Igor Palmieri 5et
La Sosta Villa S.Giovanni (RC) 10/03/2014
di Francesco Favano
Igor Palmieri - sax
Daniele Gorgone - piano
Fulvio Chiara - flicorno
Matteo Anelli - contrabbasso
Carlo Battisti - batteria
Giovane, classe 1980, nato
a Mantova ma residente a Lucca, Igor Palmieri è uno degli artisti più interessanti
della scena jazzistica tricolore contemporanea. Nel suo curriculum annovera collaborazioni
di spessore, tra cui
Carlo Atti
e Paolo Fresu.
Accompagnato da musicisti del calibro di Daniele Gorgone (piano), Fulvio
Chiara (flicorno), Matteo Anelli (contrabbasso) e
Carlo Battisti
(batteria), si è esibito lunedì 10 Marzo al jazz-club "La Sosta" di Villa S.Giovanni
(RC).
Insieme hanno dato vita a una serata
ricca di ottima musica proponendo un personale omaggio al repertorio di
Chet Baker,
che prelude all'uscita imminente di un nuovo album, appunto dedicato a lui dedicato.
Il concerto si apre con la rilettura di "So Easy", soffice ma allo stesso
tempo carica di swing, in cui spicca il suono scarno ma incisivo del sax di Palmieri
accompagnato dal flicorno di Chiara e dalle note dense del contrabbasso di Anelli.
Non passa inosservata nemmeno "The Road to Stockholm", in cui Daniele Gorgone
col suo strumento dispensa un tocco pianistico vigoroso e ad effetto.
Ma non sono mancati momenti poetici e introspettivi come "In A Sentimental Mood",
"Stella By Starlight" e "My Funny Valentine", che hanno mostrato un
altro volto convincente di Palmieri, a suo agio sia in brani più sostenuti che in
momenti più evocativi e lirici.
Ben riuscita anche la reinterpretazione di "That Old My Heart", che parte
con un intro sognante di flicorno per prendere poi brio grazie alla ritmica incostante
di Carlo Battisti,
veterano della batteria, musicista formatosi grazie a Jimmy Cobb e Max Roach e già
al fianco di grandi nomi del panorama jazz italiano e internazionale.
Una serata convincente in cui Palmieri e soci sono riusciti ad attingere a piene
mani dal repertorio di
Chet Baker
ma anche dall'intero ambito cool-jazz dei tempi che furono.
Grazie ai loro arrangiamenti freschi e passionali i musicisti hanno proposto una
veste inedita ai brani rispettando lo spirito del grande trombettista di Yale, personalizzandone
la sua arte ma senza eccessi stilistici e manierismi fini a sé stessi.
Nonostante una formazione diversa da quella originaria (Marco Roverato e Vittorio
Sicbaldi sono stati rimpiazzati da Matteo Anelli e
Carlo Battisti)
la serata ha avuto un buon successo grazie a un pubblico proveniente da Reggio Calabria
e dintorni e per le scelte di Mimmo Pitasi, direttore artistico del jazz-club, sempre
attento alla qualità e alle nuove tendenze.