues-are (Thelonious Monk)
- Basin Street blues
(S. Williams)
- Birth of the blues
(Ray Henderson)
- Blues connotation
(Ornette Coleman)
- Blues by five
(Miles Davis)
- Boogie stop shuffle
(Charles Mingus)
- Comin' home baby
(Hearl Hagan)
- Duff
(Hampton Hawes)
- Eye of the hurricane
(Herbie Hancock)
- Hummin'
(Nat Adderley)
- La nerada blues
(Gil Evans)
- Modesty blues
(Cal Tjader)
- Monk's sphere
(Gary McFarland)
- MR. Sims
(John Coltrane)
- Pursuance
(John Coltrane)
- Some other blues
(John Coltrane)
- St. Louis Blues
(W.C. Handy)
- This Here
(Bobby Timmons)
- Watermalon man
(Herbie Hancock)
PARTITURE
Nel prologo a questo capitolo ho dichiarato che esistono blues pensati e
realizzati in maniera ibrida, ossia ottenuti attraverso la sapiente miscela di
strutture classiche del jazz con frammenti modali d'avanguardia (vedi "Schotch
and Water" di Joe Zawinul).
Ce ne sono alcuni, annoverati negli "strani", che se analizzati con
circospezione, rivelano delle caratteristiche davvero interessanti, sia per
l'aspetto compositivo, sia per l'affinamento di tecniche d'improvvisazione.
Conosci l'incisione, a nome di John Coltrane, "Blue train"?
Se
ignori la sua esistenza t'esorto ad acquistare quest'ottimo disco del
'57. Il
blues particolare che analizzerò e che studierai, è riprodotto dalla traccia n°3
()…
hai inserito il CD? Bene allora sei pronto per indagare su "Locomotion"
()
(Pag. 217, Real book all new II). Affermi d'acchito, ci giuro: "E' un
Blues, niente di più facile!", proseguendo nell'ascolto, però, i conti
non tornano, cosa è successo?
Prima di continuare nella lettura cerca di scoprire le "magagne"
autonomamente, poi confronta le tue opinioni con la mia soluzione (tipo
Settimana Enigmistica).
Locomotion è un brano "hard bop", registrato nella seduta
del
15 settembre 1957
a Hackensack (New Jersey, USA). I membri del gruppo sono:
- John Coltrane al sax,
- Lee
Morgan alla tromba,
- Curtis Fuller al trombone,
- Kenny Drew al piano,
- Paul Chambers al basso,
- Philly Joe Jones alla batteria.
La struttura riunisce
44 battute
distribuite, nella prima esposizione del tema, secondo le sezioni A-A-B-A
(12+12+8+12=44 bar). Le tre A sono tre blues maggiori nella tonalità di
Bb, la
B è il bridge di un "Anatole" in Bb maggiore (struttura ibrida
blues+anatole).
Il brano inizia con un'introduzione di batteria della durata di 8 battute, il
tempo è fast (oltre 250 battiti metronomici). Il tema, concepito sulla scala
blues di Bb, invece di espandersi nelle 12 battute della A, s'interrompe sul
secondo battito in levare dell'ottava misura, lasciando a Coltrane la possibilità
d'improvvisare liberamente nelle restanti 4, fino al quarto battito in levare
della n°12 quando il tema riprende in anacrusi rispetto alla seconda A.
Se non sei attento nell'ascolto queste singolarità potrebbero ingannarti,
facendo sì che tu percepisca la A di 8 battute e non di 12, vanificando i tuoi
sforzi nell'intento di rimanere agganciato alla struttura.
La seconda A, capito il trucchetto, si dipana in maniera perfettamente identica
alla prima instradandoti, attraverso la solita improvvisazione nelle ultime
quattro misure della A, alla B. Questa è di nuovo una sezione forviante, non
hai fatto in tempo a capire che le due A sono da 12, che la B si presenta da 8
battute,
per giunta senza un tema scritto abbandonato all'arbitrio inventivo di Coltrane.
Il "bridge" è il ponte centrale che ritroverai nel "rhythm
change", la serie armonica (intanto facci l'orecchio anche se ad oggi può
sembrarti un dialetto della Khamchatka) sostituisce gli accordi di V7 residenti
nelle battute 1 e 5 della B, con i propri tritoni (SubV7), inoltre ogni
V7 della
B è preceduto dal proprio IIm7, nell'intento di creare le solite cadenze
IIm7-V7.
B
= | Ebm7 | Ab7 | Dm7 | G7 | Dbm7 | Gb7 | Cm7 | F7 |
La
terza ed ultima A ribadisce le prime due. Esposto il tema, parte il solo di
Coltrane senza particolari sussulti strutturali, due bei chorus secchi A-A-B-A=
44 + 44 bars, alla fine dei quali break di Jones sul primo battito, Paul
Chambers distratto va lungo e si ferma sul quarto battito. Testimone a Curtis
Fuller che suona da solo per 8 misure (una sorta d'interludio) terminate le
quali, la sezione riparte al completo.
La struttura sotto il solo di Curtis
muta, diventa: INTERLUDIO-A-A-B-A (8+12+12+8+12 = 52 bars) due chorus
d'improvvisazione con frasi ripetute, addirittura uguali nelle B e nelle A
finali, l'interludio nel passaggio dal primo chorus al secondo è ignorato.
Questo canovaccio si ripropone identico nel successivo intervento di Lee Morgan
(Paul Chambers questa volta frena in tempo, inchioda sul primo battito del
break). Tra quest'ultimo e Kenny Drew
non ci sono
interruzioni, all'ottimo Kenny spetta un solo chorus e lo stesso trattamento è
riservato a Jones (44 bars =
A-A-B-A). Il tema riparte impetuoso e irruente seguendo la trama tracciata.
L'ultima A riserva nuove sorprese alla decima battuta, si fa ingresso in una
coda che scendendo di velocità metronomica (circa 16 bars) ti spara dritto
all'agognata fine.
Alcuni consigli per lo studio:
le A non sono altro che blues maggiori in Bb, il cambio degli accordi in queste
sezioni è rado, di conseguenza hai l'opportunità di renderlo più vivace
utilizzando le sequenze di Parker e/o
Coltrane e tutte quelle analizzate sin
qui. La realizzazione dei voicings, per accompagnarsi e per accompagnare è
molto semplice, se non ricordi come fare consulta i capitoli dedicati alla loro
costruzione.
Nella B ci sono quattro II-V a scendere cromaticamente, ormai il meccanismo
digitale dovrebbe essere affinato se hai studiato i II-V-I
in tutte le tonalità.
Nella coda potresti trovare delle complicazioni, hai accordi di dominante con la
b5 (identica alla #11) e uno "slash chord" (Bb/F), io non ho parlato
ancora di questi voicings lo farò a tempo debito. Prova, comunque ad aggiungere
ai V7 la b5 (ti rammento che i voicings devono essere a 4 suoni). Procedi con il
solito studio melodico sugli accordi per la pronuncia, tenta d'improvvisare con
la scala blues di Bb sulle A e con il modo dorico dove puoi e sai; nel
bridge su
ognuno dei II-V cerca di creare linee melodiche adoperando, in ordine, le
seguenti scale blues:
F blues, E blues, Eb blues, D blues
Naturalmente quest'esasperazione scalare serve solo per sondare nuovi aspetti
melodici … perché non provare ?
Ascolta
Inserisci un commento
©
2000, 2001 Jazzitalia.net - Marco Di Battista - Tutti i diritti riservati
© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.
|
Questa pagina è stata visitata 32.294 volte
Data pubblicazione: 01/08/2001
|
|