Abbiamo già visto precedentemente l'intonazione degli intervalli di terza maggiore e minore, oltre quelli di quinta. In questo incontro ci soffermeremo sugli intervalli, in particolare su quelli di Sesta, maggiore e minore, che impongono una qualche attenzione da un punto di vista tecnico e qualche riflessione sul loro utilizzo.
Il brano che vi propongo come 'applicazione' di quanto andremo a
dire in questa puntata, è un contrabbasso solo di Gary Peacock, " Red River Valley" (dal CD "Just So Happens"
del 1994 con
Bill Frisell, Postcards - Post1005) in cui il nostro compie un bel lavoro interpretativo armonizzando con i bassi quella che
è una melodia tradizionale americana. Il brano è stato volutamente trascritto senza alcuna indicazione di tempo poiché
è effettivamente eseguito creando delle dilatazioni (evidenziate con i punti coronati) e degli "stringendo", lasciando l'interpretazione al buon gusto degli esecutori. In particolare noteremo che non solo intervalli di sesta troveremo in questo brano, ma anche intervalli più estesi che comunque impongono una certa attenzione. Torniamo dunque al nostro argomento premettendo che utilizzeremo ancora questo brano per lezioni future.
E' bene far notare che gli intervalli di sesta altro non sono che un rivolto degli intervalli di Terza. Se consideriamo, ad esempio, l'intervallo
C - A esso risulta essere appunto un intervallo di sesta maggiore, ma nel contempo esso può essere inteso come un intervallo di terza minore se consideriamo le note
A - C in cui il C viene suonato al grave.
Ma veniamo all'aspetto strettamente tecnico. Per intonare l'intervallo di sesta maggiore con il contrabbasso bisogna considerare la posizione a mano ferma e l'intervallo che intercorre tra III e I dito oppure, ma più difficoltosa, la posizione IV dito - III dito. In sostanza la distanza sulla tastiera di un intervallo di sesta maggiore
è praticamente quella di semitono su tre corde, spostando cioè le dita in modo tale che tra esse ci sia una corda. E' pur vero che un intervallo di sesta maggiore
è possibile intonarlo utilizzando due corde adiacenti, ma bisogna notare che ciò impedisce la posizione a mano ferma, almeno fino ad un certo punto della tastiera, poichè la distanza
è piuttosto considerevole (un tono e mezzo su due corde). Gli intervalli di sesta minore invece sono ubicati ad un tono di distanza (I-IV dito) sempre considerando tre corde.
Gli esercizi proposti, dunque, sono relativi appunto a questo tipo di intervallo che si viene a creare su una scala maggiore. Si tenga conto che
è indispensabile l'esecuzione a mano ferma che consente ai due suoni di sovrapporsi così da creare un bicordo
che 'armonizza' la melodia. E' utile trasportare gli esercizi, in particolare il N° 1-2-3 (intervalli di sesta discendente) su altre scale maggiori tanto da prendere dimestichezza con gli intervalli di sesta maggiore e minore che si formeranno di volta. Nella prima parte di "Red River Valley" non esistono
'armonizzazioni', cioè non ci sono bassi che supportano la melodia. Ovviamente, come abbiamo detto, l'armonizzazione non si limita agli intervalli di sesta ma anche a quelli di settima, decima ecc.
Nell'esempio 2 osserviamo un frammento in cui intervengono alcune note suonate in modo contrappuntistico, per l'esattezza il
E sulla I corda, tenuto, che va ad incastrarsi con il C (IV corda) tanto da formare un intervallo di decima che poi sarebbe il rivolto di una terza maggiore (C-E). Poi ancora un
F che precede il E creando un intervallo di settima maggiore.
L'esempio 3 mostra una armonizzazione più complessa del tema che prevede anche degli intervalli di quinta discendente di cui abbiamo proposto uno studio nell'esercizio 4. Dunque nel sollecitare ulteriormente lo studio degli esercizi proposti in tutte le tonalità e nell'insistere sull'esecuzione a mano ferma, vi auguro un buono studio e dandovi appuntamento alle prossime puntate.
File Audio (da punto 2) MP3
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Data pubblicazione: 04/05/2003
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