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Dopo le
tonalità classiche di "Piccolo
Valzer", Riccardo
Zegna ci offre in "Barcarola"
composizioni del tutto suggestive accompagnate dal sax di Tonolo, la
fisarmonica di Goldstein e il violoncello di Enrico Di Crosta. I
brani sono un susseguirsi di momenti lirici e di improvvisazione.
Straordinario solista al pianoforte, Riccardo, che odia il divismo e vive
appartato a Loano, lontano dai clamori della pubblicità e del presenzialismo,
compone con la classe e la piena maturità dell'autore ispirato da un vero
progetto, alla ricerca di impasti sonori inediti.
Riccardo Zegna, anche se rimasto nell'ombra negli ultimi anni, si colloca
fra i più grandi pianisti jazz della scena italiana e internazionale. Ha
collaborato dal 1976 in poi con numerosi solisti internazionali quali Buddy
Tate, Harry "Sweet" Edison, Eddie "Lckjaw" Davis, Lee Konitz, Bob Berg, Gore
Coleman, Joe Chambers, Kenny Wheeler, David Liebman, James Moody, Paul Jeffrey
etc.
Ha partecipato a numerosi Festival del Jazz: Sanremo 1982-85,
Gran Parade du Jazz di Nizza nel 1983-85, ad Umbria Jazz nel
1983-85-93-99. Ha dato concerti anche nell’ex Unione Sovietica. E' anche un
abile pittore, ma di questo suo aspetto non ama parlare. Anzi, Zegna, l'uomo più
schivo d'Italia, non ama parlare neppure di jazz.
Raramente si confida con pochi intimi amici. Ma non è
un musone, anzi è tra le persone più serene e allegre che io abbia mai
conosciuto.
Registrato all'interno dell'Oratorio
di S. Cecilia, in Perugia, nel luglio 2002 questo CD può essere apprezzato da
due punti di vista. Il primo è quello compositivo e il secondo è quello
emozionale. L'aspetto compositivo rileva un delicato e minuzioso lavoro
probabilmente già pensato all'origine per un ensamble di questo tipo. Se però al
primo impatto si avverte un'esecuzione basata su parti chiaramente scritte, nel
prosieguo dei singoli brani l'improvvisazione lentamente, quasi
inaspettatamente, entra in scena e ne determina l'impronta grazie anche al
contributo del singolo musicista. Oltre al leader, ovviamente si sono mostrati
pronti, in queste circostanze, sia Tonolo che
Goldstein
. Del primo è molto apprezzabile l'uso del soprano. Riguardo
l'aspetto emozionale, bisogna ricercare all'interno di ogni brano un proprio
riflesso personale in modo da creare un effetto di sintonizzazione tra la
composizione e l'ascoltatore. Se ciò riesce, allora emergono molti elementi
sonori, armonici che contribuiscono notevolmente ad una reazione emotiva
all'ascolto che non può che essere positiva. ML
- Jazzitalia
photo by Adriano
Scognamillo
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Data pubblicazione: 19/04/2003
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