Pietro Condorelli,
Aldo Farias, Antonio
Onorato: Contemporary Jazz Guitars
15 agosto 2003 - Alberobello (BA)
di Marco Losavio
foto di Michele Stallo
Nella suggestiva cornice del Trullo Sovrano, grazie all'impegno dell'assessorato alla cultura e del direttore artistico Michele Stallo, il comune di Alberobello ha ospitato dei concerti di rilievo tra cui quello del trio di chitarre composto da Pietro Condorelli, Aldo Farias e Antonio Onorato.
Accompagnati dai fidi Angelo Farias al basso e
Salvatore Tranchini alla batteria, i tre funambolici chitarristi hanno conquistato la piccola piazzetta antistante il trullo eseguendo prevalentemente standards e fornendo al pubblico l'opportunità di immergersi in suoni molto coinvolgenti. La prima cosa che emerge, infatti, è proprio il suono, mai confuso e sempre ben calibrato in funzione di una validissima dinamica. Inoltre le tre chitarre sono suonate con tre stili completamente diversi pertanto è molto semplice distinguere chi stia suonando, a questo deve aggiungersi l'attento lavoro di arrangiamento secondo cui ogni voce è ben armonizzata rispetto all'altra.
L'avvio è affidato a
The Theme
di Miles Davis, un anatole in cui l'intero quintetto ne approfitta per riscaldarsi anche se si avverte subito la grande fluidità con cui la musica scorre poggiata su una ritmica che ha effettuato un gran lavoro di supporto alle tre chitarre forte della profonda conoscenza che c'è tra di loro. I soli sono ovviamente per tutti e si avverte la citazione di
Anthropology durante l'esposizione del tema e di Oleo durante il solo di Farias. Ottimo esordio, prologo di una serata che verrà ricordata.
Rimangono sul palco Aldo Farias e Pietro Condorelli che si esibiscono in una fantastica
Like Someone in Love
in cui si apprezza l'incredibile controllo della dinamica di Farias il quale riesce a dosare ogni nota. L'attacco e il sustain risultano calibratissimi così come la pulizia del suono, un gran bel tocco. Non è da meno Condorelli che sfoggia il suo fraseggio obliquo regalando un solo di ottima fattura.
Seguono ora Antonio Onorato con Pietro Condorelli che dopo un intro a due chiamano la ritmica nel momento in cui si avvia
Samba de Orpheus. Bellissima esecuzione, travolgente solo di Condorelli con un raddoppio del tempo e un fraseggio di alto livello. La sua chitarra sembra uno strumento a fiato che spazia per tutto lo spettro sonoro disponibile strappando al termine un meritatissimo applauso. Suonare dopo questo solo non deve essere facile ma
Onorato non si fa condizionare e si produce anche lui in una progressione eccellente. Supportato benissimo dalla ritmica, il solo cresce di chorus in chorus fino a raggiungere una densità musicale che trasmette una vera sensazione di piacere. Davvero un gran bel solo. Nel finale i due chitarristi raddoppiano il tempo e duettano rimanendo ancorati agli accordi conclusivi e incastrando le frasi di uno in quelle dell'altro poggiandosi su un tourbillon di poliritmia dell'abilissimo
Tranchini.
Ultima combinazione è quella di Aldo Farias con Antonio Onorato che iniziano in duo una delicatissima ma sostenuta
All The Things You Are
(bello il delay di Farias). Dopo l'esposizione del tema
Onorato esegue un'altro bel solo così come Farias. Su queste armonie viaggiano senza il minimo indugio mostrando anche una rilevante padronanza dello strumento. Molto belli i due giri di contrappunti in cui Farias e
Onorato restano soli rincorrendosi e cercandosi per poi riprendere a gran velocità il brano fino al finale. Il pubblico ricambia con fragorosi applausi.
La serata volge al termine e l'ultimo brano rivede i tre chitarristi riuniti insieme anche al sassofonista ospite
Raul Colosimo. Il territorio comune su cui ritrovarsi è un blues in cui Colosimo, dopo una ricerca un po' esasperata di una strada "alternativa" si avvia al fraseggio blues più canonico, urlato, lacerato ma molto più efficace. Segue il solo di
Farias, che dire: la costruzione di un solo, con una crescita dinamica perfetta. E' un vero piacere osservare ed ascoltare questo chitarrista.
Onorato inizia lentamente e, nonostante alcune "incursioni" di Colosimo, continua imperterrito aumentando l'intensità delle note fino a raggiungere un apice molto ben captato da
Tranchini e Angelo Farias che lo supportano al meglio. Condorelli inizia con una sola nota, un Sol ribattuto con figurazioni ritmiche sempre più intense fino a guadagnare il terreno del blues sul quale, ovviamente, si muove con la diligenza che lo contraddistingue.
Al termine registriamo qualche incertezza dovuta a un finale più volte richiamato e molto evidente anche per il pubblico ma che Colosimo non coglie probabilmente perchè immerso totalmente nella sua performance.
Un quintetto di grande impatto con la chitarra protagonista affidata nelle mani esperte di questi tre chitarristi campani. Impressione estremamente positiva anche per Angelo Farias al basso elettrico capace di produrre un suono molto caldo, estremamente preciso e mai impastato nei tempi veloci, molto profondo in quelli lenti. Ha sempre ascoltato con molta attenzione i suoi compagni eseguendo anche degli ottimi soli sempre melodici e gradevoli anche quando estremamente virtuosi. Analogamente per
Salvatore Tranchini che domina letteralmente, non solo per la sua altezza, la batteria con un groove sempre presente. Un'altra grande realtà del panorama musicale partenopeo, e non solo.
Il pubblico si affolla per ottenere uno dei CD possibilmente autografato e, anche se questa sera non hanno eseguito i brani del lavoro " Hand Down Jazz in Naples", il sound che vi si può trovare è molto fedele a quanto ascoltato anche se dal vivo questi musicisti riescono ad esprimere molto di più compreso un'energia e un grande affiatamento ovviamente non completamente percepibili sul CD. Condorelli, Farias e
Onorato sono anche grandi amici e affrontano il suonare insieme non solo come una prestazione professionale ma anche come un'opportunità per stare insieme esternando quanto di più importante e prezioso hanno interiormente: la loro musica. Hanno studiato molto spesso insieme avendo partecipato loro stessi, in gioventù, ai seminari di Ravenna, Perugia, Siena, luoghi dove oggi altre nuove generazioni si incontrano, altri nuovi musicisti si formano. Se si considera anche il vasto e ottimo materiale originale costituito dalle loro composizioni non rimane che sperare in un moltiplicarsi di queste opportunità per la loro amicizia ma anche per le nostre orecchie!
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Data pubblicazione: 31/08/2003
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