Suoni moderni? Suoni old style, piuttosto. Rivisitati, snelliti o, come
dire, svecchiati, ma fortemente longue e tremendamente deep. E tutto
questo è un valore aggiunto che si libera in questa seconda collection licenziata
dalla vibrante Schema con l'ausilio della Ishtar.
Zigzaganti sonorità a cavallo tra suoni e culture differenti, ma accomunate
dai ritmi ed armonie eleganti.
Dalla bossanova di Gerardo Frisina, lanciata con qualche beat in
più che la rende maggiormente appetibile, alle melodiche soluzioni vintage dei
Soulstance, al secolo i fratelli Lo Greco, capaci di miscellanee narrative
che hanno segnato gli anni '60 e
'70.
Poi The Invisibile Session
con Fedreghini, Bianchi e Cantone che hanno sapientemente ricucito
alcune melodie passandole al setaccio e conferendo loro una nuova giovinezza. Così
come Was a Bee in On a Clear Day,
dove emerge prepotentemente il ricordo dei migliori crooner del passato e le velocizzazioni
ritmiche di Stefano Tirone, alias S-Tone Inc, producer dal roboante
groove e profondo conoscitore dei campionamenti elettronici.
Ancora Fedreghini e Bianchi con il loro mood evergreen sapientemente
accelerato.
L'ambient dei The Dining Rooms con la spumeggiante
Afrolicious: Stefano
Ghittoni e Cesare Malfatti sanno bene come mescolare le sonorità jazz
all'elettronica con ritagli di soul minimale.
Poi una terna di bossa "pugliese": Quintetto X, Intensive Jazz
Sextet e
Rosalia
De Souza, che pugliese non è ma è accomunata dal fatto di essere cresciuta
musicalmente in Puglia anche grazie al movimento del Fez, "storico" feudo di
Nicola
Conte che ha prodotto anche i primi due ensemble.
La selezione si chiude con il sax di
Rosario Giuliani.
Elegantemente sinuosa questa collection, ben strutturata e, come la prima,
rappresenta le nuove, moderne sonorità che in Italia si muovono alla ricerca di
mondi stilistici differenti.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
27/06/2010 | Presentazione del libro di Adriano Mazzoletti "Il Jazz in Italia vol. 2: dallo swing agli anni sessanta": "...due tomi di circa 2500 pagine, 2000 nomi citati e circa 300 pagine di discografia, un'autentica Bibbia del jazz. Gli amanti del jazz come Adriano Mazzoletti sono più unici che rari nel nostro panorama musicale. Un artista, anche più che giornalista, dedito per tutta la sua vita a collezionare, archiviare, studiare, accumulare una quantità impressionante di produzioni musicali, documenti, testimonianze, aneddoti sul jazz italiano dal momento in cui le blue notes hanno cominciato a diffondersi nella penisola al tramonto della seconda guerra mondiale" (F. Ciccarelli e A. Valiante) |
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Data pubblicazione: 14/09/2006
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