Catalog #3145895672 - 2
CD set
reissue release date 4/16/2002 |
John
Coltrane
Coltrane
1. Out of This World
2. Soul Eyes
3. The Inch Worm
4. Tunji
5. Miles' Mode
1. Not Yet
2. Miles' Mode [alternative take]
3..6 Tunji [alternative takes]
7..8 Impressions
9. Big Nick
10. Up 'Gainst the Wall |
Catalog #3145895482 - 2 CD set
reissue release date 4/16/2002 |
John
Coltrane
Ballads
1. Say It (Over and
Over Again)
2. You Don't Know What Love Is
3. Too Young to Go Steady
4. All or Nothing at All
5. I Wish I Knew
6. What's New?
7. It's Easy to Remember
8. Nancy (With the Laughing Face)
1. They Say It's Wonderful
2. All Or Nothing At All
3..7 Greensleeves
8..14 It's Easy To Remember
John Coltrane
Tenor Saxophone,
Soprano
Saxophone
McCoy Tyner Piano
Jimmy Garrison Bass
Elvin Jones Drums
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Qualche tempo dopo la gloriosa e magmatica settimana chiusa al
Village Vanguard ai primi di novembre del 1961, in cui anche
Eric Dolphy si era unito a 'Trane nell'affascinante ipotesi di una nuova sintassi jazzistica,
Jimmy Garrison si ritrovò a rimpiazzare Reggie Workman all'interno di quello che sarebbe divenuto uno degli organici più leggendari della storia.
Coltrane già allora aveva un preciso ascendente nei confronti di musicisti (Archie Shepp,
Albert Ayler e Pharoah Sanders tra gli altri) anche più giovani di lui, che avevano scelto il suo stesso strumento per esprimersi: ogni volta che i quattro si esibivano il silenzio era religioso, l'attenzione massima.
Prima delle svolte epocali che erano già in divenire, il sassofonista si ritrovò in studio per registrare una serie di album più convenzionali che potessero ottemperare anche alle pressioni che provenivano dall'ambiente discografico, già allora inquinato purtroppo da logiche commerciali.
Nelle lussuriose doppie ristampe in oggetto troviamo del materiale già molto amato seppur discusso, (addirittura si disse che Coltrane non aveva nessuna voglia di inciderlo), anche se ciò che importa è il seducente (e alternativo) abbandono dello strumento, teso all'evidenza di ogni possibile angolo di bellezza. Ciò che sorprende è la sua capacità nello sviluppare al meglio dei temi molto lontani rispetto a quanto aveva appena messo a punto in precedenza.
I suoi partner lo sostengono al meglio con un
McCoy Tyner quanto mai docile, doppiato dalle carezzevoli spazzole di
Elvin Jones: due leoni che non escono mai fuori dalle righe, permettendo così che l'espressiva creatività del leader fluisca semplice e limpida.
In una track-list di oggettivo trasporto, si rimane sempre affascinati dalla fine poesia di "It's Easy To Remember",
"Soul Eyes" e "Too Young To Go Steady", anche se probabilmente il picco è rappresentato da una vibrante e appassionata resa di "Out of this world", (chissà cosa ne avrebbe pensato il suo autore, Johnny Mercer).
Nella consueta messa di bonus presenti nella confezione, buone notizie solo per i completisti in "Ballads" con una serie di brani non completi che riprendono il programma originale, mentre assai più interessante è
il secondo CD di "Coltrane", che contiene tre composizioni non associate abitualmente a questo album ("Up 'Gainst the Wall", "Big Nick" e due take di "Impressions") oltre a "Not yet", un pregevole inedito che si aggiunge a dei dischi che comunque rimangono indispensabili. Remastering a cura di
Rudy Van Gelder, un aggettivo di per sè.
Vittorio Pio
25/03/2010 | Hal McKusick si racconta. Il jazz degli anni '40-'50 visti da un protagonista forse non così noto, ma presente e determinante come pochi. "Pochi altosassofonisti viventi hanno vissuto e suonato tanto jazz quanto Hal Mckusick. Il suo primo impiego retribuito risale al 1939 all'età di 15 anni. Poi, a partire dal 1943, ha suonato in diverse tra le più interessanti orchestre dell'epoca: Les Brown, Woody Herman, Boyd Reaburn, Claude Thornill e Elliot Lawrence. Ha suonato praticamente con tutti i grandi jazzisti tra i quali Art Farmer, Al Cohn, Bill Evans, Eddie Costa, Paul Chambers, Connie Kay, Barry Galbraith e John Coltrane." (Marc Myers) |
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Data pubblicazione: 10/10/2003
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